Appena ieri mattina scrivevamo << Politica: vento del Nord, dell’Est o del Sud che sia, le promesse porta via >> ed ecco che il ritorno di B ha portato tempesta.
Metereologicamente, in un’Italia divisa in due, si sono visti e si vedranno ancora grandi scompigli, persino il ritorno della neve: comunque grande gelo dono del ritorno di B “Burian”
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unti Chiave Articolo
- Cosa è accaduto?
- In questo caso, Lega e M5s hanno portato avanti il loro tiro alla fune ciascuno parlando a nuora perché suocera intenda.
- Dove sono andati a sbattere entrambi?
- Ed in effetti entrambi hanno peccato un po’ di arroganza, di sicuro hanno sottovalutato che se il cane dorme non è che sia domato o buono.
- Come?
- Ma Di Maio non è caduto nella tela del ragno B.
- Risultato finale?
Politicamente, in un’Italia sempre divisa in due, si sono visti e si vedranno ancora grandi scompigli con ritorno, paventato, persino di mercatini vari.
Comunque tavoli volati via e tutte le promesse, questa volta quelle tra di loro (i politici stessi) portate via.
Cosa è accaduto?
E’ accaduto il prevedibile. Tira di qua, tira di la e la corda si rompe; tanto più se, nel mezzo, a fare da indice, la bandierina è con base acida
In questo caso, Lega e M5s hanno portato avanti il loro tiro alla fune ciascuno parlando a nuora perché suocera intenda.
Salvini infatti, pur dialogando con i pentastellati, in realtà parlava ai suoi (intesi come centrodestra) e puntava ad egemolinarli.
Suo vero obiettivo, nemmeno tanto nascosto, era di avere da questo il riconoscimento di egemonia e investitura a formare il Governo.
In seconda battuta, perché no, poteva sempre restare e diventare concreto un accordo Lega-M5S. Come si dice: a mali estremi ……
Di Maio, pur dialogando con la Lega, in realtà parlava ai suoi (intesi come centrosinistra) e puntava a diventarne il nuovo leader.
Ma soprattutto parlava al PD per averne consenso e investitura a formare lui il nuovo Governo e, di fatto, assumere le vesti della nuova Balena Bianca.
In seconda battuta, perché no, anche per lui poteva sempre restare e diventare concreto un accordo M5S-Lega. Come si dice: a mali estremi ……
Dove sono andati a sbattere entrambi?
Semplice, lapallisiano direbbe qualcuno più navigato dell’uno o l’altro campo tipo
De Mita: Di Maio come Andreotti? Mica ha la gobba;
o Bersani: oh ragassi….siam mica qui a smacchiare i leopardi!
O, per il centrodestra:
un Gasparri che dice: ‘Salvini non deve strafare’ e «Caro Salvini, non fare l’arrogante, altrimenti indebolisci soprattutto te stesso»
o La Russa: “Mettere un altro leghista al Senato significherebbe che Salvini è più capo della Lega che delcentrodestra”.
Ed in effetti entrambi hanno peccato un po’ di arroganza, di sicuro hanno sottovalutato che se il cane dorme non è che sia domato o buono.
Questo loro hanno ignorato e quindi non hanno pensato che fosse prudente evitare di svegliarlo, men che meno ferirlo.
Sono andati avanti con i loro giochetti ed ecco che hanno pestato, una volta più, la coda del cane che dormiva che, ferito, ha subito reagito di par suo.
Il cane B, sentendosi (r)aggirato dalle trattative Salvini-Di Maio si è sentito ancor più ferito nel suo orgoglio, si è del tutto svegliato e si è mosso.
Come?
(Ri)Calandosi nei panni di Don Rodrigo e dicendo: questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai!
E così ha ribaltato il tavolo con gli accordi già fatti tra Lega e M5S.
Accordi che prevedevano la presidenza del Senato al centrodestra e quella della Camera ai grillini ma …..
Ma il centrodestra voleva mettere in campo Paolo Romani (capogruppo berlusconiano) per Palazzo Madama.
Per Montecitorio invece, si discuteva su Roberto Fico o, in alternativa, di Riccardo Fraccaro.
Ed è su Romani, colpito da una condanna per uso improprio del telefonino, che i Cinquestelle hanno alzato le barricate. «Per noi è invotabile», ha subito tuonato Luigi Di Maio.
A questo punto la tela tessuta da Berlusconi si è chiusa come da suo programma avanzando la richiesta di un incontro a TRE: Salvini, Di Maio e LUI.
Un incontro che, se fosse avvenuto, sarebbe stato come unguento miracoloso sulle piaghe del re leone ferito.
Evento che, di sicuro ben cavalcato dai media dell’ex Cav ma ancora Commodore della nave berlusconiana, gli avrebbe consegnato una riabilitazione politica.
Ma Di Maio non è caduto nella tela del ragno B.
Ha fiutato la trappola che lo avrebbe fatto massacrare anche dai suoi se osannato accanto al “Caimano” e ha glissato rifiutando l’invito.
Questo ha dato modo al Commodore Berlusconi (che sia pur in epoca di PC sempre valido resta) di mettere in campo il suo asso nella manica:
l’orgoglio di Forza Italia subito sorta a difesa del vecchio re Leone, ex Cav, ex tante cose ma non ex combattente e, come previsione (ed ordini), ha puntato i piedi.
«Niente vertice dei leader? Allora nessun accordo con M5S per sostenere il loro candidato alla Camera».
E così il Burian Berlusconiano ha investito i Palazzi della politica e tutto ha raso al suolo lasciandosi dietro l’azzeramento totale di ogni intesa lasciando sul terreno solo macerie fumanti.
Risultato finale?
Oggi cominciano le votazioni per le presidenze delle Camere. Inizieranno, come previsto, questa mattina ma ….
Ma tutto ora procederà alla cieca: senza la minima traccia di accordi, senza una rotta tracciata e, soprattutto, senza rete.
Dove andrà a sbattere o ad approdare l’allegro (si fa per dire) naviglio?
Difficile prevederlo, men che meno poter dire qualcosa salvo che …..
il solito: io speriamo che me la cavo!
Stanislao Barretta
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