<i>La situazione ad un anno dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto per la rimborsabilità della cannabis medica in Sicilia.
A seguito delle necessità emerse sulla rimborabilità nel corso delle riunioni del Tavolo tecnico “Cannabis ad uso terapeutico” istituito con D.A. 14/60/2018, a dicembre 2020 ha preso il via Il corso online, promosso dall’Assessorato della Salute e realizzato dal CEFPAS, la cui coordinatrice è la dott.ssa Monica Sapio, con l’obiettivo di formare i “prescrittori” della terapia a base di cannabis (personale dipendente delle UU.OO. segnalato dalle Aziende Sanitarie siciliane).
Purtroppo ancora oggi ci ritroviamo ad avere pazienti di “serie A” e pazienti di “serie B” in base alla provincia di appartenenza. Ad aver stipulato le convenzioni con le farmacie territoriali sono: l’ASP di Ragusa che già dispensava i preparati gratuitamente ad un numero limitato di pazienti; e l’ASP di Messina che si era in un primo momento attivata per realizzare la farmacia ospedaliera per dispensare i preparati galenici.
I lavori purtroppo si sono fermati con l’arrivo del Covid. Tuttavia, grazie alla collaborazione tra il “comitato pazienti cannabis medica”, il dott. Giuseppe Bova della terapia del dolore di Taormina, il dott. La Paglia direttore Generale Asp Messina, il dott. Alagna direttore sanitario Asp Messina e la dott.ssa Rossitto Unità Operativa Semplice – Farmacia Territoriale Metropolitana, si è riusciti a far stipulare le convezioni con le farmacie territoriali e finalmente i pazienti appartenenti all’Asp di Messina da questa settimana potranno accedere gratuitamente a queste terapie.
Inoltre, in questi giorni, grazie ad alcuni pazienti della provincia di Trapani, il “comitato pazienti cannabis medica” insieme al dott. Carlo Privitera, ha avuto modo di incontrare un gruppo di Consiglieri comunali di Castelvetrano, Mazzara del Vallo e Petrosino, i quali hanno subito accolto il nostro appello presentando delle mozioni per impegnare l’ASP di Trapani e tutte le restanti ASP siciliane per attivarsi così da garantire l’accesso a questi preparati galenici a base di cannabis a tutti i pazienti che ne hanno diritto.
Oggi chi fa uso di cannabis a livello terapeutico pesa economicamente sulle proprie famiglie per diverse centinaia di euro al mese.
“La politica e le istituzioni non possono restare a guardare – scrive in una nota la consigliera Marcella Pellegrino del Comune di Petrosino.
“Con questa mozione vogliamo che i sindaci della provincia di Trapani si facciano avanti con l’Asp per consentire ai tantissimi pazienti affetti da patologie croniche di poter migliorare la loro qualità della vita – continua la Pellegrino – Molti infatti non sono in grado di sostenere i costi e rinunciano a curarsi. Assieme ad altri consiglieri comunali della provincia, Giorgio Randazzo di Mazara del Vallo, Marcello Caprarotta di Castelvetrano, ma anche di Marsala, Campobello di Mazara, Partanna, Salemi e Santa Ninfa e la vicepresidente del comitato pazienti cannabis medica, Santa Sarta, si sta portando avanti questa battaglia di civiltà, affinché le amministrazioni agevolino l’apertura di una discussione, di un confronto tra le ASP, l’assessorato regionale alla Salute e i comitati dei pazienti che utilizzano cannabis medica”.
Con una Mozione indirizzata al Presidente del Consiglio comunale e al Sindaco di Mazara del Vallo, nonché a tutte le autorità competenti, il Consigliere comunale della Lega, Giorgio Randazzo “IMPEGNA il Sindaco Salvatore Quinci, ad attivare la Direzione sanitaria Provinciale anche mediante la convocazione della Conferenza dei Sindaci date le Competenze e funzioni attribuiti dal Dlgs.502/92 come modificato dal Dlgs 229/99, nonché l’Assessorato Regionale alla Salute di concerto con Associazioni e Comitati impegnati a tutelare il diritto alla cura dei predetti pazienti al fine di: “attivare interventi urgenti in materia di utilizzo di preparazioni magistrali a base di cannabis con rimborsabilità a carico del Servizio sanitario della Regione Siciliana”.
«Il “comitato pazienti cannabis medica” continua nella sua civile battaglia a favore dei pazienti – afferma Santa Sarta vicepresidente del comitato – infatti stiamo preparando un report da inviare anche all’Assessore della Regione Siciliana alla Salute, Ruggero Razza, per chiedere l’ampliamento delle patologie riconosciute a carico del Ssr (Servizio Sanitario Regionale) e un report sulla questione “convenzioni” con il supporto del Dott. Paolo Minacori presente anche al tavolo tecnico regionale che ha preparato una nota per sollevare le criticità sulla questione convenzioni che riporto di seguito».
Il Decreto 18/2020 del 17 gennaio 2020, che avrebbe dovuto avviare la rimborsabilità della Cannabis medica a carico del Servizio Sanitario Regionale, è rimasto inattuato, da un lato perché le farmacie ospedaliere non si sono attrezzate, dall’altro perché le eventuali convenzioni che i presidi sanitari avrebbero dovuto stipulare con le farmacie private, in sostituzione delle farmacie ospedaliere, non sono mai state attivate, salvo un esempio in provincia di Ragusa.
Perché la soluzione prevista dal Decreto della stipula di convenzioni con farmacie causerebbe non pochi problemi?
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Perché il rapporto di fornitura di un presidio sanitario con una o poche farmacie condurrebbe molto presto ad un disservizio causato dalla carenza di cannabis (considerata la cronicità di questo problema), più, invece, è estesa la platea delle farmacie, meno si cadrebbe in questa eventualità.
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La farmacia nel caso di stipula di più convenzioni con più Presidi Sanitari si troverebbe, un aggravio di adempimenti con più soggetti, nonostante l’erogazione del medesimo bene/servizio.
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La stipula di più convenzioni porterebbe a prezzi diversi di rimborso: una ASP pagherebbe un prezzo, un’altra un prezzo diverso e così via. Questo aspetto è in netto contrasto con il criterio di uniformità dei prezzi di rimborso a carico del SSN/SSR su tutto il territorio regionale.
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La mancanza di libera scelta da parte del malato che dovrà per forza recarsi nella farmacia indicata dall’ASP di competenza, senza poter scegliere la farmacia a lui più vicina o più gradita, causerà enormi difficoltà al paziente. Immaginiamo, ad esempio, un malato di Caltanissetta che dovrà ritirare il farmaco ad Agrigento se l’ASP di Caltanissetta stipula una sola convenzione con una farmacia di Agrigento.
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La difficolta da parte dei Presidi sanitari di fare indagini di mercato su tutto il territorio ragionale.
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E, come già accennato, la mancanza di un prezzo unico su tutto il territorio regionale. Questo aspetto ricorda quando ogni provincia, addirittura ogni U.S.L., rimborsava a prezzi diversi i medesimi presidi per invalidi e per diabetici.
Sarebbe, invece, auspicabile un unico tariffario e la facoltà data a tutte le farmacie di preparare.
Questo consentirebbe l’accesso immediato dei pazienti alle preparazioni a titolo gratuito, quindi il sacrosanto diritto alle cure su tutto il territorio regionale.