L’Associazione Antimafia e Legalità, presieduta dall’avv. Enzo Guarnera, interviene con forza nel dibattito pubblico in merito alla recente riforma costituzionale della giustizia, approvata dal Parlamento.
“Quella che viene propagandata come una riforma è, in realtà, un colossale inganno ai danni dei cittadini – afferma il presidente Guarnera – frutto della mistificazione di una maggioranza politica in totale malafede.”
Secondo l’associazione, la separazione delle carriere tra giudicanti e requirenti, fulcro della riforma, è un falso problema:
“Oggi solo lo 0,02% dei magistrati chiede di passare da una funzione all’altra – spiega Guarnera – e, anche in quei casi, è previsto il trasferimento in un’altra regione. La separazione di fatto esiste già.”
Il vero nodo irrisolto, sottolinea l’associazione, riguarda piuttosto le croniche carenze di organico, strutture e risorse, responsabilità che ricadono interamente sulla politica.
“Il reale obiettivo di questa riforma – aggiunge Guarnera – è ben diverso: si mira a subordinare i pubblici ministeri al potere esecutivo, ostacolando le indagini su politici, colletti bianchi e mafiosi travestiti da uomini d’affari.”
L’Associazione Antimafia e Legalità denuncia inoltre l’origine ideologica del provvedimento, “ispirato al Piano di Rinascita Democratica della loggia P2 di Licio Gelli, rilanciato anni fa da Silvio Berlusconi”.
In vista del referendum confermativo, Guarnera annuncia un impegno personale e diretto:
“Mi batterò in tutte le sedi affinché questo sciagurato progetto venga respinto. Perché questa riforma non migliora la giustizia, ma rischia di assoggettarla a poteri oscuri. È una battaglia fondamentale per la democrazia e contro quella mafia che, purtroppo, si sta facendo Stato.





