Matteo Renzi durante la trasmissione di Bruno Vespa (ansa)
Avviso di garanzia per Pizzarotti e Nogarin: “Non è una condanna”. Il premier Renzi ha contestato l’eccesso di attenzione sui truffati dalle 4 banche salvate. “C’era chi prendeva il 7% di interessi”
ROMA – Matteo Renzi a ‘Porta a porta’ fa autocritica sull’uso che il centrosinistra in passato ha fatto del cosiddetto giustizialismo. “L’avviso di garanzia – ha dichiarato il premier – per me non rileva ai fini della valutazione se rimanere o no al proprio posto: rivendico con grande tranquillità che il mio governo per primo lo ha teorizzato in Parlamento. Per anni c’è stata la strumentalizzazione dell’avviso di garanzia anche da parte del centrosinistra che secondo me ha sbagliato”. “Oggi – ha aggiunto – ha preso un avviso di garanzia il sindaco di Parma. Non parlo di Pizzarotti o Nogarin per strumentalizzare, ma per dire che un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna”.
I
l presidente del Consiglio, da Bruno Vespa, ha toccato tutti i più delicati argomenti dell’attualità, anche i più spinosi, dallo scandalo delle banche salvate al conflitto tra politica e magistratur. Fino a parlare del rientro dei capitali dall’estero. “La voluntary disclosure 2 – ha detto – è una ipotesi molto concreta”. Anche grazie al rientro dei capitali, ha spiegato, “lo scorso anno abbiamo battuto il record di recupero dell’evasione fiscale”.
“I truffati prendevano il 7%”. Renzi ha contestato l’eccesso di attenzione sui “buggerati veri o presunti” delle “quattro banchette” salvate dal decreto del governo (“I rimborsi pronti entro il 30 giugno”). “Questa storia dei truffati… – s’è sfogato il premier – c’è gente che prendeva il sette per cento quando chi porta i soldi in banca prende l’uno”. Il presidente del Consigoio ha sottolineato poi che il dibattito su questo punto “copre una grande responsabilità della classe dirigente del Paese”. I politici italiani, ha continuato, “hanno lasciato le banche come stavano. Hanno nascosto la polvere sotto il tappeto: d’accordo con pezzi del territorio e anche con alcune testate editoriali, c’era un comune interesse a tacere”.
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