Relazione della Direzione Investigativa Antimafia: “A Roma rischio di infiltrazioni, sodalizio tra clan autoctoni e storici”
Mafia, ‘ndrangheta e criminalità nella città di Roma, composta da organizzazioni che si avvicinano sempre più alle modalità delle mafie in Sicilia, Calabria e Campania. È quanto emerge dall’ultimo rapporto semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia, riportato da laRepubblica. Secondo il documento, in alcune aree della Capitale ci sono formazioni criminali che, “basate su stretti vincoli di parentela, evidenziano sempre di più modus operandi assimilabili alla fattispecie prevista dall’art. 416 bis (l’associazione mafiosa, ndr)“.
La relazione evidenzia come sia particolarmente complessa la realtà criminale nella capitale, dove “qualificate proiezioni delle organizzazioni di tipo mafioso italiane (siciliane, calabresi e campane in primis), sono riuscite agevolmente ad adattarsi alle caratteristiche socio-economiche del territorio“.
Queste formazioni “sanno perfettamente intersecare i propri interessi non solo con i sodalizi di matrice straniera ma, anche, con le formazioni delinquenziali autoctone che, pur diverse tra loro, hanno adottato il modello organizzativo ed operativo di tipo mafioso, per acquisire sempre più spazi nell’ambiente territoriale di riferimento“. La relazione segnala, inoltre, lo scalpore suscitato dall’aggressione di Roberto Spada nei confronti del giornalista Emilio Piervincenzi che tentava di intervistarlo. L’esponente del clan poi è stato arrestato e condannato. Sempre in riferimento alla capitale, la relazione “segnala l’operatività del clan Casamonica, aggregato criminale ‘storico’, che poggia il suo potere su una solida base familiare. Tra le attività tipiche del sodalizio, le condotte usurarie ed estorsive, i reati contro la persona, i traffici di droga ed il reimpiego di capitali illeciti“.
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