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resso la Libreria Mondadori di Castellammare di Stabia è stato presentato giovedì scorso l’appassionante romanzo di Camilla Scala “Vico Fissale”.In questo suo primo romanzo Camilla Scala, attrice e regista teatrale di grande talento, racconta un’avvincente storia familiare: quella della sua famiglia.
A parlare del libro insieme a lei il giornalista Pierluigi Fiorenza, che con le sue acute domande ha dato vita a molteplici spunti di riflessione.Durante la serata, il noto attore stabiese Michele Di Nocera ha letto con innegabile maestrìa alcuni passi significativi del testo, allietando il numeroso pubblico presente.
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Fin dalle prime pagine il lettore è coinvolto in vicende che muovono a una forte partecipazione emotiva.
L’inizio del romanzo “Vico Fissale” di Camilla Scala è il seguente:
Anni Cinquanta – precisamente il 24 giugno 1950 – nel popoloso quartiere di Scanzano, zona collinare di Castellammare di Stabia, una ragazza sta per partorire.Il parto si presenta molto difficile; è notte fonda e la madre e il bambino rischiano di perdere la vita.
Tutte le donne del vicinato sono sveglie e molto preoccupate.Nel buio del cortile, si scambiano sottovoce dei commenti.
Che cosa succederà?La narrazione ci porta poi indietro nel tempo e nello spazio, rievocando le vicende dei genitori dell’autrice, poi quelle dei nonni e dei bisnonni.
Una storia vera dalla trama appassionante, raccontata con semplicità, a tratti con commozione, in una prosa limpida e curata che coinvolge emotivamente il lettore.
L’ambientazione è la Castellammare di Stabia del 1950
Narra vicende familiari di amori nati o finiti, di amicizie, di lutti e cambiamenti fino al momento cruciale del parto quel 24 giugno del 1950.Un romanzo che fa riflettere su quanto la vita di ognuno di noi sia determinata da fortuite coincidenze, da circostante impreviste, da incontri, da addii.
I personaggi del libro, come linee che si intersecano o si allontanano, protagonisti o semplici comparse, determinano il loro destino e quello dei loro cari.Personaggi forti ed espressivi spesso segnati da traumi: lutti, abbandoni, difficoltà economiche, segreti che rischiano di minare gli equilibri familiari.
Lo spazio in cui i personaggi si muovono è soprattutto quello di Castellammare, in un tempo che va dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento.Sullo sfondo del romanzo, l’operosa città di provincia con le sue strade, i suoi vicoli, gli interni delle case, le scale, i cortili.
Luoghi della memoria popolati, oltre che dai componenti della famiglia dell’autrice, da un microcosmo di personaggi minori spesso conosciuti col solo soprannome.Un mondo nel quale la privacy quasi non esiste e tutto è condiviso con la comunità, che ti guarda e ti giudica, ma che ti sostiene e ti aiuta nei momenti difficili.
Dalla lettura del testo emergono vari spunti di riflessione, tra questi i cambiamenti in atto in quegli anni nella società stabiese – e in tutto il paese.
L’immagine della Castellammare di Stabia in quel periodo
Castellammare nel 1950 è una città che cerca con coraggio di lasciarsi alle spalle il dramma della guerra, con le sue ferite materiali e soprattutto psicologiche.Questa immagine contrasta con quella opulenta e spensierata della città tra Ottocento e Novecento.
A fare da spartiacque uno dei periodi più bui della nostra storia.Le due guerre, con il loro carico di morte e distruzione, hanno lasciato un’impronta indelebile nella comunità, traumi difficili da dimenticare: le macerie dell’anima.
Castellammare, una città come tante in quegli anni, cerca nella solidarietà, nella preghiera, nella superstizione, coi suoi piccoli e grandi riti, la forza per ricominciare.
“Vico Fissale” di Camilla Scala, un romanzo appassionante, diventa allora anche una preziosa fonte di conoscenza di una società in cambiamento, tanto diversa da quella dei nostri giorni.Un libro da leggere assolutamente.