“Ci sentiamo ancora vicini a quella famiglia”
Era il 12 Settembre del 2017 quando una intera famiglia composta da padre, madre e figlio 13enne fu “inghiottita” da una voragine che si aprì sulla Solfatara di Pozzuoli. Di quella famiglia, solo il fratellino più piccolo riuscì a mettersi in salvo ed oggi vive con gli zii nel Veneziano.
A distanza di quasi un anno dalla tragedia, a parlare è un commerciante proprietario di un bar sul lato esterno del cratere della Solfatara: “Siamo tutti ancora profondamente addolorati per quanto è accaduto lo scorso anno e speriamo che presto tutto possa essere chiarito. Ci sentiamo ancora vicini a quella famiglia e ci auguriamo che il piccolo Alessio possa crescere nel migliore dei modi. Da quel giorno qui tutto è fermo ed è rimasto chiuso. I turisti però continuano a venire ed ora osservano il panorama dall’alto. Noi come commercianti dell’area speriamo che tutto possa presto tornare come prima anche perché questo sito è importante sia per noi che per il nostro territorio. Pozzuoli ha tra i suoi simboli la Solfatara che nonostante tutto, continua ad attrarre centinaia di turisti che ogni giorno chiedono quando sarà possibile tornare all’interno del cratere”.
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