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Castellammare di Stabia

Povera Italia: ancora immagini di devastazioni e morti

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Giuseppe Vollono
Giuseppe Vollono

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ella mia mente è ancora vivo il terremoto dell’80 con epicentro in Irpinia. Avevo quasi 10 anni e non potrò mai dimenticare l’odore che si liberò prima e durante il sisma. Quella sorte di “melodia” della morte che si era generata grazie alle onde sismiche. Poi le urla della gente, la devastazione della città, i feriti, gli sfollati, noi accampati in auto mentre le auto delle forze dell’ordine circolavano per la città per impedire atti di sciacallaggio. Da bambino ho vissuto la cosa un po’ come un gioco perché ci accampammo con l’auto nei pressi del palazzo di zio Ciccio e zia Ninuccia, il primo fratello di mio padre. Lì c’era uno spazio enorme di terra incolta e noi bambini prendemmo la legna per fare un falò mentre gli adulti salirono nei loro appartamenti per prendere carne o altro cibo da condividere con tutti. Ma al tempo stesso mi sentivo stranito. Ero in auto a dormire e non a casa mia. Poi si sentivano le sirene dei vigili del fuoco, delle ambulanze… altre scosse di assestamento. Terribile. A questi miei connazionali sfortunati posso solo dire di essere loro vicino con la mente e con il cuore.

Giuseppe Vollono


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