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Castellammare di Stabia

Povera Italia, povera Patria di morti evitabili (mp3)

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inda Laura Sabbadini, statistica italiana nota in particolare come pioniera europea delle statistiche per gli studi di genere e commentatrice, parte dagli ultimi incresciosi casi di morti che si sono succediti nella nostra Povera Italia per tracciare un quadro impietoso della deriva  alla quale sembra essersi abbandonata la nostra nazione consentendo il succedersi di tante, troppe morti assolutamente evitabili in uno stato che si autoproclama civile, industriale ed avanzato. Uno stato dove si muore ancora perché NON si mette mano all’efficienza della sua rete ferroviaria. Uno stato dove si  uore ancora per mancanza di un servizio di elisoccorso ma talvolta anche proprio di un’ambulanza, di un servizio stradale che conseta loro di viaggiare in velocità e sicurezza, di un pronto soccorso decente in ospedale, addirittura di un posto in ospedale e via di questo passo in un lunghissimo esempio di scempio e di inadempienze del quale ci si dovrebbe vergognare ed invece trovano giusto il tempo di un “rimbrotto” già dimenticato nell’arco di un giorno se non di ore.

Ma leggiamo ora l’analisi e la statistica della Sabbadini e meditiamo su come è ridotta questa nostra POVERA PATRIA (ascolta)

È una spia del malessere del Paese LINDA LAURA SABBADINI

Un incidente terribile, ma evitabile in Puglia tra due treni incanalati sullo stesso binario e la vita dei pendolari, lavoratori e studenti appesa ad una telefonata. Non ci si può neanche credere. Sembra un incubo. Un bimbo appena nato che muore in Sardegna per la mancanza di elisoccorso dopo che la sua mamma partorisce prematuramente in traghetto. Che cosa sta succedendo nel nostro Paese? Episodi che non vorremmo vedere. Gli epidemiologi li chiamerebbero eventi sentinella. Sintomi di qualcosa di profondo che non va.

Si tratta di mortalità evitabile che il nostro Paese deve puntare ad azzerare. Per mortalità evitabile si intendono quegli eventi che potrebbero essere contrastati con azioni mirate, soprattutto nell’ambito della prevenzione e della sicurezza, e del potenziamento di servizi e infrastrutture, come in questi casi. E si deve farlo sapendo che su questi fronti i rischi non sono equamente distribuiti. Stiamo parlando di Sud, parte fondamentale del nostro Paese e dell’Europa. In Italia la mappa dei bisogni presenta già alcuni squilibri, perché non coincide con la mappa dei servizi e delle infrastrutture presenti. Gli anziani, ad esempio, sono in peggiori condizioni di salute al Sud, ma hanno minore assistenza sociale e sanitaria. I poveri sono di più, ma ricevono di meno. Attribuire la responsabilità a inefficienze di natura locale o all’incapacità di gestire fondi da parte delle amministrazioni del Sud non aiuta a mettere a fuoco soluzioni efficaci, anzi, si rivela spesso controproducente. Il punto è piuttosto quello di ricostruire opportunità adeguate per la popolazione del Sud, tenendo a mente che le croniche «dispari opportunità» che si sono perpetrate negli anni non permettono di valorizzare le grandi risorse umane e del territorio pur presenti in quelle zone. E’ un gap che va colmato, in fretta, prima che le disparità aumentino ulteriormente, ad esempio con la fuga dei giovani, e prima che i settori più dinamici del Sud siano costretti ad abbandonarlo.

Non si possono fare risparmi sulla sicurezza dei cittadini, né accumulare ritardi sull’assistenza sanitaria, da sempre un pilastro del nostro Paese: si è fin troppo tagliato su prevenzione, sicurezza e sanità, adesso è il momento di investire. La mortalità evitabile al Sud è un fattore che si aggiunge e si sovrappone a un quadro già disagiato. Il disastro ferroviario in Puglia e il mancato elisoccorso in Sardegna colpiscono territori già pesantemente provati, ed è su questo secondo aspetto che bisogna lavorare. Quando si comincerà a investire – più che a tagliare – per ridurre le disuguaglianze di opportunità tra Nord e Sud? Non ci si può lavare le coscienze ricordando le inefficienze e gli sprechi. Il Sud ha bisogno di essere sostenuto nel recupero del gap che lo separa dal resto del Paese. E il nostro Paese deve ritrovare le sue priorità. La crescita dell’Italia è strettamente connessa alla crescita del Sud. Eliminare la mortalità evitabile, puntare sulla prevenzione e sulla sicurezza, partire dai bisogni di coloro che hanno sempre avuto meno, questo è il compito.

 

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