Polemiche sul Gay Pride di Pompei del 30 giugno: insorge parte della comunità cattolica della città mariana
A due settimane dal tanto discusso Gay Pride di Pompei continuano le polemiche e le “resistenze” da parte della comunità cattolica più integralista della città. Questa volta, ad apparire in varie zone della città mariana è stato un manifesto dell’associazione “Rete Pro Vita e Famiglia Campania”.
Nel manifesto, oltre ad una citazione presa liberamente dall’Apocalisse, si dà appuntamento ai fedeli per inscenare una protesta in concomitanza dell’evento LGBT, uno dei più grandi in Campania.
“Il 30 giugno – si legge sul manifesto – saremo in piazza come fedeli in ordine sparso per pregare con il santo rosario stretto tra le mani, simbolo della nostra fede, dei nostri valori e della nostra identità. Invitiamo la popolazione a pregare con noi ala passaggio del corteo offensivo: la nostra preghiera sia di riparazione per le offese alla vergine e possa risvegliare al bene, al vero e al bello di ogni coscienza”
Ancora una volta, dunque, parte dell’ambiente cattolico di Pompei si mostra critico nei confronti della manifestazione, che quest’anno ha raccolto anche la solidarietà del Comune e dell’Amministrazione. Lo fa arrogandosi la voce della “verità” e alludendo ad offese ai luoghi sacri della città. Offese che – assicurano le associazioni – non sono contemplate nella natura dell’evento.
Intanto la stessa associazione promotrice del manifesto anti Gay Pride ribadisce sui social: “L’unica Famiglia contemplata dalla Cristianità e difesa dalla Costituzione italiana è quella Naturale composta da una mamma e un papà, che i bambini devono essere difesi dalla follia del gender nelle scuole e che Pompei è Città Mariana e per questo non deve essere vilipesa dalle oscenità del Gay Pride e dalle blasfeme manifestazioni della lobby LGBTQZ!”, dichiarazione accompagnata da una serie di hashtag del caso.
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A cura di Mario Calabrese
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