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Pompei, condannato giovane estorsore: insieme a tre complici chiese il pizzo a due imprenditori

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Pompei, è stato condannato il 20enne Vincenzo Severino, accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il ragazzo, insieme a tre complici, chiese il pizzo di Ferragosto a due imprenditori; lui fu riconosciuto solo successivamente a causa di un  tatuaggio. Vincenzo Severino, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione, a differenza dei  4 anni chiesti. La sentenza è stata emessa oggi dal tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Francesco Todisco), su richiesta del pm Giuseppe Cimmarotta della Dda di Napoli.

I tre estorsori sono legati al clan di Dario Federico, detenuto ed elemento di spicco dei Cesarano. Si tratta di Aniello Cirillo, di 43 anni, del figlio Angelo Cirillo di 22 anni e di Valerio Varone, di 39 anni, i quali, lo scorso agosto, avevano tentato di estorcere denaro a due imprenditori del settore conserviero. Secondo le indagini fatte dalla polizia e dall’antimafia, Severino, per giunta incensurato, aveva accompagnato i due esattori.

Grazie alle telecamere di sorveglianza, padre e figlio furono subito riconosciuti, mentre del 2oenne saltò all’occhio un tatuaggio molto vistoso.  Nel giorno degli arresti dei Cirillo e di Varone, andò a salutarli in commissariato dove i poliziotti notarono il particolare tatuaggio, lo identificarono per poi arrestarlo qualche giorno dopo.

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