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EW YORK- Nuove accuse di stupro per il regista Roman Polanski. Si tratta del terzo caso di violenza sessuale che emerge dal passato. La donna – che preferisce farsi riconoscere solo come “Robin M”- afferma di essere stata violentata nel 1973 all’età di 16 anni.
La donna, oggi 59 enne, ha dichiarato di essere uscita allo scoperto solo 44 anni dopo, in seguito alla richiesta di archiviazione da parte di Samantha Geimer, che Polanski ha ammesso di aver violentato nel 1977 quando lei aveva solo 13 anni. Il regista, in seguito a tale accusa, trascorse 42 giorni di prigione prima di fuggire in Europa, e altri 10 mesi in carcere e agli arresti domiciliari in Svizzera nel 2009 su mandato degli Stati Uniti, rifiutando però l’estradizione.
“Parlo adesso – ha aggiunto Robin – in modo che Samantha e il mondo sappiano che lei non è stata l’unica minorenne aggredita da Roman Polanski”. Secondo quando scrive il quotidiano americano Daily News , la donna non ha intenzione di far causa al regista polacco perchè secondo la legge californiana il caso è troppo datato. Robin M ha però affermato che vorrebbe testimoniare contro Polanski nell’eventualità di un processo per il caso Samantha Germer, la minorenne drogata e poi violentata nella villa di Jack Nicholson mentre l’attore era in viaggio. Dopo la Germer, nel 2010 fu la volta dell’attrice britannica Charlotte Lewis, la quale lo accusò di averla violentata a Parigi nel 1983 quando aveva 16 anni.
Il cineasta, che compirà 84 anni domani, non ha mai voluto rientrare negli Stati Uniti senza la garanzia che non sarebbe finito in prigione.
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