La Citta di Messina e’ un pianeta senza luce, come una cometa non brilla di luce propria.
La Citta’ ha avuto per piu’ di un trentennio, un declino costante, le varie Amministrazioni che si sono successe l’hanno resa sempre piu’ arida, brulla e sterile: gli amministratori hanno pensato piu’ ai loro interessi sia personali che partitici, che al bene dell’intera Comunita’.
Con l’elezione di Renato Accorinti, i Messinesi hanno voluto scegliere un uomo che veniva dal basso, non facente parte di una schiera di burocrati dal pelo lungo e consumato, in tanti avevano pensato che qualcosa sarebbe potuto cambiare.
Purtroppo a distanza di 3 anni dalla sua elezione, non si e’ avuto un miglioramento ne’ dal punto di vista economico e neppure nella qualita’ della vita. Messina manca di servizi essenziali; strade dissestate, raccolta rifiuti, manutenzione dei torrenti ridotti a cloache a cielo aperto, (e’ in corso un’indagine della Procura delle Repubblica in merito), Turismo zero, Commercio e Artigianato al collasso.
La lista delle incompiute e’ molto lunga, quando si e’ scelta la via degli esperti per ogni settore questa si e’ dimostrata peggiore del male e del tutto insoddisfacente.
L’improduttivita’ per la Citta’ di Messina e’ una costante fissa, piu’ passa il tempo e piu’ ci si rende conto di correre il rischio che fra qualche anno diverra’ una Citta’ di soli pensionati, visto che le attivita’ produttive prima nascevano e poi morivano, ora neppure nascono.
Gia’ da alcuni mesi nel Municipio di Messina si erano avute le prime avvisaglie di guerriglie politiche, poi tramutatesi in veri e propri scontri verbali, successivamente sfociate nelle 17 firme per esautorare Accorinti.
Per mandare a casa Accorinti bisogna raggiungere il quorum di 27 firme, solo allora il Sindaco potra’ essere esautorato dalle sue funzioni. Accorinti giudica una “Congiura di Palazzo” la mozione di sfiducia firmata dai 17 Consiglieri comunali, come se fossero dei ribelli, ma sara’ consapevole che il suo destino potrebbe essere “segnato” da Francantonio Genovese.
L’ex capogruppo PD, da poco tempo traghettato in FI, gia’ condannato a 11 anni di reclusione e indagato per frode fiscale, se dovesse puntare il pollice verso nei confronti di Accorinti, ne decreterebbe la fine.
La permanenza di Accorinti e’ legata ad un tenue filo, basterebbe anche una piccola folata di vento per spezzarlo.
Mauro Lo Piano e Raffaella Spadaro
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