Non sono solo i medici a dover rinunciare a passare Vigilia e Natale lontano dal calore delle loro case e dei loro familiari, ma anche fruttivendoli e pescivendoli napoletani stanno passando notti all’addiaccio: per loro, le caldi notti in casa sono un ricordo, almeno fino alla Vigilia. Passeggiando per le strade del centro storico (e non solo) partenopeo, si notano infatti anche ad orari decisamente poco tradizionali i negozi ancora aperti, in particolare quelli che si occupano di vendere frutta, verdure e pesce, cibi che vengono letteralmente “presi d’assalto” in occasione delle Feste di Natale
Ore tre del mattino, un freddo quasi polare accentuato da vento ed umidità, eppure loro sono là, avvolti in strati di lana a “presidiare” le rispettive botteghe. Uomini e donne, spesso consorti, che attendono qualche cliente “fuori orario” ma non solo. Come spiegano loro stessi: “Abbiamo talmente tanta roba da sistemare che, anziché metterla dentro alla sera e ricacciare tutto fuori la mattina successiva, facciamo prima a non chiudere proprio”. Un ragionamento che non fa una grinza: con buona pace di chi dice che al Sud magari non si lavora o si lavora meno che in altri posti d’Italia.
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