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a sofferta vittoria del Pescara per 2-1, arrivata ieri nei minuti di recupero contro il pericolante Livorno (i labronici, dopo un inizio di campionato pirotecnico, caratterizzato da 5 successi di fila, sono sprofondati in piena zona play-out, e, attualmente sono la squadra che ha il peggiore stato di forma nella serie cadetta), si può tranquillamente catalogare come una vittoria di “rigore”, in virtù delle due marcature abruzzesi arrivate proprio grazie a due penalty. Riavvolgendo il nastro della partita, sembra piuttosto evidente come il primo calcio di rigore fischiato contro i labronici, per un fallo su Mitrita, fosse viziato da un precedente fallo di Lapadula su un difensore toscano, non ravvisato del mediocre direttore di gara, Serra di Torino, il quale in precedenza, e per la precisione al 3’, aveva espulso Emerson, per un presunto fallo del calciatore amaranto su Lapadula (assolutamente anonima la sua prestazione ieri: le sirene del calciomercato lo hanno forse distratto?), mentre le immagini mostrano chiaramente come sia l’attaccante del Pescara ad appoggiarsi per primo su Emerson. Un’espulsione, quindi, piuttosto affrettata da parte dell’incerto direttore di gara, che ha condizionato l’intera contesa, dal momento che la squadra di Mutti ha dovuto giocare tutta la gara in dieci, rivedendo il suo assetto tecnico-tattico.
Eppure, la formazione maremmana, non ha lasciato grandi spazi ad un Pescara che ha attaccato a testa bassa, ma con poco ordine e in maniera poco incisiva, cercando quasi sempre delle prevedibili verticalizzazioni per vie centrali, senza allargare il gioco.
Pensare che i toscani erano anche passati in vantaggio, con la complicità di Fiorillo, completamente fuori tempo sul terzo tempo vincente di Moscati, nell’unica e vera occasione avuta dalla squadra di Mutti. La squadra di Oddo ha avuto il merito di non scomporsi, e attaccando a pieno organico, è riuscita a procurarsi il rigore che ha permesso a Cocco finalmente di sbloccarsi, e al Pescara di pareggiare una gara che si era messa veramente male per gli abruzzesi. In zona Cesarini, infine, è arrivato il secondo rigore della giornata per i Dannunziani, il sesto stagionale, parso più netto rispetto al primo, che ha permesso al Pescara di salvare la faccia.
Sesto rigore stagionale, che vale il terzo posto solitario in classifica. Per gli amanti delle statistiche, la squadra abruzzese è il team che ha fruito del maggior numero di penalty fino ad oggi in serie cadetta, dopo il Vicenza e il Brescia (7 i calci di rigore decretati a favore dei berici, 8 quelli in favore delle Rondinelle).
Scorrendo la classifica, e prendendo in considerazione le squadre che sono in zona play-off, vale a dire quelle comprese tra il terzo e l’ottavo posto, emerge un dato curioso: il Pescara, attualmente terzo, e il Brescia, attualmente quinto, hanno fruito di un numero rilevante di penalty. Le altre squadre, invece, hanno visto pochissime volte i direttori di gara indicare il dischetto a loro vantaggio: si tratta del Novara, quarto a 38 punti, ma penalizzato di 2 lunghezze, che ha fruito di un solo penalty, un solo rigore a testa concessi anche al Bari, sesto in graduatoria e al Cesena, ottavo. Peggio è andata, almeno fino ad ora, all’Avellino: gli irpini, ottavi in classifica, non hanno ancora avuto un penalty a favore. Il campionato è ancora lungo, e di tempo per recuperare ce n’è. In tutti i sensi…
CHRISTIAN BARISANI
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