Lucia Borgonzoni (eikon)
Parla Giambattista Borgonzoni, il padre della candidata leghista che il 19 giugno contenderà la poltrona al sindaco di Bologna
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L’agone politico è crudele e Lucia ha dimostrato di avere tante qualità, io sono molto fortunato perché ho figlie in gamba — dice l’architetto che sta curando il catalogo delle opere del padre, il pittore Aldo Borgonzoni —. Se Lucia dovesse mancare il traguardo di diventare sindaco a Bologna, comunque coglierà l’occasione di entrare in parlamento, ma io come la penso gliel’ho scritto». Borgonzoni padre, che si definisce moderato di sinistra, non condivide le battaglie nazionali del Carroccio. «Penso che di fronte al problema biblico dell’immigrazione la risposta possa essere solo più Europa, non meno Europa — spiega — e che questo fenomeno gingantesco non si fermi con i muretti di Salvini». I consensi alla Lega sono secondo lui il termometro della febbre italiana e non la soluzione. «Ma la febbre c’è questo è certo — riflette — basta vedere come hanno votato nei quartieri popolari».
Questo non toglie che Giambattista Borgonzoni auguri alla figlia «tutto il successo possibile». Anche lei del resto, dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti con Concetto Pozzati, ha seguito per un po’ le orme del nonno paterno, pittore della seconda metà del novecento. «Ha dipinto anche Lucia — spiega — ma la sua attività da anni ormai è la politica».
La sfidante di Merola è tra i giovani amministratori su cui ha puntato Matteo Salvini nei territori. Esponenti radicati e radicali del Carroccio. Anche alle regionali la scelta del sindaco di Bondeno, Alan Fabbri, premiò l’impegno leghista nei Comuni e nelle istituzioni. Borgonzoni, dopo la parentesi universitaria che la vede anche barista al centro sociale Link, entra nella Lega con la gavetta dei militanti. È responsabile del tesseramento e capogruppo in Provincia dal 2009 al 2011. Di banchetti, volantinaggi e campagne elettorali ormai se ne intende. Nel 2011 approda sui banchi del consiglio comunale e dopo lo “schiaffo” di via Erbosa si aprono le porte per Salvini in città. Durante una visita al campo rom di via Erbosa, la consigliera denuncia infatti con tanto di video di essere stata oggredita a calci e schiaffi da un’ospite del campo, e il leader nazionale decide allora di venire nello stesso campo, con l’idea che «non esistono zone franche».
L’assalto all’auto di Salvini da parte di alcuni ragazzi dei centri sociali, i vetri spaccati, le denunce sono agli onori delle cronache. E lo stesso “schema” tra antagonisti e leghisti da due anni si ripresenta ad ogni occasione. La paziente, determinata e sicura Borgonzoni ora è arrivata al ballottaggio. Non ha niente da perdere e una carriera costruita con metodo. Comunque vada.
vivicentro.it/nord/opinioni – Papà Borgonzoni: “Lucia è brava, ma io il Carroccio non lo voto”. ELEONORA CAPELLI
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