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Castellammare di Stabia

Operazione Mezzo servizio assenteismo e coperture dai superiori

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Altre buone notizie, stavolta dalla Procura di Catanzaro. Conclusa l’indagine: Operazione Mezzo servizio svolta su un’assenteista seriale e i suoi superiori.

Presso l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, sembra che si fossero montati la testa, pensando di trovarsi al Senato della Repubblica.

Grazie all’operato di alcuni parlamentari negli anni, avevamo già scoperto che, andare al lavoro per loro, non è affatto obbligatorio e grazie a quello recente del senatore Renzi, abbiamo anche scoperto che nulla osta il fatto, che oltre a non essere obbligati a lavorare per i cittadini che li strapagano, i nostri “onorevoli” possano altresì lavorare, in presenza, durante il mandato, per chi più gli aggrada, ivi compresi coloro che stanno dando vita a “nuovi rinascimenti” sopprimendo e facendo a brandelli i giornalisti irriverenti… forse per poi vedere se rinascono, chissà.

D

a parte di questa categoria di pazzi strakanovisti sottopagati, minacciati, querelati e senza scorta, vi giungano tutti i nostri applausi… unitamente a quelli del popolo tutto che viene finalmente a scoprire, che anche i dipendenti pubblici ed ospedalieri, qualche volta, in 15 anni, si sarebbero dovuti presentare al lavoro, in qualche forma, anche come ectoplasma.

Dio benedica la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, in particolare il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, autori degli accertamenti per l’Operazione Mezzo servizio che hanno consentito di scoprire che il sig. Salvatore Scumace, classe ’54 di Botricello, in organico all’azienda ospedaliera, assegnato al servizio Emergenza Incendi, pur avendo regolarmente percepito più di 538.000 euro di stipendi, per oltre 15 anni, non si sia mai recato al lavoro e stavolta, pare, che non fosse un diritto riconosciuto ma piuttosto preteso, anche attraverso atti intimidatori verso alcuni, ed amichevoli, verso altri.

Nel 2005 infatti, un “signore molto distinto” si introdusse nell’ufficio della responsabile di allora, oggi in congedo ed estranea alle indagini, minacciando lei e la sua famiglia per l’intento di voler procedere a provvedimenti disciplinari nei confronti dello Scumace, il quale quindi, ha continuato la sua “opera” indisturbato.

Almeno fino a quando nel Luglio del 2020, si sono palesati gli approfondimenti investigativi in atto della Guardia di Finanza verso l’operato dell’ Azienda Sanitaria Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”.

Curiosamente, dopo oltre 15 anni e solo a quel punto la mitica Azienda ha avviato una richiesta di provvedimento disciplinare nei confronti dello Scumace, affidando la decisione ad apposita “Commissione”, la quale non ha ravvisato nel comportamento del fantasma la possibilità di avanzare un addebito disciplinare nei suoi confronti .

La “Commissione” era composta dagli attualmente indagati, Canino (Presidente), Mole’ e Fondacaro (membri).

Successivamente alla simpatica archiviazione di questo primo tentato provvedimento, sempre la mitica Azienda ne propose un altro che stavolta si concludeva con il licenziamento senza preavviso dello Scumace.

Le indagini dirette dal Sostituto Procuratore dott. Domenico Assumma, coordinate dal Procuratore Aggiunto dott. Giancarlo Novelli e del Procuratore della Repubblica dott. Nicola Gratteri hanno infine portato alla chiusura delle indagini già verso 7 indagati, che hanno ricevuto oggi l’avviso di conclusione.

I signori coinvolti, ai quali forse staranno consegnando finalmente anche pacchi famiglia di carta igienica, si chiamano:

  • Nino CRITELLI classe ’55 di Catanzaro,
  • Vittorio PREJANO’classe ’57 di Catanzaro,
  • Maria Pia DE VITO classe ’53 di Montepaone
  • Antonio MOLE’ classe ’68 di Catanzaro,

oltre naturalmente al mitico Salvatore SCUMACE.

Benedizioni, fiori ed i nostri complimenti migliori, a tutti i veri Uomini di Stato, che stanno lavorando senza lena per poterci far scrivere un giorno una nuova storia, fatta di legalità e giustizia, unico vero scoop in un paese abituato al silenzio della mafia, come a qualsiasi altra cosa…

Francesca Capretta / Cronaca Calabria


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