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Delitto Cucchi, nuovo filone di indagine: si cercano gli autori del depistaggio

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Durante l’udienza di ieri del processo ai cinque carabinieri per reati che vanno, a seconda delle diverse posizioni, dall’omicidio preterintenzionale alla calunnia fino al falso, il pm Giovanni Musarò aveva reso note tre deposizioni nelle quali uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, ha accusato i colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo della violenta aggressione che portò alla morte di Stefano Cucchi. “Fu un attacco combinato di calci e pugni” aveva riferito, Tedesco che – dopo 9 anni di silenzi –  ha finalmente raccontato la dinamica del terribile pestaggio. Tedesco verrà ascoltato entro gennaio in aula nell’ambito del dibattimento in corso. Ma nel corso della deposizione, il carabiniere ha anche riferito di aver denunciato ai superiori il comportamento violento dei colleghi. Denuncia che è stata però insabbiata insieme al rapporto presentato da Tedesco. Ombre di depistaggio, quindi.
Repubblica ha reso nota l’apertura di nuovo filone di indagine, avviato dopo l’audizione di Di Sano nel processo principale, composto da due distinti fascicoli per falso ideologico (oltre a Colombo e Di Sano, altri due carabinieri indagati) e soppressione di documento pubblico.
Rispondendo alle domande del pm Giovanni Musarò, il militare dell’arma il 17 aprile scorso ammise di avere modificato l’annotazione di salute di Cucchi. “Mi chiesero di farlo – racconto davanti alla prima corte d’assise – perché la prima era troppo dettagliata. Non ricordo per certo chi è stato; certo il nostro primo rapporto è con il Comandante della Stazione, ma posso dire che si è trattato di un ordine gerarchico”.

 

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