Omicidio Ciro Esposito, la sentenza: non fu legittima difesa, confermata la condanna a De Santis
Non fu legittima difesa. Quattro anni per arrivare a questo ultimo verdetto dei giudici: quei cinque colpi esplosi a ripetizione da parte di Daniele De Santis provocarono un omicidio volontario, l’assassinio del giovane ultrà del Napoli Ciro Esposito. Era il tre maggio del 2014 e a distanza di più di quattro anni, si chiude in via definitiva il processo a carico di Daniele De Santis: confermata dalla Cassazione la condanna a sedici anni di reclusione, rigettata la pista della legittima difesa presentata al centro del ricorso della difesa del supporter giallorosso.
Soddisfazione durante la lettura del verdetto da parte degli avvocati di parte civile, che assistono Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, che in tutti questi anni non si è mai arresa, neanche quando il processo si è fatto più duro o quando la morte di suo figlio fu considerata frutto di una “bravata“.
“Dal primo momento abbiamo dato prova, nonostante il dramma vissuto, che la violenza e la vendetta non ci appartengono. Siamo però alla ricerca di giustizia e verità . Per quanto tutto questo non potrà restituirci nostro figlio, abbiamo il diritto di chiedere che venga ricercata la verità e la giustizia con ogni sforzo“. avevano detto alla vigilia del processo, i genitori del giovane tifoso azzurro morto dopo 50 giorni di agonia dopo essere stato ferito negli scontri prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.
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