O
ggi all’eurogruppo di Bruxelles col ministro Tria si discute di nuovo della manovra italiana. La maggioranza fa sapere che, anche se si tratta sul deficit al 2% per evitare la procedura di infrazione – decisione che dovrebbe arrivare il 19 dicembre -, comunque difende le scelte fatte col ministro Tria si discute di nuovo della manovra italiana. La maggioranza fa sapere che, anche se si tratta sul deficit al 2% per evitare la procedura di infrazione – decisione che dovrebbe arrivare il 19 dicembre -, comunque difende le scelte fatte: “eviteremo la terza recessione dicono Salvini è Di Maio”. Oggi previsto un nuovo vertice del governo e stamani riprende all’esame della commissione bilancio della camera dopo che lega e 5stelle hanno presentato 54 emendamenti.
Ormai è chiaro che alcune modifiche saranno inevitabili ma, mentre Conte prosegue il dialogo con la Ue, i due vicepremier non vogliono rinunciare ai loro cavalli di battaglia e fissano ancora una volta i loro paletti sui ritocchi alla manovra mentre affermano:
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“L’Italia si sta rialzando e in tutti i tavoli, dall’Europa agli incontri con i maggiori partner internazionali, noi siamo nelle mani giuste, quelle del Presidente Conte”, il premier – aggiungono – “sta illustrando all’Europa le potenzialità dell’ampia agenda di riforme che riporterà il Paese a crescere, evitando il rischio di una terza recessione e aprendo all’Italia una prospettiva futura migliore. Le nostre misure rimettono in moto l’occupazione e la produttività, tendendo la mano a chi è rimasto indietro in questi anni di crisi, dando respiro ai consumi e guardando agli investimenti come trampolino fondamentale per la crescita nel lungo periodo”.
Con questo, i due, riconoscono a Conte il ruolo che sta avendo ma …. ma poi ecco l’immancabile postilla: nessuna rinuncia sulle nostre misure.
I paletti quindi restano quelli sul reddito di cittadinanza e su ‘quota cento’, con la Lega disponibile ad abbassare le pretese sui fondi necessari sulla riforma delle pensioni ma senza ridurre eccessivamente l’asticella. “Bruxelles può mandare anche padre Pio ma noi la Fornero la smontiamo pezzo per pezzo”, afferma il segretario della Lega, e “se ci sono soldi in più su Fornero e reddito li spostiamo, niente di più”. Un discorso simile riguarda il reddito di cittadinanza ma anche qui i pentastellati non ci stanno a veder ‘annacquato’ il proprio cavallo di battaglia.
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