La scorsa settimana, per la precisione in data 21 agosto 2018, abbiamo pubblicato – come anche Il Mattino e La Voce di Napoli – l’articolo ” Concorso Miss Italia , il figlio del boss tra i giurati: il prefetto lascia il tavolo “ che si concludeva con:
[…]
Fin qui tutto regolare finché il Prefetto Di Menna che, a sua volta, era stato – parimenti – invitato dagli organizzatori della serata per il concorso Miss Italia non ha deciso durante la serata di abbandonare la sfilata.
Nell’immediato i presenti hanno pensato che la decisione del commissario Francescopaolo Di Menna, di doversi allontanare dal tavolo dei giurati abbandonando gli spazi pubblici della villa del Ciaurro, sia stata presa per per eventuali ragioni di opportunità in considerazione della stretta parentela di Vincenzo Polverino con il Boss Giuseppe. Non sappiamo se davvero questo sia stato il motivo, ma l’episodio può essere considerato come un incidente diplomatico che di fatto ha rovinato la bellissima serata.
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uesta la conclusione dei fatti così come visti, interpretati e resi noti, da chi era presente alla selezione del Concorso di Miss Italia e riportati dai principali organi di stampa locali.
Nell’esercizio del diritto-dovere di informare, e con lo scopo di fornire ai nostri lettori un’informazione imparziale e quanto più ampia e dettagliata possibile, diamo ora spazio al quanto ci ha scritto l’Avv.to Giovanni Esposito Fariello, dell’omonimo Studio Giuridico Penale con sede in Napoli, Via Medina 40, per esprimere il suo parere (in nome del suo cliente, il Sig. Vincenzo Polverino) in merito alla vicenda e sul come essa è stata divulgata.
Questa l’estratto della nota inviata a diversi quotidiani (on line e cartacei) locali:
La grave e sconcertante vicenda che ne occupa trae origine dal fatto che il Sig. Vincenzo Polverino, da anni gestore di una fiorente e qualificata attività commerciale in Marano, veniva con insistenza contattato dal comitato organizzatore per la elezione della candidata al Concorso Miss Italia, per la zona di riferimento, al fine di partecipare all’evento medesimo.
Di più, detto comitato insisteva non poco perchè lo stesso facesse parte della relativa giuria.
Accade che della detta giuria faceva parte anche, tra gli ospiti, il Commissario Straordinario di Governo, Prefetto Dott. Francescopaolo Di Menna: a questo punto si inserisce la oggettiva, squallida e altrettanto offensiva suggestione/illazione del cronista che, riferendosi ad un non meglio identificato agente di Polizia Municipale, attribuisce a tale ultimo di aver informato il predetto Prefetto della presenza in giuria del Sig. Vincenzo Polverino, indiscutibilmente figlio del pregiudicato Sig. Giuseppe Polverino.
La detta suggestione si amplifica quando l’articolista attribuisce l’allontanamento dal tavolo dei giurati del predetto dott. Di Menna “per ragioni di opportunità” proprio legandolo alla presenza del nostro.
Un tale modo di rappresentare gli accadimenti ne evidenzia, da un lato, la assoluta inconsistenza storica, li travisa, ed infine attribuisce, in assenza assoluta di profili probatori/indiziari, l’allontanamento del prefetto alla presenza del Sig. Vincenzo Polverino.
Ci si domanda, semplicemente, da quale dato cognitivo il cronista abbia ricavato l’asserito “nesso causale” tra l’allontanamento del Commissario e la presenza contestuale di Vincenzo Polverino? Ha mai intervistato sul punto, l’ineffabile cronista, Sua Eccellenza il Prefetto? E quanto all’ignoto agente di Polizia Municipale? Naturalmente trattasi di domande gravemente prive di risposta!
All’evidenza una simile dinamica narrativa determina una indiscutibile gravissima offesa all’onore e alla reputazione, personale e professionale, del Sig. Vincenzo Polverino -trattando costui come un autentico appestato, dal quale addirittura le Istituzioni di vertice prendono fisicamente le distanze!
La gravità dell’occorso è vieppiù indiscutibile, atteso che chi scrive è convinto che giammai l’autorevolezza istituzionale e morale del Dott. Di Menna lo avrebbe indotto, per inconsistenti motivi di opportunità (!?!) a lasciare il tavolo della giuria, così mortificando la persona di Vincenzo Polverino, colpevole solo di essere figlio di un pregiudicato, per di più, va senza dire, mai coinvolto nelle gravissime dinamiche associative ascritte (giustamente o ingiustamente) al padre!
Ed allora, se è vero come è vero, che in un autentico stato di diritto (reale e giammai ipocrita) le colpe dei padri non possono (e non devono) ricadere sui figli, il diverso narrato giornalistico al riguardo non solo si appalesa ingiusto, ma altresì illegittimo, illecito e definitivamente immorale.
Nel rispetto delle invocate norme della legge sulla stampa, si chiede dunque la puntuale pubblicazione di tanto, ancora convinti della reale obiettività degli organi di informazione.
Pubblichiamo anche la scansione delle 3 pagine della lettera fatta giungere anche alla nostra Redazione. La nostra scelta va letta come volontà di garantire la veridicità di quanto pubblichiamo senza, peraltro, alcun nostro commento nel merito com’è nostra abitudine.
Ai lettori prendere nota di tutto e farsi quindi un’idea completa della vicenda relativa a questa tappa del concorso Miss Italia secondo propria valutazione ne più ne meno come, la sera dei fatti, ha scelto di fare il commissario Francescopaolo Di Menna.
Questo è quanto era nostro dovere, e nella nostra possibilità, fare, ed è il quanto abbiamo fatto.
x la Redazione / Stanislao Barretta
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