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Nello Longobardi: Il Basket è lo sport che amo di più

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990 – 2017, la storia Infinita di Nello Longobardi nel basket nazionale, alla guida della sua creatura, la Società Scafati Basket continua ad esistere. Questo l’estratto dell’intervista concessaci dal Patron al termine della gara tra la Givova Scafati e la Soundreef Siena:

Partita dai due volti, Scafati ha meritato di vincere, ma nel basket se stacchi la spina troppo presto, rischi di rimettere il successo in discussione…

Siena è una bella squadra con due americani super e un gruppo di italiani di ottimo livello, a questo roster aggiungiamo che Griccioli è un allenatore (ex di turno, ndr) che sa rimontare le partite di questo genere. Noi abbiamo iniziato alla grande con un ottimo maestro di musica come Miles che ha fatto cose di altissimo livello. I primi due quarti ci è sembrato anche troppo facile e, probabilmente, siamo tornati in campo con la testa di aver già chiuso la partita e abbiamo ripetuto a tutti i giocatori che la partita invece era ancora da iniziare perché altrimenti loro sarebbero ritornati in partita, e così è stato.

Parlando della realtà attuale, quattro vittorie consecutive di cui due a Roma, dove non si era mai vinto nella storia, è bello rivedere Scafati a questi livelli, possiamo affermare che quest’anno si sogna come due anni fa?

Ci sono delle similitudini a parte l’allenatore, abbiamo degli americani forti e con buoni numeri nei ruoli cardine di play e pivot, a questo dobbiamo aggiungere che gli italiani stanno dando una grossa mano. Sperare in una stagione come quella di due anni fa, è “tosta”, ma siamo li sopra e godiamoci questa posizione che rispetto all’anno scorso che stavamo all’opposto e all’inverso rispetto ad oggi.

Questa intervista speciale ed esclusiva vuole essere anche un raccontare Nello Longobardi a 360 gradi, il presidente Longobardi anche nella vita di tutti i giorni. Partiamo dal basket, possiamo dire che Scafati è innamorata della Pallacanestro anche grazie a Longobardi?

Io vedo tante persone che lavorano anche al di fuori di Scafati tra chi gioca, chi lavora in degli staff di altre realtà, chi lavora in questo sport, oltre a tanti ragazzi e atleti che giocano anche in serie minore, che vengono dalla nostra storia che mi rende orgoglioso di ciò che abbiamo costruito.

Il mio percorso inizia 27 anni fa e sono partito da piccolo al seguito di mio padre che era presidente di una piccola squadra di serie C a Scafati e da lì è nata la mia passione. Solo per un breve periodo sono stato distratto dal calcio che mi ha tenuto un po’ fuori ma poi sono tornato nello sport che amo di più che è la pallacanestro.

Quindi tra calcio e basket non c’è storia, secondo il patron Longobardi?

Secondo me non c’è storia perché nel basket anche nelle serie minori vedi sempre partite combattute, mentre nel calcio, spesso assisti a gare da 0-0 noiose, mentre nel basket non ti annoi mai e vedi dei gesti atletici di assoluto valore. E’ chiaro che oggi siamo ad un livello abbastanza alto, siamo tra le prime cinquanta squadra tra A1 e A2 in Italia e non è poco, questo avviene solo grazie alla passione e all’impegno economico di imprenditori come Alessandro Rossano e Giovanni Acanfora, Pina e Ludovico della famiglia Givova oltre agli altri soci e alla mia famiglia, è possibile in una realtà non facile dal punto di vista ecomico come Scafati.

Se qualcuno tre decenni fa le avrebbe detto che Scafati sarebbe divenuto una realtà importante del basket nazionale, lei cosa le avrebbe risposto?

Pensando a trent’anni fa mi sento molto vecchio e sono davvero tanti (sorride sarcasticamente il patron, ndr), ci abbiamo sempre creduto ma i problemi, negli anni, non sono mancati. Ora abbiamo una squadra interessante perché ci sono anche dei giovani interessanti partendo dal nazionale Under 18, Trapani, passando per i vari Romeo, Pipitone, Santiangeli, sono ragazzi che stanno tutti sotto i 23 anni, oltre al nucleo di italiani che sono di grande livello.

Longobardi Imprenditore e Longobardi presidente, quali sono le differenze?

C’è una differenza abissale perché nel basket sono uno che segue di più la passione e l’istinto, mentre nell’azienda seguo l’istinto lo puoi anche seguire ma sempre con razionalità e riflessione. Questo è uno sport a rimetterci mentre nell’attività bisogna che ci sia la giusto rendita e ne usufruisce anche il basket con gli investimenti che ci sono anche e soprattutto grazie all’azienda che va bene.

Lo Scafati basket è una realtà che può dare gioia e far avvicinare a questo sport tanti ragazzi che seguono una passione…

Ci sono tanti ragazzi che lavorano bene nel settore giovanile grazie a Marino Lepore, Mattia Vollaro e Luigi Cesarano, con un gruppo numeroso di ragazzi che ci seguono e anche da questo punto di vista riusciamo a tenere alto il nome Givova in regione e anche al di fuori, grazie anche ai tanti allenatori del mini basket.

Qual è l’obiettivo stagionale della Givova Scafati?

Arrivare tra le prime quattro e cercare di bissare la vittoria della Coppa Italia, però dico che ora dobbiamo soprattutto goderci il momento perché questo è un campionato abbastanza difficile con tante squadre buone e c’è un livello medio di tante compagini che si assomigliano e tante partite finiranno punto a punto. Bisogna essere bravi e fortunati per arrivare bene a marzo-aprile ed è li che capiremo chi siamo e dove possiamo arrivare.

Dopo tre decenni di basket ci può essere ancora un sogno del cassetto? Magari tornare in A1?

La A1 è un campionato tosto, Scafati deve abituarsi a godersi l’A2 e rispettare i parametri della serie A2, dopodiché se dovesse arrivare, Givova, Rossano e il sottoscritto non si tireranno indietro con passione, determinazione e tanta volontà.

Se dovesse dare dei consigli a dei nuovi giovani imprenditori o a qualcuno che volesse continuare nella sua scia, cosa farebbe e che gli consiglierebbe?

Di buttare sempre il cuore oltre l’ostacolo, di non avere altre mire al di fuori dello sport, di seguire la programmazione che uno di da, e di avere più pazienza del sottoscritto, rispetto a quello che ho fatto in tante scelte nella pallacanestro e di metterci sempre tanta determinazione e passione.

Ai tifosi cosa vuole dire?

Devo godersi la squadra e aumentare di partita in partita e contro Siena a 4-5 minuti dalla fine si è iniziato a sentire il loro calore che è fondamentale in alcune partite, soprattutto quelle più combattute.

Mario Di Capua


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