Napoli, rigettato il ricorso: “furbata” del club o del sistema?
T
ra norme federali e norme primarie chi sembra aver ragione? Le autorità federali si amministrano da sole, dandosi regole alle quali non si può contravvenire. È un accordo tra le parti che sembra avere supremazia addirittura sulle autorità statali. Le Società sportive che addivengono e stipulano tale contratto interno alla Federazione calcistica, non possono in alcun modo rifarsi ad altre regole, neanche se si tratta di regole per la salvaguardia della salute pubblica in periodo di pandemia. Questo sembra stabilire il rigetto del ricorso del Napoli Calcio per il 3 a 0 a tavolino contro la Juventus.
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— Official SSC Napoli (@en_sscnapoli) November 10, 2020
Secondo grado avverso alla Ssc Napoli. La Giustizia sportiva resta della sua opinione che il Napoli abbia sbagliato a non seguire le sue regole imposte a mezzo Protocollo sanitario interno, convenuto e sottoscritto da tutte le Società di serie A. Colpa del Napoli insomma aggiungiamo noi, che nella prova di forza abborracciata, non sia riuscito a far valere il buon senso. Che questo poi coincida con il volere statuale della Asl che le aveva impedito la partenza, è un particolare. Dicevamo prova di forza, perché il Napoli, sì, punta proprio a dimostrare più o meno in modo sotteso che il famoso Protocollo si sia rivelato tutt’altro che infallibile. E poco importa se sia stato firmato ed accettato, se poi nel suo evolversi e nell’atto pratico e concreto, sia risultato – via via che i contagi sfuggissero al controllo tanto nel mondo della vita quotidiana, quanto nell’universo calcio – totalmente inadeguato.
Si, è come se il Napoli volesse dimostrare, da solo, l’anacronismo di un sistema che sembra destinato a crollare sotto il peso del carrozzone che deve portar avanti anche con i morti in strada. Da quel giorno della salita a Torino, ne sono passate di gare rinviate tra le varie categorie, e di casi sospetti legati alla gestione Covid – non ultimo quello della Lazio -; eppure per l’autarchica giustizia sportiva non basta per ristabilire la veridicità della drammatica dimensione che sta vivendo il nostro Paese e l’Europa. E allora è il Napoli lo scolaro che mette in evidenza le schizofrenie della ridicolezza delle cose del mondo del pallone in tempi di decine e decine di migliaia di contagi, da rimettere dietro la lavagna.
Le prove di forza non prevedono accordi preventivi: né il soggetto unico che può in questi casi trattare, la Lega, né i soggetti interessati, Agnelli e la Juve dall’altro lato, avevano voglia di accordi. Si sarebbe dovuto agire giocoforza solo dopo a conti fatti. Sperare che si possa aver ragione di chi ha come unico scopo quello di portar a termine il campionato costi quel che costi, è passibile di cocente delusione. Evidente che per venirne a capo, occorrerebbe uscire dal sistema chiuso in un microcosmo, per andare a combatterlo nel macrocosmo della Giustizia Ordinaria. Ma quest’ultima scenderà nelle beghe di condominio calcistico, di interpreti che parlano di furbate e di piccolezze del genere, dinanzi ai morti a centinaia ritornati nella nostra nazione?
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