Il bando scadrà il 21 settembre
Il bando della progettazione esecutiva per la riqualificazione del lungomare di Napoli sarà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale e che scade il prossimo 21 settembre. Tra i punti più importanti ci sono il rifacimento della pavimentazione in pietra lavica, una diversa distribuzione del suolo dedicato ai bar e ai ristoranti, la necessità di liberare la visuale sulle facciate monumentali degli edifici, la riqualificazione della storica balaustra sul mare, la delimitazione della pista ciclabile in due corsie.
L’assessore allo Spazio pubblico urbano, rigenerazione urbana e urbanistica Carmine Piscopo ha spiegato: “Un bando internazionale aperto alle idee progettuali che arriveranno, nessun progetto redatto nelle stanze chiuse, quindi. Parte dalle linee guida su cui poi la comunità degli architetti italiani e internazionali esprimeranno le loro idee, dando vita a un confronto vero sull’idea di riqualificazione del lungomare di Napoli che punti alla conservazione del carattere monumentale del luogo”.
I lavori sono finanziati con 13 milioni di euro sui Fondi Poc Metro, fondi ministeriali, quindi stanziati nella Legge di Stabilità e che hanno come scadenza per la rendicontazione il 2023.
Un luogo simbolo della città, lungo 1,3 chilometri, su cui si è espresso appunto un tavolo tecnico partito nel 2015 e concluso ora con il parere definitivo del soprintendente Garella. Piscopo continua: “Con la Soprintendenza si è definita la razionalizzazione del marciapiede lato monte con le necessarie distanze tra i dehors ed il fronte monumentale degli edifici. Sarà quindi esteso il marciapiede lato monte, mentre saranno conservate due corsie carrabili e sarà definito lo spazio per due i sensi di marcia della piste ciclabili che verranno delimitate. In linea generale i tavolini dei ristoranti si allontaneranno dai palazzi, ma questo viene anche lasciato all’interpretazione degli architetti che proporranno le loro idee, per questo bandiamo il concorso. Tutto, ovviamente, si svolgerà sotto l’alta sorveglianza della soprintendenza, per un progetto che Garella ha ereditato e ha confermato”.
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