Due reti al San Paolo per evitare la fuga della Juventus
L’edizione odierna de La Repubblica si sofferma sui quattro minuti finali della gara tra Napoli e Chievo che hanno permesso agli azzurri di restare a -4 dalla Juventus e di non perdere ulteriore terreno.
E
cco quanto scrive il quotidiano:
“Dal paradiso all’inferno in 4’, in cui il Napoli ha ribaltato il risultato contro il Chievo, ha vinto in rimonta (2-1) al San Paolo e si è riportato in classifica nella scia della Juve (-4), mantenendo così in vita a 7 giornate dalla fine del campionato il sogno scudetto. Merito dei gol segnati in extremis da due dei giocatori meno utilizzati nel corso della stagione da Maurizio Sarri: lo sfortunato attaccante Arek Milik, messo a lungo ko dal gravissimo infortunio e dall’operazione al ginocchio, e del regista guineano Amadou Diawara, 20 anni, scivolato invece quasi definitivamente in panchina dopo aver perso il ballottaggio in cabina di regia con Jorginho, ieri squalificato. Non sono stati dunque i soliti titolarissimi a tirare fuori dai guai gli azzurri, apparsi molto stanchi e colpiti in maniera beffarda a metà della ripresa dalla rete di Stepinski, in una delle poche sortite degli ospiti. Sono stati i gregari a ribaltare le sorti di un pomeriggio da batticuore, in cui i 46mila tifosi in tribuna (specialmente quelle delle curve) avevano già cominciato a contestare il presidente De Laurentiis: incollato davanti alla tv a Los Angeles. Invece la grande paura è stata scacciata via in extremis e il sogno tricolore potrà continuare, con dietro l’angolo la difficile trasferta di domenica prossima a San Siro con il Milan. Il Napoli può ancora farcela, anche se il rischio corso ieri al San Paolo è stato gigantesco, quasi mortale. A sei minuti dalla fine gli azzurri erano infatti sotto di un gol e a meno 7 dalla Juventus, che sentiva ormai in tasca lo scudetto con un mese e mezzo d’anticipo e si preparava a fare festa. A esplodere per la gioia sono stati al contrario i 50mila di Fuorigrotta, quasi increduli per la ottava rimonta in campionato realizzata dalla loro squadra: tanto brutta, quando irriducibile. Era stata una gara condizionata anche dal gran caldo, oltre che dalla tensione. Orribile il primo tempo, in cui la squadra di Sarri ( priva degli squalificati Albiol e Jorginho) aveva cercato senza convinzione e a ritmo blando di sbloccare il risultato, dando di rado la sensazione di poterci riuscire. Ma il peggio è arrivato in avvio della ripresa, quando Mertens si è procurato e poi si è fatto parare (6’) un calcio di rigore, con un tiro a mezza altezza respinto facilmente da Sorrentino. Sullo stadio è cominciato ad aleggiare in modo minaccioso il fantasma di un pomeriggio maledetto e la situazione è puntualmente precipitata poco prima della mezzora, quando un disimpegno sbagliato da Koulibaly ha permesso al Chievo ( 28’) di portarsi addirittura avanti con Stepinski, bravo a infilare Reina con un tiro potente. Solamente allora, mentre le curve iniziavano a rumoreggiare contro De Laurentiis, il Napoli si è scosso finalmente dal suo torpore e dalle sue paure. Ma è stato decisivo soprattutto l’ingresso di Milik, che con il connazionale Zielinski ha dato la scossa ai depressi compagni di squadra. Il primo segnale di ripresa è stata la traversa colpita di testa da Tonelli, il degno sostituto di Albiol. Poi ci ha pensato il centravanti polacco a ristabilire almeno il pareggio (44’ st), sfruttando in acrobazia un cross millimetrico di Insigne. «Sono molto felice per la squadra e per me, dopo l’infortunio sono stati mesi duri. Questo gol mi restituisce il sorriso e mi dà la carica per finire in bellezza questo campionato, siamo pronti a dare battaglia alla Juve per il titolo fino all’ultima gara». La prodezza di Milik, però, non sarebbe bastata per tenere il Napoli in corsa per lo scudetto, da sola. C’è voluto dunque anche il miracoloso primo gol in serie A segnato da Diawara, al terzo e ultimo minuto di recupero, per scacciare via i fantasmi dal San Paolo e rendere meravigliosa la domenica dei 50mila in tribuna. Il centrocampista, al ritorno tra i titolari in campionato dopo cinque mesi passati in panchina, ha arpionato il pallone al centro dell’area e l’ha spedito nell’angolino, con un tiro a giro da bomber vero. «Lo dedico a mia mamma, che è scomparsa l’anno prima del mio arrivo in Italia da calciatore. Una prodezza e una gioia simile non l’avrei mai potuta immaginare, ho vissuto un sogno a occhi aperti » . Ma conta molto di più che non sia finito in anticipo il sogno della squadra di Sarri. Gli azzurri sono ancora vivi. La lotta per lo scudetto con la Juventus continua.
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