Ha eluso la sicurezza chiedendo di fumare una sigaretta
Aveva chiesto alla sicurezza che stazionava nella sua stanza di uscire per fumare una sigaretta e si è lanciato nel vuoto togliendosi la vita all’Ospedale del Mare di Napoli. La tragedia si consuma in una manciata di secondi, ieri pomeriggio. Il destino di Giovanni Guglielmo, 32enne residente a Pozzuoli, finito in carcere dopo aver ucciso la madre a coltellate nel giugno scorso, si consuma al tramonto.
A
ricostruire le fasi del suicidio sono stati gli stessi uomini in divisa che avevano in carico la sicurezza dell’uomo. Guglielmo, figlio di uno stimato magistrato in servizio presso il Tribunale di Napoli, si era costituito il 28 giugno dopo aver assassinato, in preda ad un raptus di follia, la mamma utilizzando un coltello e un piede di porco. Da quel giorno Giovanni si era rinchiuso in un ermetico mutismo. Le sue condizioni psichiche erano state giudicate serie, al punto da rendere necessario un ricovero in una struttura adeguata.
In attesa di una definitiva sistemazione Guglielmo era stato trasferito in un reparto specializzato dell’Ospedale del Mare, a Ponticelli. Occupava una camera al primo piano rialzato, ed era guardato a vista da due agenti della Polizia penitenziaria. Intorno alle 18 l’uomo, che appariva tranquillo, ha espresso il desiderio di uscire sul ballatoio esterno per fumare una sigaretta. E così è stato.
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