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Castellammare di Stabia

Napoli, in commissione Bilancio la situazione del Caan

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La Commissione Bilancio ha discusso della situazione del Centro Agroalimentare di Napoli

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resieduta da Manuela Mirra, la commissione Bilancio ha discusso nuovamente della situazione del Centro Agroalimentare di Napoli, alla presenza dell’assessore Enrico Panini, del presidente del Centro Carmine Giordano e del dirigente del servizio Partecipate Gianfranco Dentale, trattando in particolare i dettagli della richiesta di concordato preventivo.

In apertura, prima di dare inizio alla discussione, il consigliere Lebro (La Città) ha fatto rilevare la circostanza che le due date del 5 e 8 marzo, indicate dall’assessore Panini nella precedente riunione come quelle utili all’assemblea dei soci per approvare i bilancio 2015 e 2016, siano state superate da due nuove indicazioni, quelle del 27 e 28 marzo. Il presidente del Caan Giordano ha motivato lo slittamento di date con la richiesta di informazioni del socio di maggioranza su alcuni aspetti dello schema di bilanci predisposti, in particolare sull’aspetto della svalutazione dei cespiti immobiliari ritenuta troppo elevata. Sulla richiesta di concordato preventivo in continuità, presentata a gennaio, il presidente del Caan ha spiegato che l’80 per cento della massa debitoria, pari a 50 milioni di euro, fa riferimento a debiti derivanti da mutui bancari contratti per la costruzione del centro e con la società appaltatrice dei lavori Pizzarotti SpA. Nei centoventi giorni dalla richiesta assegnati dal Tribunale si lavorerà alla predisposizione del piano concordatario che permetterà di mettere in sicurezza il Caan. Per quanto riguarda gli altri creditori, invece, il Centro non ha difficoltà nei pagamenti.

Sui punti sollevati i consiglieri presenti hanno osservato: che va distinta la vicenda politica da quella dei bilanci. La mancata riapertura del mercato ittico di Piazza Duca degli Abruzzi è ormai un dato certo, nonostante la linea ben chiara dell’Amministrazione fosse quella di un ritorno degli operatori nella loro storica sede, oggi chiusa e abbandonata al degrado. Successivamente è subentrata la richiesta di concordato preventivo, senza che mai alla commissione competente fossero stati rappresentati, come avvenuto per altre partecipate, problemi o particolari situazioni di esposizione coi creditori. Va rilevato che esiste un indirizzo politico non rispettato e che ci si sta assumendo la responsabilità di aver fatto fallire realtà produttive con una lunga storia alle spalle (Lebro, La Città); i dati del bilancio 2014 segnalavano una realtà debitoria diversa, che oggi appare più drammatica, anche se riguarda quasi del tutto rapporti con le banche. Non sono mai state riscosse le somme di 4 milioni e mezzo di euro dovute dal Ministero per la costruzione del Centro, un dato che pesa sul piano economico di estinzione del debito. Vi è preoccupazione rispetto al controllo analogo che spetta al Comune, alle risposte del management della partecipata rispetto alla situazione economica e al mancato trasferimento del mercato ittico a Duca degli Abruzzi deciso dall’Amministrazione (Brambilla, Movimento 5 Stelle); la situazione del Caan è analoga a quella di altri centri agroalimentari italiani, mentre la situazione debitoria è largamente condizionata dai rapporti col Ministero e con la società Pizzarotti, anche se i creditori presumibilmente accetteranno il piano non avendo interesse al fallimento. Il Comune, però, deve valutare la dismissione delle quote, viste la difficile posizione attuale che non permette alcuna libertà operativa (Buono, Verdi-Sfasteriati); la storia del Caan è stata caratterizzata dallo spostamento forzato dei mercati cittadini e dall’impossibilità per gli operatori privati che lo volevano di avere una presenza maggiore. La richiesta di concordato imporrebbe una visione più chiara della situazione economica e del piano industriale della società, mentre vi sono responsabilità evidenti dell’Amministrazione sia per il mancato controllo sia per non aver fatto rispettare la decisione di ricollocare il mercato ittico nella sua sede storica (Moretto, Prima Napoli); vi è grande preoccupazione per i bilanci non approvati e per l’indirizzo non rispettato sul mercato ittico. Si tratta di un mercato molto importante, con migliaia di lavoratori e una situazione debitoria crescente che un’Amministrazione comunale in difficoltà non può gestire (Andreozzi, Dema).

La mancata approvazione dei bilanci 2015 e 2016, ha spiegato il dirigente Dentale, va ricercata nella mancanza di un elemento fondamentale, la definizione del tipo di concordato, se in continuità o in liquidazione. Il concordato in questione è in bianco, cioè non richiede l’approvazione di tutti i bilanci e un progetto già redatto, elementi che invece devono esserci alla scadenza dei 120 giorni indicati dal Tribunale come termine della procedura.

L’assessore Panini, infine, ha chiarito che vi è la volontà chiara dell’Amministrazione di non far fallire il Caan, nella convinzione che vi siano le condizioni economiche e strutturali per uscire dalla situazione di difficoltà e prendere una direzione migliore. Il mancato trasferimento del mercato ittico, invece, va definito un errore, in quanto quella è la sede naturale, e va concordata anche con gli operatori una soluzione organizzativa che consenta questo spostamento. Dopo aver valutato che il Caan è una partecipata da mantenere, vi è preoccupazione per la volontà di uscita della Città Metropolitana, della Regione e della Camera di Commercio, mentre si è a favore di una presenza più rilevante degli operatori e di nuovi investitori, sempre dentro una gestione che però deve rimanere pubblica, anche in senso di garanzia. Sul mancato indennizzo riconosciuto ma non liquidato agli operatori del mercato ortofrutticolo che non si trasferirono a Volla, va chiarito che la Regione ha eliminato il capitolo di spesa dopo aver ricevuto dal Caan la documentazione sull’utilizzazione delle risorse ricevute dall’ente di Santa Lucia. Nei prossimi giorni, ha concluso, sarà individuato l’Advisor per la definizione del piano industriale e, successivamente, quando la situazione sarà più definita, vi sarà un nuovo confronto con la commissione.


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