Napoli, nasce il caso dei preti pedofili. Un uomo ha dichiarato: “Io abusato a 13 anni in uno sgabuzzino”
I
referti medici, i documenti ma soprattutto la testimonianza della vittima, D.E., oggi un uomo sposato, affetto da profonda depressione, non sono bastati per avviare un ulteriore procedimento canonico e punire il prete che, nel frattempo, la curia napoletana aveva provveduto a fare sparire dalla circolazione. Ora vive ospite di una struttura religiosa top secret dove sembra celebri regolarmente la messa e amministrando i sacramenti. Potrebbe trattarsi di un altro caso di insabbiamento. Negli scritti della Dottrina della Fede, dove sono ospitati i chilometrici scaffali degli archivi, giace il fascicolo sul prete di Ponticelli. Il caso è stato archiviato l’anno scorso, dopo tre anni di accertamenti, sulla base della documentazione raccolta dalla diocesi di Napoli a seguito della denuncia di abusi su un minore per fatti avvenuti agli inizi degli anni Novanta. L’iter burocratico si è concluso da parte del Vaticano con il semplice consiglio all’arcivescovo di Napoli di inoltrare una «ammonizione» all’ex parroco di Ponticelli.
Tutto questo ha portato a far emergere un altro caso, quello di una seconda vittima. G.S., ha scelto nel frattempo di uscire dal silenzio. I vent’anni carichi di vergogna e dolore li ha raccontati anche al Mattino in una intervista in cui emergono non solo gli abusi ma soprattutto un atteggiamento rapace e predatorio da parte del sacerdote verso diversi ragazzini. «Vorrei che la Chiesa capisse la necessità di punire questi sacerdoti e di renderli finalmente incapaci di fare del male ad altri bambini».
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