“Progetto di restyling di basso profilo”
Contattata dal Comune di Napoli, Romeo Gestioni, seconda arrivata alla gara del 2015, si dichiara indisponibile a riprendere in mano il cantiere di via Marina e a subentrare, agli stessi patti e condizioni, al Consorzio Asse Costiero, con il quale Palazzo San Giacomo ha rescisso il contratto il 6 giugno scorso per ‘grave inadempienza e irregolarità’.
A tre anni dall’avvio, i lavori eseguiti, secondo lo studio ultimato dai tecnici del Municipio, sono fermi al 65% e vanno completati entro marzo 2019 o si rischia di dover restituire i fondi europei già spesi, pari a circa 12 milioni. A disposizione ci sono ancora quasi 6 milioni, con i quali completare in 8 mesi tutto il tratto da Sant’Erasmo a via Reggia di Portici, finire i binari del tram e dare l’ultima mano di asfalto. Una missione quasi impossibile. Da qui, il due di picche di Romeo, che per via Marina, 3 anni fa, presentò un mega-progetto di restyling firmato tra gli altri dall’archistar Alvaro Siza, non scelto dal Comune, che premiò, invece, la proposta dell’Ati Cesved-Ianniello e altri con un’offerta di 15,4 milioni e 169 giorni, contro i 19 milioni e 285 giorni di Romeo.
L’avvocato Stefano Cianci, responsabile degli uffici legali del Gruppo Romeo, commenta: “Quella tempistica era tecnicamente impossibile”.
Tra continui stop&go, il cantiere è bloccato da quasi 5 mesi: le palme piantate stanno seccando e sui binari cresce l’erbaccia. Dopo la rescissione, il 5 luglio il Comune ha dato avvio alla procedura di interpello tra gli altri partecipanti alla gara del 2015, in ordine di graduatoria, fino al quinto migliore, alle stesse condizioni dell’originario aggiudicatario.
Intanto il Comune scrive: “È interesse primario completare l’opera nel più breve tempo possibile, sia in virtù della sua rilevanza strategica, sia in ragione della scadenza del finanziamento Poc Campania, fissata al 31 marzo 2019”.
Ieri è arrivata la risposta dell’azienda al Comune: “Romeo Gestioni è un’azienda leader a livello europeo. Se partecipa a una gara, lo fa per essere competitiva, portare a termine il progetto e garantire il migliore risultato possibile. Per via Marina, Romeo aveva offerto un prezzo equo per un’esecuzione di alta qualità. Ma era stato detto da subito che i tempi minimi per fare un lavoro come si deve erano abissalmente diversi da quelli presentati da Cesved. Perché non è stato valutato a dovere il progetto di Romeo che vedeva coinvolti architetti di fama internazionale come Alvaro Siza e Josef Acebillo? Perché a suo tempo il Comune ha rifiutato un investimento a fondo perduto della Romeo di circa 6 milioni per completare l’arredo urbano di quella parte di via Marina – dove insiste l’Hotel Romeo, è vero, ma era pur sempre un dono alla città – che dal varco dell’Immacolatella arriva a piazza Municipio? Il Comune si rivolge ora all’azienda, ratificandone ufficialmente tutte le referenze e i requisiti industriali. Ma non si può essere interlocutori buoni o cattivi di una amministrazione, a seconda di quali siano le sue urgenze o scelte politiche. Perché Romeo Gestioni oggi dovrebbe togliere le castagne dal fuoco al Comune che nei confronti della società ha fatto scelte pregiudiziali e demagogiche? La Romeo realizzava circa 40 milioni di euro di incassi dai canoni dagli immobili, ma si è preferito internalizzarla con Napoli Servizi, con i risultati che tutti vedono. La Romeo ha dismesso per l’ente circa 3mila alloggi, rogitando oltre 108 milioni che, appostati in bilancio, a suo tempo hanno probabilmente salvato dal dissesto l’amministrazione de Magistris”.
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