Il duce: da mesi è al centro della scena. È molto più vivo Lui dei nostri politicanti scriveva ieri Veneziani su Il Tempo.
M
ussolini Benito potrà anche essere dichiarato, o ritenuto, da alcuni, l’uomo dell’anno 2017, ma la cosa resta pur sempre un segno di disagio della nostra società odierna. Il fatto che oggi l’Italia abbia una classe politica mediocre, incapace di pensare all’in grande e di progettare il futuro a lungo periodo non autorizza – per una auspicabile società migliore – a scegliere come modello un dittatore, che ha soffocato la libertà e la democrazia con la violenza e la sopraffazione.
È vero, oggi viviamo in una società con molti problemi e molte ingiustizie che ripugnano alla nostra coscienza etica e civica. La classe politica nostrana non brilla certo per correttezza, specchiatezza e diligenza. Tutt’altro. Ma sognare l’“uomo forte”, che comanda da solo e mette “ordine” nella società, significa cascare dalla padella alla brace. In una società le opinioni e gli interessi sono sempre molteplici e complessi. Il riuscire a unificarli non è facile, anzi è quasi impossibile; almeno che non li si comprima con la forza brutale – la violenza fisica ! – oppure con la forza subdola dell’inganno delle coscienze fornendo informazioni false: la censura delle opinioni!
Lo storico Alexis de Tocqueville nei primi dell’800 scriveva: “Il totalitarismo è un potere che non annulla l’esist enza ma la regola; non tiranneggia, ma comprime, snerva, logora e stordisce un popolo, finché non sia tutto quanto ridotto a un gregge di animali timidi e industriosi di cui il governo è pastore” indiscusso.
Esattamente quello che avvenne durante il ventennio fascista in Italia, del quale Benito era il duce-pastore: ridurre ad un gregge di pecore ubbidienti un intero popolo. O per amore o per forza. Il motto per il popolo era, infatti: SERVIRE, OBBEDIRE e TACERE. Il duce cercava di sedurre le masse alimentando il culto della sua persona con immagini suggestive di uomo forte e virile: mentre taglia il grano a torso nudo o chiacchiera con i coloni agricoli. Il duce sposato con 4 figli, ma virile al punto da avere anche una “amante” ufficiale, la sventurata Claretta. Segno di
grande coerenza morale tutta italica, codesta morale a due binari. Al Capo è consentito di infrangere anche le regole morali. La maggior parte delle persone semplici restavano affascinati e soggiogati da cotanto apparato propagandistico che garantiva scientificamente il consenso.
Ma c’era pur sempre chi – più accorto e smaliziato – non restava soggiogato da tanta propaganda e dissentiva. Il regime, per questi casi, disponeva di una rete di delatori – gli spioni ! – col compito di scovare i dissidenti e denunciarli alla polizia. E poi il lavoro veniva completato dalle squadracce fasciste che somministravano olio di ricino per umiliare i malcapitati e poi li picchiavano a sangue fino a farli morire. Una vittima illustre, nel 1925, fu l’onorevole Matteotti, che in Parlamento si permise di criticare l’operato del governo. Per tutta risposta fu letteralmente ucciso a colpi di manganello. Ebbene Mussolini, sempre in Parlamento, a proposito di questo efferato omicidio, ebbe a dichiarare: “Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di quest’associazione”.
Vorremmo vedere tanti contestatari che oggi inneggiano al duce come si comporterebbero se domani si vedessero costretti a vivere in un simile regime sociale.
Per non parlare, poi, dei disastri combinati in politica estera: nel ’29, i Patti Lateranensi che arricchirono smisuratamente la Chiesa per ingraziarsi il suo consenso; e poi, ancora, le leggi razziali, le sciagurate guerre contro la Grecia e l’Etiopia, la guerra di Spagna in soccorso del dittatore Franco, lo scellerato Patto con Hitler che portò al disastro della 2° guerra mondiale ed alla nostrana guerra civile combattuta come Resistenza…
Dopo 74 anni dalla caduta del fascismo non si può eleggere come modello positivo l’uomo che lo incarnò. Il fascismo ha portato troppe sofferenze al popolo italiano e tutti dovremmo esserne vaccinati, definitivamente. Non alimentiamo odii. Ma evitiamo di proporre modelli “impresentabili”. È strano quello che succede oggi in Italia: tutti demonizzano il comunismo, che da noi non ha mai governato. Il Partito comunista, infatti, ha sempre e solo fatto opposizione a
40 anni di governi fatti dalla Democrazia Cristiana e dai suoi alleati. Ma oggi nell’immaginario collettivo, alimentati da TV e mass media, tutti dicono e pensano di essersi liberati dal comunismo dei decenni passati. Mentre il fascismo che è stato effettivamente vissuto da noi Italiani e ci ha fatto i suoi guai proprio a noi, tutti o lo assolvono, o lo sdoganano o lo rimuovono.
Ci vorrebbe una mente come quella del dottor Sigmund Freud per psicanalizzare un intero popolo, bizzarro come il nostro. E pensare che fu un nostro antenato romano ad affermare:
“Historia magistra vitae”. Questa Maestra non ci ha insegnato niente e noi siamo stai cattivi scolari. Meritiamo di essere bocciati perché abbiamo ancora bisogno di molte ripetizioni, per acquisire gli anticorpi necessari ad archiviare definitivamente il nostro doloroso passato e guardare con serenità ed equilibrio al nostro futuro.
Questo è il miglior Augurio che possiamo farci per il nuovo Anno 2018.
Carmelo Toscano
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