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ILANO – Arrestati sei agenti di polizia dell’ufficio immigrazione nell’ambito di una indagine su un giro di carte di soggiorno rilasciate dietro compensi che andavano da poche centinaia di euro ad alcune migliaia. Quattro agenti sono finiti in carcere con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata rilascio (illecito) di permessi di soggiorno, oltre a falso in atto pubblico e accesso abusivo a sistemi informatici, per gli altri due invece sono scattati gli arresti domiciliari perché estranei all’associazione.
L’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
Rilasciavano permessi di soggiorno dietro compensi e nel farlo avrebbero usato «canali di comunicazione a circuito interno», tra cui «numerose utenze di copertura, le cosiddette `citofono´ intestate a cittadini extracomunitari e sistemi di messaggistica telematica tipo WhatsApp e Telegram», così si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano Livio Cristofano. L’indagine ha portato in cella quattro agenti e due mediatori, e ai domiciliari altri due poliziotti, rispettivamente dei Commissariati Porta Genova e Lorenteggio e a misure restrittive per un altro agente e per un dipendente del Ministero dell’Interno. Nell’ambito dell’operazione è stata confiscata anche una villa patrizia del Settecento, presunto frutto dei reati, intestata alla moglie di uno dei poliziotti arrestati; inoltre l’indagine ha portato anche a provvedimenti cautelari a carico di tre mediatori, due cinesi e un marocchino, quest’ultimo irreperibile. Gli imprenditori stranieri avevano il compito di procurare i «clienti» e gli agenti rendevano più semplici le pratiche di rilascio dei documenti.
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