Il Napoli esce sconfitto nell’andata dei quarti di Champions League disputati contro il Milan ma a testa alta con voti discreti e con grande prospettive per la gara di ritorno.
Tabellino della Gara:
Punti Chiave Articolo
Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kjaer, Tomori, Theo Hernandez; Tonali, Krunic; Brahim Diaz (35′ st Rebic), Bennacer (22′ st Saelemaekers), Leao; Giroud.
A disp.: Mirante, Ballo-Toure, Kalulu, Florenzi, Origi, Thiaw, Messias, Pobega, Gabbia, De Ketelaere.
All.: Pioli
Napoli (4-3-3): Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Mario Rui (36′ st Olivera); Anguissa, Lobotka, Zielinski (35′ st Ndombele); Lozano (24′ st Raspadori), Elmas, Kvaratskhelia (36′ st Politano).
A disp.: Idasiak, Gollini, Juan Jesus, Ostigard, Gaetano, Bereszinski.
All.: Spalletti
Arbitro: Kovacs (Romania)
Marcatori: 40′ Bennacer
Ammoniti: Zielinski (N), Bennacer (M), Di Lorenzo (N), Anguissa (N), Saelemaekers (M), Rrahmani (N), Calabria (M)
Espulsi: Anguissa (N)
Questi i voti agli azzurri dopo Milan – Napoli di Champions League:
MERET, voto 6: non è mai chiamato a parate degne di nota. Forse, sul goal di Benaccer, avrebbe potuto abbozzare una risposta più convinta, ma va dato atto che il tiro proveniva da dentro l’area e fosse carico di forza, sgusciando via sul terreno bagnato
Difesa
DI LORENZO, voto 7: Capitano indomabile. Tranne che in rare circostanze, tiene bene a bada Leao, che non può fare il bello e il cattivo tempo com’era successo nel recente 0-4 al “Maradona”. Sempre generosissimo, si propone in zona goal in ripetute occasioni. Nel finale, serve un Maignan strepitoso per negargli l’1-1, che il buon Giovanni avrebbe meritato per l’abnegazione di sempre
RRAHMANI, voto 6: gara di attenzione, ammonito nel finale per una polemica che lo vede protagonista insieme a Saelemaekers
KIM MIN JAE, voto 6: ha la meglio in parecchi duelli corpo a corpo con Giroud, peccato per la pesantissima ammonizione del finale di partita, che fa scattare la diffida e gli farà saltare il ritorno. Assenza enorme per i suoi
MARIO RUI, voto 5.5: potrebbe far goal ( o quantomeno seriamente impensierire Maignan) col sinistro da dentro l’area dopo un minuto, che però manda altissimo sopra la traversa sprecando una chance molto ghiotta. Assai più colpevole è però il portoghese nell’occasione della rete rossonera, quando viene troppo alto a coprire su Brahim Diaz, che se ne avvede, lo disorienta con una giocata di classe e consegna a Leao il filtrante dal cui sviluppo si originerà l’1-0 Milan. L’asse con Kvara delude: il georgiano è più vivace, ma Mario è veramente sottotono, non riuscendo quasi mai ad accompagnare la fase offensiva con un apporto degno delle sue qualità
Centrocampo
ANGUISSA, voto 5: rovina una prestazione buona ma non eccelsa con un’espulsione per due gialli presi in appena 4 minuti. Da un giocatore della sua classe e della sua esperienza, questi errori andrebbero decisamente evitati. Peccato non averlo al ritorno, altra assenza dal peso specifico notevole per la sua squadra
LOBOTKA, voto 6.5: uomo d’ordine ma pur corresponsabile della rete rossonera in associazione con Mario Rui, quando si fa beffare dal gioco di prestigio di Brahim Diaz. Per il resto, gestisce palla con maestria
ZIELINSKI, voto 5.5: tranne una gran conclusione nel primo tempo, che chiama Maignan ad un ottimo intervento, è abbastanza evanescente e sottotono
Attacco
LOZANO, voto 5.5: dall’uno contro uno con Theo, è raro riesca ad emergere vincitore. Col francese i nervi sono tesissimi da ambo i lati in più di un’occasione, la posta in palio è alta e si finisce con l’annullarsi a vicenda
ELMAS, voto 6: si fa apprezzare soprattutto per vivacità e impegno, schierato com’era in un ruolo da falso nueve che a sensazione sembra appartenergli ancora poco ma a cui è stato costretto viste le necessità di forza maggiore occorse al Napoli in rapida e recente successione. Elif il cuore lo mette sempre, ma di palle giocabili ne ha poche. Offre qualche buona sponda a vantaggio dei suoi, va vicino alla rete con un bello stacco di testa ad inizio ripresa. Quando Spalletti inserisce Raspadori e lo sposta ad ala, finisce che 5 minuti più tardi Anguissa viene espulso e lui rimane a predicare nel deserto, proprio nel ruolo in cui avrebbe potuto farsi valere di più
KVARA, voto 6: porta sulla coscienza un goal che, un talento come lui, non può non realizzare e che avrebbe potuto sbloccare la gara dopo appena 60 secondi, forse dando alla partita un’altra storia. Tuttavia, non gli si riesce a dar meno della sufficienza, perché a parte lo sfortunato episodio Kvara dà l’anima per i suoi ed è sempre dal suo piedino fatato che nascono le occasioni potenziali più pericolose, anche quando il suo peccato di gioventù lo rende un po’ troppo egoista
I voti subentrati azzurri di Milan – Napoli:
OLIVERA, voto 6: subentra con voglia e personalità, avrebbe potuto siglare l’1-1 nel finale di testa, su splendido cross di Politano
NDOMBELE, voto 6: gioca solo uno spezzone ma mette piede in campo con la mentalità giusta, mostrando decisione e tentando qualche buon filtrante in verticale
POLITANO, voto 6.5: anche lui gioca solo uno scampolo di partita, ma è l’unico a mettere in difficoltà Theo e a creare i maggiori grattacapi nel finale
RASPADORI, voto 5.5: si intuisce facilmente perché Spalletti preferisca Elmas finto centravanti che Jack dal primo minuto. Evidentemente, l’infortunio non è stato smaltito ancora pienamente e Giacomino lo dimostra in campo: incerto e spaesato. Anche se è pur da dire che appena 6 minuti dopo il suo ingresso i suoi restano in 10 e lo lasciano ancor più solo tra Kjaer e Tomori
I voti ai rossoneri dopo Milan – Napoli:
MAIGNAN, voto 7.5
CALABRIA, voto 6.5
KJAER, voto 6.5
TOMORI, voto 6.5
THEO, voto 7
KRUNIC, voto 6
TONALI, voto 6
BRAHIM DIAZ, voto 7
BENNACER, voto 7
LEAO, voto 6.5
GIROUD, voto 5.5
REBIC, S.V.
SAELEMAEKERS, voto 6
I voti agli allenatori di Milan – Napoli:
PIOLI, voto 6: subisce il Napoli nella prima parte di gara ed è fortunato a non andare sotto col punteggio. Scampato il pericolo, anche per una notevole dose di buona sorte, ricostruisce un Milan operaio, che punta a giocare di rimessa, difendendosi con ordine, andando aggressivo al recupero palla, per poi innescare contropiedi con i propri velocisti. Trova il goal vittoria, la sua squadra, proprio sfruttando tutte queste qualità in serie. Il resto, salvo un finale di primo tempo sulle ali dell’entusiasmo, è un’accorta gestione del risultato
SPALLETTI, voto 6.5: fa quel che può, con un Napoli rabberciato e malconcio. Che però gioca i primi 25 minuti di gara da squadra superiore, salvo poi finire infilzato ingenuamente da un Milan tanto pragmatico quanto scaltro. Intanto, pur con tutte le avversità, la qualificazione può dirsi ancora tutta in bilico, alla fine della partita d’andata. Già questo, per Luciano, è un risultato da non buttare via e a cui si arriva anche per merito suo
Il voto al direttore di gara
KOVACS, voto 3 : inadeguato, indecente, impresentabile.
Mediocre direzione del direttore di gara rumeno, che commette errori a ripetizione, parecchi a vantaggio della squadra di casa.
Il primo al 27esimo, quando incredibilmente non ammonisce Leao dopo che il portoghese aveva frantumato la bandierina del calcio d’angolo, in segno di stizza per un goal mancato.
Spalletti e Di Lorenzo provano a far notare all’arbitro l’assurdità del mancato provvedimento, ma Kovacs è inamovibile.
Al 33esimo, grazia Krunic che avrebbe meritato un’ammonizione sacrosanta per fallo su Zielinski: decisione che pesa non poco, perché salva il bosniaco dalla diffida che sarebbe scattata dopo il giallo.
Dopo un minuto, al 34esimo, unico significativo errore a favore del Napoli: Kim va duro su Giroud ma Kovacs anche qui fa finta di non vedere.
Al 38esimo, il primo giallo della partita se lo becca Zielinski, uno dei più corretti tra gli uomini in campo e anche tra i più falcidiati in assoluto.
Tra il 70esimo e il 74esimo, rifila prima un’assurda ammonizione a Di Lorenzo per proteste ( il Capitano aveva sindacato in maniera assolutamente pacifica), poi estromette dal match Anguissa per due gialli uno dopo l’altro, che potevano pure starci ( ingenuo anche il camerunense) ma nelle cui circostanze il direttore di gara pare assai più intransigente di quanto non si sia invece rifiutato di essere in circostanze che avrebbero potuto sfavorire il Milan.
Nel primo tempo sorvola su tutti i contatti pensando di poter impostare un arbitraggio “inglese”.
Resosi conto da solo di non esserne in grado, si tramuta in gerarca ma spesso fischia a solo appannaggio rossonero.