”… in Parlamento c’è un’aria incandescente, si scannano su tutto e poi non cambia niente …”
Oggi diversi siti ricordano Giorgio Gaber, questo cantautore che forse molto più di altri seppe, con anche oggettività psicologica, interpretare la dissimulazione umana e culturale in cui sguazza da sempre questa Nazione.
E pensavo proprio ad una sua canzone, in particolare quando diceva “Il tutto e falso il falso è tutto”, poiché qualche giorno addietro, una persona con cui mi sono trovato a scambiare delle opinioni, con un’amara e poi sconfortata risposta mi diceva: “Chi il centrosinistra del centrodestra ? In Sicilia hanno votato per il centrodestra e ora faranno lo stesso alle nazionali e poi fra cinque anni il contrario com’è successo con la tornata elettorale regionale precedente” (e in modo più accorato ha continuato) “Non cinni futti nenti a nuddu, vonnu sulu i soddi, ioo mancu ci vai ghiui a vutari, mi schifiai“.
Non ho saputo replicare o forse comprendevo dentro di me che non sarebbe servito farlo. La politica italiana e quanto annesso e connesso infatti, di tutta evidenza e in massima parte, è ormai agli occhi di noi delusi, avviliti e anche disperati cittadini, una discarica di ipocrisia per doppiogiochisti, egocentrici, narcisisti, megalomani, faccendieri, sociopatici, faccendini, cortigiani, profittatori, opportunisti, papponi, lucciole e gigolò.
Eppure ripeto e mi dico sempre, che ci sarà un modo umano, costituzionale, lecito, per ribaltare questo disgusto civile. Oppure dobbiamo ormai solo rassegnarci aspettando un altro storico precipizio socio-economico e poi dittatoriale ?
Ma come invertire questa decennale deriva ? Forse dopo questo 4 marzo 2018 ? Forse e solo se noi italiani andremo a votare. Altrimenti le pletore dell’annoso preordinato sistema pubblico-politico-giuridico-burocratico-sindacale, eleggerà i soliti e rispettivi collaterali e codazzi, come sempre e come al solito.
E così mi è tornata in mente qualche altra canzone di Giorgio Gaber “Io Non Mi Sento Italiano” che aveva anticipato l’Italia di oggi.
A
dduso Sebastiano
https://www.youtube.com/watch?v=p40cQoKbRL4
… Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell’inno nazionale
di cui un po’ mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
se arrivo all’impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.
Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po’ sfasciato.
E’ anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c’è un’aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos’è il Rinascimento.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.
Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c’è un’altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido “Italia, Italia”
c’è solo alle partite.
Ma un po’ per non morire
o forse un po’ per celia
abbiam fatto l’Europa
facciamo anche l’Italia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.
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