Non serve la nazionalizzazione per mettere ordine nelle autostrade. Il modello con un gestore soggetto a regolazione è ancora valido purché si cambi radicalmente la regolazione, riconducendola a quella di altri settori regolamentati.
La privatizzazione delle autostrade e le loro concessioni sono storie di sistemi per far cassa e di generosità verso le società nel fissare le tariffe. Ma nazionalizzarne la gestione come vuole il ministro Di Maio porterebbe – insegna il passato – a grandi carrozzoni pubblici capaci solo di produrre perdite. Più che di una nuova Iri o di una improvvisata assegnazione a Fincantieri della ricostruzione del ponte Morandi, c’è bisogno di una radicale revisione dell’assetto di regolazione delle concessioni stradali.
span style="color: #000000;">Anche Alberto Mingardi, su La Stampa, ragiona sulle conseguenze del crollo del ponte Morandi, e conclude che la vera opposizione al governo la fanno gli enti locali: chi si occupa dei problemi in concreto e non può ripararsi dietro dichiarazioni roboanti.
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