span style="font-family: terminal, monaco, monospace; color: #ff0000;">A Messina si andrà al ballottaggio con il 28,22% del candidato di centrodestra Dino Bramanti, seguito dal 19,84% di un altro candidato dell’area di centrodestra, Cateno De Luca.
A Messina si è concluso lo spoglio che ha visto prevalere in modo relativo con un 28,22% il candidato di centrodestra Dino Bramanti, Direttore Scientifico dell’IRCCS Centro Neurolesi “Bonino Pulejo” e sostenuto da FI, Noi Con Salvini, Fdi e dal movimento di Nello Musumeci più altre liste civiche, seguito da un 19,84% di un altro candidato dell’area di centrodestra seppure più indipendente, Cateno De Luca, 45 anni, laureato in giurisprudenza e anche attuale deputato all’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) nel Gruppo misto e appoggiato da proprie liste civiche.
Il candidato di centrosinistra del PD Antonio Saitta, costituzionalista e sostenuto dai “centristi” di Casini e varie liste civiche, si è fermato al 18,27%, mentre l’uscente sindaco Renato Accorinti, appoggiato da un‘area di sinistra, ha ottenuto il 14,22%. Di seguito c’è stato, con un 13,56%, il candidato del M5S Gaetano Sciacca, ex ingegnere Capo del Genio Civile di Messina. Con un personale 4,25% Emilia Barrile, anche lei FI ed ex presidente del consiglio dell’uscente amministrazione Accorinti e, infine, Pippo Trischitta, avvocato, che ha corso da solo per la destra.
Gli aventi diritto al voto a Messina erano 196.911 e la votazione si è svolta in 254 sezioni elettorali.
Adesso si aspetta l’esito del ballottaggio di domenica 24 giugno.
I due contendenti, Bramanti e De Luca, appaiono quanto meno caratterialmente diversi. Il primo più moderato, anche troppo, il secondo uno showman che si potrebbe quasi definire un artista della politica, del palco e della piazza. Altro da aggiungere nella fattispecie sarebbe al momento prematuro e apparirebbe di parte.
Ciò che tuttavia preoccupa e si snoda nei commenti di molti messinesi, è che come sempre a Messina e in generale in Sicilia e in Italia, dai proclami ai fatti, ci sta di mezzo l’ipocrita cultura italiana (e siciliana), che tra l’altro in politica e nelle istituzioni fa poi dire, persino con supponenza intellettuale, che tutto quello che si legge nei programmi è sostanzialmente teorico, mentre la pratica o la cosiddetta “real politic” (vera politica) è un’altra cosa.
E infatti sono anni che in genere i politici italiani (ma anche le istituzioni, burocrazia, autorità, ecc.) dal centrodestra al centrosinistra, ci abbindolano forzosamente (con le loro leggi e solo per loro) rimpinguandosi lecitamente insieme alle loro rispettive pletore di codazzi, nonché estorcendo fiscalmente i cittadini (quelli che hanno i beni alla luce del sole o dichiarano con verità il proprio reddito) e tutto ciò anche sprecando e sperperando soldi pubblici e producendo continuo debito pubblico.
Questa è infatti una risaputa quanto ripetitiva mentalità politico-pubblica, nazionale, regionale e locale, con cui rimangiarsi da anni tutte le declamazioni precedenti, specialmente quelle raccontate in campagna elettorale, per dopo continuare come e con quelli che c’erano precedentemente e dei quali, prima di essere eletti, nominati o incaricati, si diceva di voler combattere.
In Sicilia e a Messina e provincia, questa consuetudine è addirittura un cult, un vanto, una prassi, anche grazie a un decennale Stato italiano le cui leggi e decreti attuativi, ma anche sentenze e regolamentazioni, sembrano di solito e di tutta evidenza fatte per poi trovare il cavillo (l’inganno) giuridico e agevolare pertanto corruzione soprattutto legalizzata, evasione fiscale, criminalità e quindi confondere e scompaginare noi buoi-cittadini anche con talk show diffusi dai nostri, a volte e di tutta notorietà, allineati media e mezzi d’informazione.
Una breve finale considerazione, direi anche un appello al neoGoverno.
A un amico amareggiato per alcuni esiti elettorali isolani, rispondevo che certi risaputi trasversali partiti (specialmente in Sicilia e a Messina e Provincia) hanno dalla loro, soprattutto localmente, l’influente decennale potere del clientelismo, voto di scambio, mercimonio, corporativismo, reciproca spartizione, ecc. Se il neoGoverno nazionale non rivede seriamene e al più presto le leggi e inasprisce altrettanto severamente le norme contro corruzione, favoritismo, assenza di trasparenza, delinquenza, mafie, ecc. anche la contesa politica è di fatto impari.
L’annosa vera realtà è rimasta ancora quest’ultima, nonostante nel tempo tanti Uomini e Donne hanno dato persino la vita per cercare di combattere la politica deviata. Il resto sono motivazioni e soprattutto veicolate retoriche e mistificazioni dei seguiti, intellettuali, istituzionali, ecc. del trasversale e conclamato sistema organizzato.
Adduso Sebastiano
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