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Mertens: “Farò fatica a dimenticare il K.O. contro la Juve; Lontano da Napoli? Prima la gioia di un titolo”

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Mertens: “Fatico a dimenticare il K.O. contro la Juve; Lontano da Napoli? Prima la gioia di un titolo”

L’attaccante del Napoli, Dries Mertens, ha rilasciato una lunga intervista ai giornalisti del Corriere della Sera. Queste alcune delle sue dichiarazioni;

Dove ti immagini la prossima stagione? Cina, America…? “Così lontano? No, è presto. Mi sento ancora bene fisicamente e voglio continuare a livelli alti in un campionato importante. Adesso sono concentrato sui prossimi otto mesi a Napoli”. 

Se chiama un’altra squadra italiana? “Di fronte alle scelte ti devi trovare per poi decidere. In questo momento non mi immagino altrove in Italia, ma è presto per dirlo. Vivo il presente e mi piacerebbe dare a Napoli la gioia di un titolo”. 

Il primo scontro diretto con la Juve non è finito bene. “Una partita che farò fatica a dimenticare. È stato brutto, bruttissimo perdere dopo una rimonta che aveva dell’incredibile. Sono andato in Nazionale e ci ho messo qualche giorno a riprendermi. Il calcio però è così, la sua bellezza sta anche nell’imprevedibilità. Adesso abbiamo un’altra partita importante con la Samp e tocca a noi fare tre punti”. 

Cosa porta Sarri alla Juve? “Il metodo. Loro sono forti a prescindere, però”. 

Sarri le ha cambiato la vita, Ancelotti che cosa le ha dato? “Mi hanno fatto vedere un calcio diverso. Dalla fase difensiva a quella offensiva, ai cambi di modulo. Felice di averli incontrati entrambi”. 

Come nasce questa empatia con i napoletani? “Qui è come stare sempre in vacanza, ci sono posti meravigliosi e la gente non ha pregiudizi. Poi certo ci sono i problemi. Ma io non li vedo. Non guardo e quindi per me non esistono. Una volta ho rimproverato un ragazzo che aveva parcheggiato l’auto in terza fila, lui mi fa: vabbe’, ma era solo per andare a prendere un caffè. Cosa gli dici, se non: ok, hai ragione. E risolvi tutto con una risata”.

Hai consegnato pizze ai clochard, sei di più che un semplice bomber: “È normale che i più fortunati aiutino chi non sa neanche se il domani arriva. Oggi ho rivisto Enrico, un ragazzino che due anni fa si era ammalato di leucemia, mi ha mandato una email per dirmi che era guarito e voleva abbracciarmi”. 

Le dici le bugie? “Ogni tanto, ma non simulo”. (Ride e chiude le polemiche sui fatti di Firenze ndr).

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