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a manifestazione oggi a Roma dei pazienti di tutta Italia denuncia la carenza di “cannabis terapeutica” e l’assenza burocratica del Ministero
NE AVEVAMO SCRITTO IN PRECEDENZA
Avevamo scritto delle difficoltà, se non anche, forse, delle ostilità, che da anni devono affrontare i migliaia di pazienti che in Italia si curano con la cannabis terapeutica “22 Giugno 2021 Impugnata la legge siciliana che aveva dato speranza ai pazienti della cannabis terapeutica”.
Concludevamo quell’articolo scrivendo che non si comprendeva l’assunto dello Stato italiano e per esso del Governo nazionale il quale, da un lato cassava la Sicilia che aveva manifestato l’interesse alla produzione di cannabis terapeutica, mentre dall’altro, per la medesima causa, pareva favorire uno stato estero.
UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DELL’ON. MICHELE SODANO
Quel nostro lampante dubbio diede forse anche uno spunto affinché fosse presentata, in merito a tale percepibile anomalia, una interrogazione parlamentare https://www.agricolae.eu/interrogazione-sodano-misto-camera-su-avvio-progetti-fornitura-di-cannabis-terapeutica/?print=print.
UNA PRONUNCIA GIURISPRUDENZIALE FAVOREVOLE ALLA CANNABIS TERAPEUTICA
Tra l’altro il 27 aprile 2021 era stato assolto un paziente, Walter De Benedetto, dal Tribunale di Arezzo per l’accusa di detenzione di cannabis, in quanto, seppure la coltivava nella serra vicino casa, ne faceva solo un uso terapeutico personale essendo affetto da una grave patologia che gli procurava forti dolori e che riusciva in parte a lenire con la cannabis.
Nonostante anche tale supporto giurisprudenziale, l’atteggiamento del Governo centrale è rimasto antitetico, al punto da impugnare pure la disponibilità della Regione Siciliana alla coltivazione di cannabis terapeutica.
LA PRODUZIONE DI CANNABIS TERAPEUTICA APPORTEREBBE ECONOMIA E OCCUPAZIONE
Produzione che diverrebbe anche una panacea per l’economia, l’occupazione e le attività dell’Isola, poiché il clima favorevole nonché la posizione nel Mediterraneo della Sicilia, consentirebbe di averne quantitativi tali da potere esportare in tutto il mondo la cannabis medica.
MIGLIAIA DI PAZIENTI DA TUTTA ITALIA ALLA MANIFESTAZIONE INNANZI AL MINISTERO DELLA SALUTE
A questo punto – preso atto che qualcosa, alcuni o qualcuno, al Ministero della Salute e parallelamente nel Governo, osteggerebbe il diritto a potersi curare con la cannabis terapeutica, nonché penalizzerebbe per tale eventuale produzione una Regione italiana, la Sicilia, a vantaggio di uno Stato estero, migliaia di pazienti provenienti da tutta Italia si sono ritrovati a Roma davanti al Ministero della Salute per esporre le proprie rivendicazioni e attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, poiché, come ogni estate, i pazienti che si curano con cannabis terapeutica devono fare i conti con la mancanza del proprio fondamentale medicamento.
Se infatti nel 2021 la carenza è stata costante e strutturale (pochissima cannabis terapeutica di produzione italiana e poca cannabis terapeutica importata dall’estero) durante il periodo estivo questa carenza diventa presso che totale e la responsabilità risiede pesantemente sulle spalle dell’organismo italiano incaricato di gestire e regolare produzione e distribuzione della cannabis per scopi medici: L’Ufficio Centrale Stupefacenti di Roma.
I motivi di questa carenza sono a conoscenza di tutti: un fabbisogno nazionale di lunga sottostimato, la mancanza di comunicazione da parte delle Regioni e provincie del quantitativo di cannabis terapeutica necessario [la comunicazione obbligatoria entro fine maggio sembra essere stata ampiamente ignorata], un sistema produttivo che in regime di monopolio, ancora dopo 6 anni, stenta ad ottenere una qualsiasi credibilità ed, infine, un Ufficio Centrale Stupefacenti, istituzione incaricata di risolvere le problematiche in questione ed approntare soluzioni, che mentre i pazienti chiedono di avere quanto spetta loro per diritto, si fa trovare con il proprio responsabile in ferie.
LE DICHIARAZIONI DI ALCUNI DEI PAZIENTI ALLA MANIFESTAZIONE
Andrea Trisciuoglio è un paziente conosciuto in tutta Italia grazie ad un servizio delle Iene che qualche anno fa ha reso la sua situazione di dominio pubblico. Andrea soffre di sclerosi multipla e consuma cannabis per migliorare la propria condizione, la motivazione per la quale è a Roma è drammaticamente evidente: avrei diritto ad una prescrizione giornaliera di 10 grammi di cannabis (7 grammi di Bedrocan e 3 grammi di Bedrolite), ma è da marzo che non la ricevo tramite la farmacia ospedaliera. Sono costretto a coltivare le mie piante per potermi curare. La carenza è esagerata nonostante, praticamente un anno fa, avessimo fatto un incontro pieno di buoni propositi che non ha avuto nessun risultato. La poca cannabis che arriva viene razionata e alcuni pazienti non riescono nemmeno a vederne un grammo. Servono autorizzazioni alle aziende private, ai singoli pazienti o alle associazioni per poter produrre cannabis. Non vogliamo restare mai più senza terapia.
Manifestazione al Ministero della Salute dei pazienti in cura con “cannabis terapeutica”
Siamo arrabbiati, ci stanno prendendo in giro e vogliamo protestare, Alberico Nobile, tarantino, soffre di tetraplegia spastica e con estremo rammarico racconta: facemmo un incontro l’anno scorso con il responsabile dell’Ufficio Centrale Stupefacenti, che ci aveva rassicurato che la produzione sarebbe aumentata e di pari passo il quantitativo importato dall’estero. Al contrario siamo tutti senza farmaco e, anzi, quanto attendevamo a novembre è arrivato a febbraio, quello di febbraio è arrivato, in misura ridotta, fra aprile e maggio, poi basta. Io che avrei diritto a 5 grammi di Bedrocan al giorno sono senza terapia e devo andare ancora al mercato nero o fare qualche piantina. Siamo costretti ad infrangere la legge nonostante la cannabis terapeutica sia legale. Non capisco nemmeno perché le farmacie private hanno cannabis, mentre quelle ospedaliere nulla? Nel primo caso il medicamento è a pagamento nel secondo dovrebbe essere mutuato dal sistema sanitario.
Manifestazione al Ministero della Salute dei pazienti in cura con “cannabis terapeutica”
Santa Sarta è la combattiva Vice Presidente del Comitato Pazienti Cannabis, associazione siciliana che raccoglie segnalazioni di mancanza di cannabis a livello nazionale: manifestiamo davanti al Ministero della Salute perché crediamo che il progetto di produzione di cannabis medica sia fallito a livello nazionale in quanto riceviamo continue richieste di pazienti, anche in età pediatrica, che sono rimasti senza terapia e senza continuità terapeutica. Oggi avevamo richiesto incontro con il responsabile dell’Ufficio Centrale Stupefacenti per chiedere risposte, visto che è dall’anno passato che aspettiamo di risolvere ed invece tutto quello che abbiamo trovato è stato che, in piena pandemia, è stata diramata una circolare che voleva rendere in CBD narcotico ed un’altra che vietava la spedizione di cannabis e continue carenze di cannabis in farmacia. Avremo voluto comunicare tutto questo il responsabile dell’Ufficio Centrale Stupefacenti che però, ieri, ci ha comunicato essere in vacanza. E’ davvero grave che in un momento in cui noi pazienti, dopo tutte le peripezie compiute per ottenere la terapia, dovremmo essere quelli che si riposano, ci troviamo a manifestare davanti un ufficio, chiuso, perché loro sono in ferie e a nessuno interessa niente della nostra continuità terapeutica. Chiediamo con forza la sospensione o la rimozione di questo responsabile che sta causando un danno ai pazienti che sono in cura e a quelli che potrebbero beneficiare della cannabis. Purtroppo non esistendo una produzione nazionale adeguata, mancando la formazione dei medici e la ricerca scientifica, noi malati siamo quelli che paghiamo. Aggiungo anche la segnalazione di un ragazzo piemontese che, in un momento in cui i pazienti non trovano la cannabis e, nonostante la regolare ricetta, ha visto sequestrare il suo farmaco da parte delle forze dell’ordine. Siamo all’assurdo e il responsabile se ne va in vacanza.
Manifestazione al Ministero della Salute dei pazienti in cura con “cannabis terapeutica”
Carlo Monaco, Presidente dell’Associazione per pazienti Canapa Caffé, segue sulla stessa linea: intanto chiediamo la rimozione della la responsabile dell’Ufficio Centrale Stupefacenti dall’incarico presso l’Ufficio Centrale Stupefacenti. Ci sentiamo traditi e presi in giro perché dopo l’incontro dell’8 luglio dello scorso anno, quanto promesso non è stato mantenuto. Il responsabile è in ferie e noi pazienti siamo abbandonati a noi stessi. Siamo arrabbiati e vogliamo un’apertura per una vera produzione nazionale, perché sino ad ora possono produrre solo i militari che in realtà non producono e intanto i pazienti devono pagarsi non solo la medicina, ma anche gli avvocati per i processi che subiscono. Bisogna rilasciare autorizzazioni ai privati per la produzione di cannabis terapeutica, poi semplificare la burocrazia e le procedure di importazione e comprendere concretamente quale sia il fabbisogno nazionale per farne fronte senza più soffrire di interruzioni terapeutiche. In ultimo bisogna formare ed aggiornare la classe medica con formazioni obbligatorie sulla cannabis.
Manifestazione al Ministero della Salute dei pazienti in cura con “cannabis terapeutica”
Da Bolzano, in trasferta nella capitale, troviamo anche Peter Grunfelder del Cannabis Social Club della città altoatesina ed anche la sua disanima è impietosa: nonostante a Bolzano la situazione sia migliore che in altre parti d’Italia anche noi abbiamo gli stessi problemi vissuti dagli altri pazienti nel resto del paese. Da un lato con i medici che non hanno nessuna educazione alla cannabis terapeutica e quindi non la prescrivono e, dall’altro, problemi nelle farmacie perché non ci sono fornimenti di cannabis. Nella nostra provincia le autorità locali cercano di aiutarci, in particolare l’Alto Adige ha presentato per due volte una mozione che prevedeva che un centro agrario di sperimentazione potesse produrre cannabis medicinale, ma a livello nazionale queste proposte vengono respinte. Per questo motivo anche secondo noi bisogna rimuovere il responsabile dell’Ufficio Centrale Stupefacenti dal ruolo dirigenziale che riveste e chiediamo al Ministro Speranza di intervenire in questo senso.
Manifestazione al Ministero della Salute dei pazienti in cura con “cannabis terapeutica”
IL COMUNICATO STAMPA DEI MANIFESTANTI
Oggi, il Comitato Pazienti Cannabis Medica, l’associazione Cannabis Cura Sicilia e altre associazioni di malati, si sono recate a Roma presso il Ministero della Salute per un sit in di protesta. La questione oggetto della manifestazione riguarda la necessità di fornire soluzioni immediate per i pazienti in cura con Cannabis, rimasti senza terapie per totale indisponibilità nelle farmacie italiane, e l’impugnazione della legge di bilancio della Regione Sicilia da parte della Presidenza del Consiglio poiché in essa, all’art. 57, è contenuta la norma sull’avvio dei progetti concernenti la cannabis terapeutica. L’On. Sodano, il Presidente del Comitato e dell’Associazione sono stati ricevuti dal Sottosegretario di Stato Andrea Costa, cui sono andati i ringraziamenti dell’On. Sodano.
LA DICHIARAZIONE DELL’ON.LE SODANO
“Non è possibile attendere ancora i tempi della burocrazia” ha dichiarato l’On. Michele Sodano, “un numero particolarmente consistente di cittadini aspetta di poter essere trattato con la cannabis terapeutica come prescrive la legge ma le modalità per reperire il medicinale sono particolarmente farraginose e quasi mai riescono ad essere fruttuose anche per la costante irreperibilità della canna-bis. A causa di queste difficoltà i pazienti, negli ultimi mesi, hanno sperimentato un aggravarsi delle proprie patologie, dovendo spesso ricorrere alle piazze di spaccio per potere soddisfare il proprio diritto alla cura. Sono soddisfatto dell’impegno assunto dal Sottosegretario Costa, che ringrazio per la disponibilità, di attivare un tavolo di confronto per giungere ad una soluzione del problema.” ha concluso Sodano.
Il 18 giugno us, l’On. Sodano ha presentato un’interrogazione parlamentare volta ad accertare quali saranno le iniziative di competenza da adottare per consentire l’avvio dei progetti per la fornitura di cannabis terapeutica e sopperire alle richieste derivanti dal fabbisogno accertato dalle autorità sani-tarie nazionali di produzione.
“La soluzione più veloce ed efficace, sperimentata già in moltissimi Paesi, –aggiunge Sodano– è di consentire l’autocoltivazione in forma privata, o tramite associazioni, da parte dei soggetti che traggono beneficio dalla Cannabis.”
Il responsabile dell’Ufficio Centrale Stupefacenti del Ministero della Salute, contattato da un sito d’informazione sulla cannabis, in merito a quanto sopra dichiarato dai partecipanti alla manifestazione, non ha rilasciato alcun commento.
(le altre informazioni regionali le trovi anche su Vivicentro – Redazione Sicilia)