Le interviste di Vivicentro: Renato Mancini ci racconto le sue esperienze vissute tra il Siracusa e la Juve Stabia
Per le interviste di vivicentro, in vista del derby del cuore, la nostra redazione ha raggiunto Mister Renato Mancini. Il Mister è uno di quei giocatori che ha indossato sia la maglia azzurra del club aretuseo che quella gialloblù delle vespe.
Mancini, nel ruolo di difensore, giocò nel Siracusa di Salvoldi nella stagione 2005/2006 (1 goal) e precedentemente per due stagioni dal 2003 al 2005 con la Juve Stabia (3 goal). Fautore di ben 21 goal nella sua carriera da difensore, Mancini è fra i massimi rappresenti del “club degli ex giocatori”.
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osto al chiodo il ruolo da giocatore dopo la stagione 2011/2012, Mancini intraprende la carriera da allenatore. Ringraziamo il mister per la disponibilità e il tempo concessoci.
Finalmente il campionato sta per iniziare, pensa che questo ritardo possa incidere sulle prestazioni delle squadre?
Le squadre si preparano già da luglio, gli allenatori preparano un certo ciclo di allenamenti per poi essere pronti durante le gare di campionato. Sicuramente il ritardo inciderà su tutte le squadre. Un altro problema di questa stagione è di avere un campionato a “spezzatino” con molte gare che si giocheranno durante la settimana per poi riprendere nuovamente a giocare dopo pochi giorni per recuperare le giornate perse.
Lei da difensore ha eseguito in tutta la sua carriera ben 21 goal raggiungendo il culmine quando giocava con il Corigliano con cui ne fece 5. Ne ricorda qualcuno in particolare?
Due goal ricordo in particolare fatti entrambi quando giocavo con la Juve Stabia. il primo lo ricordo benissimo era il 12 ottobre 2003 al 29’, il giorno prima del mio matrimonio. Fu una partita importante perché si giocava un derby contro il Sorrento. È stato bellissimo giocare per poi scendere e andare a sposarmi. E poi successivamente contro il Cosenza. Il Matrimonio mi portò bene.
Mister lei ha giocato sia a Siracusa nella stagione 2005/2006, che con la Juve Stabia nei precedenti due anni. Che ricordi ha di queste due piazze e che differenze ha trovato ?
Sono due piazze simili: belle ma entrambe molto difficili. È logico che non si può fare una squadretta, sono piazze con ambizioni, perché entrambe hanno fatto un calcio ad alti livelli. I tifosi sono calorosi e questo è il massimo per ogni giocatore. Una piazza simile è anche il Catanzaro, hanno un calore anche loro molto forte per i giocatori.
Lei giocò nel Siracusa di Salvoldi e fu autore di un goal al 93’ contro il Trapani, lo ricorda?
Certo che lo ricordo. Fu al 93’ e fu il massimo essendo un derby molto sentito. Quello di quell’anno fu un campionato molto difficile perdemmo contro il Cosenza ai rigori. Ricordo benissimo anche la coreografia di quella partita da parte dei siracusani ( sorride).
Le manca il tifo che sentiva da giocatore? O quello che sente adesso da allenatore colma in parte quello vissuto in campo?
Si manca anche perché quello che si ha da allenatore non è la stessa cosa. Da giocatore si vive diversamente, ti carichi con il tifo pur rimanendo concentrato. Da allenatore devi canalizzare le tue attenzioni su 11 giocatori e anche se senti il tifo non puoi farti distrarre.
In questa partita vedremo in campo l’esperienza di Caserta e la gioventù di Pagana
Il Siracusa ha un tecnico giovane, ma può fare sicuramente bene, la piazza deve avere pazienza. Tutti vorremmo vincere subito, ma la società è giovane. Molte squadre come la Juve Stabia, Catanzaro o Catania hanno speso tanto. È anche vero che il calcio non è una scienza e tutto può succedere.
Come si vive da giocatore secondo lei questo gemellaggio ?
Questo è un gemellaggio storico e forte, me ne accorgo dalle cose che pubblicano. Sirastabia è un legame difficile da trovare nel panorama calcistico italiano è un legame quasi morboso. I tifosi fra di loro si ospitano è più una festa dove spesso il risultato non conta e il risultato della partita viene accantonata. Lo scorso anno, la vittoria per il Siracusa era essenziale a causa dei punti di penalizzazione. Il pareggio non contò, ma la festa si. Io purtroppo non ho vissuto quel momento perché quando entrambe erano in D erano in diversi gironi.
Vuole lasciare un messaggio o un saluto ai tifosi azzurri e gialloblù?
Il messaggio che vorrei lasciare ai tifosi delle due squadre è più un sogno, infondo sognare è gratis sarebbe bello vedere un derby del cuore in serie B. Il Siracusa deve avere pazienza molte piazze quest’anno sono armate bene.
a cura di Dionisia Pizzo.
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