I
leader dei principali partiti, con la preziosa collaborazione di una scuderia di collaboratori e tecnici politici, sono scesi in pista, con le loro ”macchine elettorali”.
Come in formula 1, ogni pilota farà capo ad un team , che in caso di vittoria, entrerà a far parte della nuova scuderia politica.
Dopo la corsa sul referendum sapremo se Renzi resterà alla guida del Paese, o se la leadership andrà ad altri piloti.
La posta in gioco è alta, non è da sottovalutare, è in pista il nostro presente e il futuro dei nostri figli. Abbiamo da un lato una coalizione di destra che di giorno in giorno si va sempre più compattando.
Dall’altro abbiamo un Governo che continua ad essere contestato dalle stesse minoranze dem. Non sembra carburare al meglio , la sua pur potente “macchina elettorale” perde colpi, batte in testa, cammina a 3 cilindri, anche le candele pur avendo macinato pochi chilometri, sembrano alquanto usurate.
Sarebbe giusto che le macchine elettorali di piccola cilindrata scomparissero tutte dagli autodromi nazionali, in quanto creano ostacoli, rallentamenti, fermi continui da pit stop.
Se le macchine da corsa renziane dovessero perdere, sempre che non vi siano novità, potrebbero essere messe in quarantena. In caso di successo continuerebbero a gareggiare fino alla fine del campionato plurimarche politico.
In questi 2 mesi gli Italiani dovranno scegliere; speriamo che in questa competizione vinca un team che porti tutti noi a vincere la gara del nostro futuro.
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