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Castellammare di Stabia

La lunga odissea del soccorso a 105 migranti in balia di onde e burocrazia.

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Odissea di un soccorso che si protrae da due giorni con 105 migranti prigionieri ed in balia di onde e burocrazia.

Nella giornata del 6 Maggio, a seguito di una chiamata satellitare pervenuta alla Centrale Operativa della Guardia Costiera Italiana proveniente da una imbarcazione in difficoltà a largo delle coste libiche, l’unità a vela Astral di bandiera inglese, appartenente alla ONG Proactiva Open Arms, si è diretta in prossimità del gommone con 105 migranti a bordo.

span style="color: #222222;">La stessa, sebbene informata dell’assunzione del coordinamento da parte delle autorità libiche, ha proceduto in autonomia al recupero dei migranti, ritenendo la situazione critica.

Una volta terminato il recupero, si è reso necessario il trasbordo su un’altra unità più idonea a condurre i naufraghi in salvo.

Presente in zona anche la nave Aquarius, della SOS Mediterranee, anch’essa di bandiera inglese.

Attesa la mancanza di indicazioni da parte dello Stato di bandiera dell’unità Astral, la Centrale Operativa della GuardiaCostiera italiana, a tutela della salute e della sicurezza dei 105 migranti presenti a bordo, già provati dal salvataggio, in considerazione anche dell’approssimarsi delle ore notturne, ne ha autorizzato il trasbordo su nave Aquarius, unità di maggiori dimensioni, idonea ad accogliere in condizioni di sicurezza i naufraghi, nonché in grado di poter prestare agli stessi una adeguata assistenza sanitaria.

Dopo le operazioni di trasbordo su nave Aquarius, avvenute nella serata di ieri, 7 Maggio 2018, su autorizzazione della Centrale Operativa della Guardia Costiera italiana, l’unità Aquarius, della ONG SOS Mediterranee, ha comunicato di voler rimanere in area di operazioni sino alla serata odierna, in considerazione del peggioramento delle condizioni metereologiche previsto nelle prossime ore.

Intanto, dopo i numerosi solleciti rivolti dall’ IMRCC di Roma alle autorità inglesi, queste hanno risposto rappresentando l’urgenza della situazione a bordo e quindi la Guardia Costiera italiana, di concerto con il Ministero degli Interni, ha deciso di indicare un luogo sicuro di sbarco.


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