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Castellammare di Stabia

Lettera al sindaco di Porto Recanati: “Venga a vedere se è Scampia o no”

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A scrivere la lettera sono i ragazzi della pagina Fb

Valeria, Gaetano, Melania, Anna, Antonio, Susy, Rosaria, Andrea, Vittorio, Claudia, Francesco sono ragazzi di Scampia che curano la pagina Fb “Napoli e/è Scampia”. Questi ragazzi hanno scritto una lettera a Roberto Mozzicafreddo, sindaco di Porto Recanati che, a proposito del ritrovamento delle ossa di due corpi nei pressi di un palazzone (l’Hotel House), aveva dichiarato: “Porto Recanati non è Scampia”.

E

cco le parole dei ragazzi rivolte al primo cittadino:

“Caro sindaco noi siamo di Scampia e le dobbiamo dire che ha detto una cosa giusta. Porto Recanati e il famoso Hotel House non sono Scampia. Non sono Scampia perché a Scampia non hanno mai trovato un pozzo con tante ossa umane (forse anche di bambini). Non sono Scampia perché forse la Scampia che lei cita lei neanche la conosce e non la vive, come la viviamo noi, 24 ore al giorno. Lei non conosce la Scampia dei ragazzi (migliaia) che vanno a scuola tutti i giorni con fatica e con entusiasmo. Lei non conosce la Scampia di donne e uomini che cercano, ogni giorno, tra speranze e disperazione, un lavoro. Lei non conosce la Scampia delle chiese, delle associazioni, dei volontari che da anni si battono sul territorio e per il territorio. Lei non conosce nulla di Scampia, caro sindaco, e forse di Napoli. Lei conosce, forse, la Scampia delle fiction televisive o delle televisioni che da anni (come lei) sono pronte ad offenderci e mai a capire la nostra Scampia, quella vera.  E prima di parlare di noi e di Scampia, la prossima volta, ci pensi bene e rifletta bene sui paragoni. A noi non verrebbe mai in mente di dire “Scampia non è Porto Recanati” o “Scampia non è l’Hotel House” e sa perché? Perché noi rispettiamo gli abitanti, tutti gli abitanti di Porto Recanati (anche quelli che soffrono nell’Hotel House) e non siamo vittime di preconcetti e di luoghi comuni. Venga a Scampia, caro sindaco, ma ci venga da solo e a spese sue. Noi non vogliamo ospitarla e non le offriamo niente (forse un caffè napoletano: quello non possiamo negarlo a nessuno, neanche a lei)”.


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