Insigne nello spogliatoio prima che iniziassero i festeggiamenti per la vittoria, è riuscito a ritrovare se stesso e a voce alta davanti alla squadra ha chiesto scusa
C
ome riportato dall’edizione di oggi del quotidiano sportivo del Corriere dello Sport, quando è partito l’embolo, ci sarebbe quell’autocontrollo utile a evitare di trovarsi dentro ad un tunnel.
Quando si è alzata la lavagnetta, deve essersi ostruita la vena: certe cose non si dicono, non si fanno, si dominano e si domano. Ma quando sé stata aperta la porta dello spogliatoio, prima che iniziassero i cori per festeggiare, Lorenzo Insigne è riuscito a ritrovare sé stesso, a raccogliere le raccomandazioni ricevute dai genitori all’epoca della fanciullezza, è andato incontro a quel signore di 59 anni che merita rispetto e ad alta voce, affinché anche i compagni potessero sentirlo: «Mister, scusami». La controreplica resta nel mistero, però ciò ch’è capitato a Bergamo, come successe a Torino quindici mesi fa, quell’invito inelegante per un calciatore che ha solo perle esteticamente indiscutibili, è finito in ghiacciaia o nell’archivio o persino nel dimenticatoio. Certo, rimane in giro sui social, e probabilmente pure nella memoria di Insigne, che avendo avuto percezione d’averla fatta grossa, ha trovato il modo e l’espressione per convergere e demolire sé stesso.
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