Un test su un macaco – una scimmia primitiva e con un cervello molto piccolo – svela che i nostri cugini in realtà hanno la capacità di parlare. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista “Nature”, Darwin aveva ragione: «Ciò che manca è un cervello adeguato».
Se una scimmia ti chiedesse: “Mi vuoi sposare?”
Un test svela che i nostri cugini hanno la capacità di parlare, “Darwin aveva ragione: ciò che manca è un cervello adeguato”
L
a domanda non è retorica e attende una risposta concreta. Di recente, sulla base di prove fossili, è stata negata la capacità di parlare di quella specie di uomo-scimmia che era l’Homo erectus. Si legga a questo riguardo «Il ragazzo del fiume» di Alan Walker e Pat Shipman.
Ma il dibattito è aperto da un paio di secoli. Secondo Darwin, le scimmie non sanno parlare non perché il loro apparato anatomico non sia adeguato, ma solo perché non è sostenuto da un cervello capace di elaborare i suoni. E adesso uno studio pubblicato su «Nature» porta acqua al mulino di Darwin. Il capo del team di ricercatori, William Tecumseh Sherman Fitch, dice addirittura, con vis polemica: «I paleontologi che esaminano i fossili sprecano il loro tempo, cercando di capire da quei reperti se i nostri antenati erano in grado di parlare, perché tutti i primati possono farlo, da milioni di anni». E Sherman ritiene di averlo dimostrato con un esperimento su un macaco, che è una scimmia molto primitiva e con un cervello molto piccolo.
Sherman (discendente del famoso generale della guerra di Secessione) è un biologo evoluzionista dell’università di Vienna: ha condotto l’esperimento con un neuroscienziato di Princeton, Asif Ghazanfar. I due hanno ripreso ai raggi X il macaco, di nome Emiliano, mentre mangiava, sbadigliava, faceva schioccare le labbra ed emetteva una gran varietà di vocalizzazioni. Hanno così individuato 99 configurazioni della corde vocali di Emiliano, poi hanno ricostruito al computer un modello dei suoni che la scimmia è in grado di emettere in base alla sua anatomia. È emerso che il macaco è capace di pronunciare tutte le cinque vocali e le consonanti.
Compiendo un passo ulteriore, suggestivo ma anche un po’ inquietante, i due scienziati hanno realizzato la traccia audio di come suonerebbe la domanda «will you marry me?» («vuoi sposarmi?») sulle labbra del macaco, se il suo cervello fosse in grado di guidare a quel fine le corde vocali, i muscoli della bocca, la lingua eccetera. Risultato: la frase, pronunciata da questo Emiliano virtuale, suona sgraziata ma comprensibile.
Sherman ne deduce che «l’apparato anatomico del macaco sarebbe perfettamente in grado di parlare, se ci fosse a guidarlo un cervello umano». Sottolinea che il macaco è una scimmia molto primitiva, i cui antenati comuni con molte altre scimmie, e con l’uomo, risalgono a decine di milioni di anni fa, e ne deduce che praticamente tutte le scimmie sono in grado di parlare, dal punto di vista anatomico.
È una deduzione logica? Abbiamo qualche dubbio. Nel corso dell’evoluzione certe abilità si possono acquisire, ma anche perdere. Gli struzzi prima hanno imparato a volare, ma poi hanno disimparato. Se i macachi sono in grado di parlare, non è detto che fossero in grado di farlo anche i più evoluti Homo erectus. Ma per quanto riguarda il macaco Emiliano, lo studio di Sherman e Ghazanfar sembra ineccepibile. E di certo è suggestivo.
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