In attesa di conoscere l’esito del nuovo match fra Renzi e l’Ue ecco le novità dal fronte di Equitalia: così si rottamano le cartelle
Equitalia addio: così si rottamano le cartelle
Come si aderisce alla sanatoria e cosa si può sanare. Attenzione però, bisogna rinunciare ai contenziosi con il Fisco
Niente interessi sulle multe
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oi, contrariamente alle prime previsioni, nella rottamazione rientra anche l’Ivanon versata, esclusa quella dovuta sull’import. Sono anche escluse le somme «dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato, i crediti derivanti da pronunce della Corte dei Conti, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna». La sanatoria riguarderà anche le multe stradali, sulle quali non si pagheranno gli interessi di mora mentre si devono versare interessi legali e le spese per l’iscrizione in ruolo.
Chi ha già rateizzato
Altra cosa importante da ricordare: i contribuenti che abbiano già rateizzato le vecchie pendenze con Equitalia potranno accedere alla sanatoria solo se in regola con le rate di pagamento in scadenza dal 1° ottobre al 31 dicembre di quest’anno. Detto ciò cerchiamo di capire, passo dopo passo, come si potranno rottamare le cartelle esattoriali, con sconti che vanno anche oltre il 50% per i crediti più datati.
Cosa si può sanare
Si possono sanare Irpef, Irap, Ires, contributi previdenziali, multe e Iva (con le eccezioni già menzionate) affidati alla riscossione di Equitalia dal 2000 al 2015. Entro 90 giorni da oggi, data di entrata in vigore del decreto, chi è interessato alla sanatoria dovrà presentare domanda ad Equitalia, la quale entro altri 180 giorni comunicherà gli importi, eventualmente rateizzabili in quattro rate, le prime due pari ciascuna al 33% dell’importo complessivo, le altre due di quel che resta. La prime tre rate vanno pagate entro il 15 dicembre 2017,la quarta non oltre il 15 marzo 2018.
Cosa si paga e cosa no
Ma cosa si paga e cosa no? Tasse e multe non pagate vanno versate per intero, così come gli interessi legali dello 0,5% che decorrono dalla data del mancato versamento dell’imposta a quella della notifica della cartella esattoriale. L’aggio dovuto ad Equitalia resta ma scompaiono le sanzioni e i pesanti interessi di mora, oggi al 4,13%. Per capire abbiamo chiesto due esempi allo studio del tributarista Gianluca Timpone. Un’azienda che al 23 giugno del 2014 ha avuto notificata una cartella per 72. 851 euro di Ires non versata nel 2010, pagherà quell’importo più gli interessi legali pari a 10.619 euro. Ma si vedrà abbuonati 20.163 euro di sanzioni, e ben 33.856 di interessi di mora, mentre l’aggio di riscossione pur rimanendo percentualmente invariato scenderà di 1.210 euro perché applicato su un importo più basso. Alla fine anziché 143.708 euro se ne verseranno 88.478, con un risparmio del 38%.
«Niente a che vedere con il 2002»
Una multa di 526 euro del 2009 notificata nel maggio del 2012 nella cartella Equitalia era lievitata a 1.077 euro. Ora torna quasi all’importo di partenza, 569 euro, perché saltano maggiorazioni e interessi di mora. Risparmierà invece meno chi ha già rateizzato. «Quel che si è finora versato per interessi di mora e sanzioni –spiega Timpone – non si recupera più, ma quel che resta da pagare per quelle voci viene detratto dalla rate future che saranno così un po’ più leggere. Complessivamente un buon affare per tutti, ma niente a che vedere con la sanatoria del 2002 quando oltre a sanzioni e interessi si pagava solo un quarto dell’imposta dovuta con risparmi dell’80 per cento e più».
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