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Riceviamo e Pubblichiamo- L’apologia del Super Io

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L’onnipotenza è il potere di fare tutto, senza alcun limite. Nelle religioni monoteistiche questo attributo è proprio di Dio. Nel nostro calcio dilettantistico esiste una figura simile. Il mega direttore onnipotente, uno e trino praticamente un “Dio”. Tutto quello che fa l’onnipotente è prerogativa di successo, possono anche esserci dati incontrovertibili che provano il contrario, vi garantisco non è così. La parola insuccesso non è presente nel vocabolario dell’onnipotente; fallimento neanche a parlarne; comparazione inesistente, se tu hai fatto qualcosa di buono non è minimamente paragonabile a ciò che è stato anche solo sfiorato dal mitico “Dio”.

Sul Golfo dell’altro giorno, l’onnipotente ci ha raccontato l’ultimo di una lunga serie dei suoi successi, dal suo divino punto di vista, paragonando il campionato campano di promozione girone B 2018 a quello 2019. Già considerando che parliamo di promozione lo inviterei a riflettere, visto che lui era ed è destinato ad altre categorie. Comunque per il divin direttore l’anno scorso si è perso tempo, le squadre che hanno partecipato potevano anche andare a giocare a racchettoni sulla spiaggia, mentre quelle di quest’anno meritavano direttamente l’Eccellenza. Dal mio punto di vista, invece, io penso che la presenza della corazzata Afro-Napoli rendeva di per sé impossibile il raggiungimento del primo posto, togliendo a tutte le squadre già in partenza il primo obiettivo stagionale: la vittoria del campionato.
Già questo è il primo punto che rende il campionato dello scorso anno più proibitivo, considerando che in questa stagione si poteva concorrere anche per il primo posto. Poi il confronto tra le due annate bisognerebbe farlo anche tenendo conto dei risultati delle singole squadre. A chi prende come metodo di paragone l’Ottaviano (promosso e retrocesso nel giro di un anno, cosa avvenuta per mancanza di risorse), basta mostrare i miglioramenti avuti da altre squadre. Il Poggiomarino, con solo due innesti, è passato dal quarto al primo posto. Il Vico Equense, invece, dal quinto al secondo posto. Ma ci sono altri esempi, come l’Oratorio Don Guanella. Lo scorso anno retrocesse da terzultima con 28 punti, pur rendendo la vita difficile anche alle big (il Vico Equense perse a Scampia i playoff pareggiando 0-0, il Procida vinse 0-2 con un rigore decisivo parato da Lamarra). Quest’anno, invece, sempre con poche risorse, si è salvata con ampio anticipo facendo ben 8 punti in più rispetto allo scorso anno.

La differenza sta tutta lì. Nella scorsa stagione, ogni vittoria andava conquistata: anche chi lottava per la salvezza poteva togliere punti a qualsiasi squadra. Quest’anno, invece, c’erano partite come quelle contro Pimonte, San Pietro, Maued, Puteolana, Rione Terra, San Giuseppe che erano praticamente già vinte in partenza. E, nel girone di ritorno, a queste squadre si sono aggiunte anche Torrese e Quartograd che hanno mollato con ampio anticipo. Per tutti questi motivi, dire che il campionato di quest’anno era più difficile rispetto a quello dello scorso anno significa mancare di obiettività. Anche perché poi bisognerebbe tirare fuori altri discorsi, come quelli del budget e delle condizioni di lavoro: con il triplo del monte ingaggi il Procida è arrivato una posizione sotto e si è fermato un turno prima nei playoff rispetto all’anno scorso. E per le cifre spese non c’è confronto che tenga…Comunque anche chi è uno e trino a volte, rinsavendo, con un po’ di umiltà potrebbe dare a Cesare quel che è di Cesare, o meglio a Muro quel che è di Muro ed a Cesarano quel che è di Cesarano. Forse l’essere umili è un qualcosa non è presente in alcuni DNA…

Il guardiano del faro

 


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