“La squadra deve adeguarsi a Pavoletti” vs “E’ Gabbiadini che deve adeguarsi alla squadra”, il Sarri pensiero
N
apoli Nessun saluto a Sarri e non poteva essere altrimenti. Manolo Gabbiadini, nella sua lettera di commiato dopo il trasferimento al Southampton, ha ringraziato tutti, tranne il tecnico azzurro reo di non averlo impiegato abbastanza.
Ad onor del vero, come riporta l’edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno, Sarri gli ha dato fiducia ad inizio stagione, dopo l’infortunio di Milik, senza aver avuto le necessarie risposte. Di base c’è stato un equivoco tattico: far giocare nel 4-3-3 il calciatore bergamasco come punta centrale, lui che centravanti classico non lo è mai stato. Da esterno avrebbe forse reso meglio, ma Sarri non lo ha mai visto in quel ruolo e tra l’altro a destra c’è Callejon, lo stakanovista azzurro capace di coprire tutta la fascia. Il futuro al centro dell’attacco, nell’attesa di Milik, si chiama Leonardo Pavoletti, uno degli acquisti «top» della finestra di mercato di riparazione, pagato dal Napoli 18 milioni di euro. Scampoli di partita finora per l’attaccante livornese, ma la consapevolezza di essere una scelta primaria di Sarri: «La squadra deve adeguarsi a Pavoletti» sono state le parole del tecnico toscano dopo il pareggio col Palermo. Mentre a Gabbiadini ha sempre ribadito: «È lui che deve mettersi al servizio dei compagni». Tutto ciò spiega il Sarri-pensiero che ora ha la possibilità, se la squadra segue le indicazioni, di avere una risorsa in più in attacco. Di certo le prime uscite dell’attaccante prelevato dal Genoa non hanno entusiasmato i tifosi che, come capita spesso in una città umorale, hanno iniziato ad avere dei dubbi sulla cessione di Gabbiadini. Non si può pretendere che l’attaccante toscano possa aver imparato in poco tempo i movimenti del nuovo allenatore. Contro il Palermo si sono viste, però, le solite giocate con palla bassa che non favoriscono di certo un calciatore come Pavoletti, che se vuole tornare «Pavoloso» deve mettere al bando la sua frenesia.
La squadra si è adattata con il tridente leggero con Mertens terminale offensivo: movimenti diversi senza punti di riferimento per gli avversari. Ora deve ricalibrarsi e con Pavoletti ha questa possibilità, per mettere in campo anche un po’ di fisicità, con sponde e gioco aereo. L’attaccante livornese dovrà essere paziente, attendere il suo momento. Potrà capitare ancora in Coppa Italia, magari in qualche partita di campionato per preservare anche Mertens, meno brillante nelle ultime uscite, ma che dovrà essere al top per la Champions e nelle gare cruciali di un calendario che non ammette pause. La concorrenza è spietata ma starà a lui giocarsi le sue chances, un po’ come lo era per Gabbiadini. La fiducia di Sarri non gli manca e il rapporto con il tecnico toscano sembra poggiato su buone basi. A Pavoletti basterebbe un gol, il primo in azzurro, per sbloccarsi. Sembra quasi un assillo: in campo si arrabbia e lotta, ma è ancora avulso dal gioco. Vuole scalare le gerarchie e magari mettere per un po’ in naftalina il falso nove. Lui si sente un attaccante vero, vuole dimostrarlo anche a Napoli con un alleato in più: Maurizio Sarri, il tecnico che è sempre riuscito a far esaltare i suoi attaccanti, meno Gabbiadini che ora però è solo un ricordo.
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