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La seduzione del Secondo Reich: «Una leggerezza, non sono un neonazi»

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Il carabiniere che ha appeso la bandiera nella caserma di Firenze ha dichiarato: “Hitler non c’entra”, ma la domanda resta ed è legittima: che cosa ci faceva una bandiera di guerra tedesca, sia pure del Secondo Reich, nella camerata di una caserma dei carabinieri italiani a Firenze? Le indagini potranno chiarire meglio l’accaduto. Intanto è stata aperta una inchiesta della procura militare che però anticipa: rischia una sanzione, ma non sarà sospeso dall’Arma.

“Una leggerezza, non sono un neonazi”

ROMA – «Ma quale nazista! Avvolto da quella bandiera un ufficiale della Ma,
rina prussiana, nel 1939, si suicidò in disaccordo con Hitler. E il fotomontaggio di Salvini con il mitra è tratto da un videogioco che spopola ovunque». Sfogandosi con i colleghi, cerca di ridimensionare la gravità del suo gesto il carabiniere del sesto battaglione di Firenze che ha esposto nella sua camera, nella caserma Baldissera, la bandiera di guerra del Secondo Reich e l’immagine del leader leghista Matteo Salvini che imbraccia un mitra. Oggi quella bandiera è uno dei simboli adottati dagli estremisti di destra di tutt’Europa e la ministra della Difesa Roberta Pinotti chiede al comandante generale dell’Arma, il generale Tullio Del Sette, chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi.

I

ntanto il giovane – laziale, 23 anni, da uno arruolato – dopo l’esplosione del caso attraverso il «sitodifirenze» confida ai commilitoni che si è trattato di «una leggerezza» e prende le distanze dalle accuse di propaganda neonazista. Il materiale recuperato nella sua stanza, condivisa con altri colleghi, è stato inviato alla Procura di Firenze. E in attesa dell’esito delle indagini della giustizia ordinaria, il procuratore militare Marco De Paolis stigmatizza la vicenda «da un punto di vista culturale e disciplinare, anche se probabilmente non è stato commesso alcun reato militare». E aggiunge: «Ho dato comunque disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un reato».

Sul piano disciplinare il carabiniere rischia una sanzione che va dal richiamo alla consegna con rigore, mentre al momento non si dovrebbe profilare l’ipotesi della sospensione. È probabile che la sua linea difensiva ruoti intorno alle giustificazioni fornite agli altri commilitoni. Nel senso che potrebbe fare leva sul fatto che quella non è la bandiera del Terzo Reich, ma della Marina da guerra tedesca (Reichskriegsflagge) issata per la prima volta il 1° ottobre 1867 dalla Confederazione del Nord e confermata dalla costituzione federale dell’Impero il 20 marzo 1871. E probabilmente punterà sul suicidio dell’ufficiale della Marina Hans Wilhelm Langsdorff (le cui ultime parole tuttavia furono: «Affronterò il mio destino con ferma fede nella causa e nel futuro della nazione e del mio Führer»). In altre parole, la bandiera come vessillo contro Hitler. Ma i magistrati crederanno a questo ribaltamento della realtà? Siamo di fronte a uno dei simboli più diffusi tra i naziskin. Quanto al capitolo relativo alla Lega Nord, s’intravede il tentativo di scagionarsi tirando in ballo «Call of Salveenee», il videogioco in cui Salvini viene rappresentato come un eroe padano, che deve difendere i Marò.

Nel frattempo insorgono Anpi, Arci e Cgil Firenze: «L’esposizione della bandiera neonazista dentro la caserma Baldissera dei carabinieri di Firenze è intollerabile. Non è solo uno sfregio a uno dei simboli della sicurezza della nostra comunità: l’Arma dei Carabinieri. Ma è anche e soprattutto un colpo al cuore dei valori sui quali si fonda la Repubblica italiana».

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/La seduzione del Secondo Reich: «Una leggerezza, non sono un neonazi»
lastampa/“Una leggerezza, non sono un neonazi” EDOARDO IZZO

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