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ministri delle Finanze di Italia, Francia, Spagna e Portogallo prendono carta e penna per provare a riscrivere la storia dei rapporti tra il Sud dell’Europa e Bruxelles. Con una lettera i protagonisti delle economie del Sud Europa accusano: “L’Ue sbaglia i conti sull’economia”.
Il fronte del Sud all’Europa: “Cambiare le regole sui conti”
Nuova lettera alla Commissione firmata da Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Padoan spera nello sconto sulla manovra d’autunno. Bce pronta a cambiar rotta
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Il fatto che la lettera parta a pochi giorni dal ballottaggio francese e dalle raccomandazioni di primavera della Commissione (sono attese per il 17) non è casuale: il tentativo è di mettere le mani avanti prima che arrivino richieste difficili da gestire. Ma se la posizione della Francia andrà misurata dopo il probabile arrivo di Macron all’Eliseo e le elezioni legislative di giugno, per Roma si tratta di una battaglia che condizionerà l’ultimo scorcio di legislatura.
Il giudizio positivo del numero due della Commissione europea Dombrovsikis sulla manovra di correzione dei conti di quest’anno – «sembra centrata» – non tragga in inganno. Gentiloni ha promesso per ottobre una Finanziaria pesante, ma solo nella convinzione che nel frattempo sarebbero cambiate le regole. Se l’Italia dovesse far scendere il deficit dal 2,1 per cento di oggi all’1,2 sarebbe costretta ad una manovra dagli inevitabili effetti recessivi. La Germania sarà disposta a concedere più flessibilità prima delle elezioni di settembre? Al Tesoro si fanno forti della richiesta ormai pressante di cambiare: non solo da parte dei Paesi del Sud, ma anche di Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Slovenia, Repubblica Slovacca.
Con il passare dei mesi la posizione italiana si fa sempre più delicata. La finestra di opportunità aperta due anni fa dal piano di acquisti della Banca centrale europea si sta chiudendo. Ieri il capoeconomista di Francoforte Peter Praet ha fatto salire l’euro oltre 1,10 dollari solo per aver lasciato intendere che nella prossima riunione del Consiglio dei governatori della moneta unica, a giugno, potrebbe arrivare l’annuncio di una correzione di rotta entro l’autunno. Finora la pressione è arrivata dai tedeschi e dai suoi alleati tradizionali, Olanda e Austria, ma ora sta cambiando la posizione della Francia, le cui banche soffrono i tassi zero. È probabile che il piano Draghi resti intatto fino alla fine di quest’anno, ma alla Bce c’è chi chiede nel frattempo un ritocco del tasso sui depositi, oggi negativo. Dettagli a parte, la sostanza è che passata la paura attorno alle elezioni olandesi, francesi e tedesche, l’Italia torni ad essere al centro dell’attenzione e costretta a dure scelte di finanza pubblica nel pieno della campagna elettorale. La speranza di Gentiloni e Padoan è che i partner ne tengano conto.
Twitter @alexbarbera
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