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La Regione Siciliana carente di liquidità. Bilancio provvisorio

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Inevitabile l’esercizio provvisorio. Il Presidente della Regione Siciliana Musumeci all’ARS “Non siamo prossimi al precipizio”. Moody’s: stabile.

“Ho letto nelle agenzie e in alcuni giornali che la situazione finanziaria della Regione è prossima al precipizio: non è così” ha detto Nello Musumeci, Presidente della Regione Siciliana, nel suo intervento in Assemblea Regionale durante il dibattito sulla situazione finanziaria della Regione.

Musumeci ha citato l’ultimo bollettino di Moody’s con il quale l’agenzia ha confermato il rating Ba1: Stabile. Non si tratta certo di un rating da buon livello considerato che negli anni scorsi la Sicilia è stata declassata, ma comunque di un rating stabile e con una tendenza positiva alla riduzione del debito.

Il report dell’agenzia di New York ha infatti evidenziato la rilevante riduzione del debito che nel 2020 scenderà al di sotto dei 7 miliardi, con una tangibile riduzione dell’incidenza sulle entrate d’esercizio (passata dal 48,5 per cento del 2017 al 44,8 per cento del 2019 per attestarsi al 43,2 per cento nel 2021), in drastica riduzione anche il costo del debito. L’agenzia di rating ha rilevato, inoltre, un progressivo incremento della liquidità nel biennio, ad oggi ben oltre il miliardo di euro. Significativo l’apprezzamento per i progressi organizzativi e le riduzioni di spesa in diversi settori a partire da quello sanitario. Il report di Moody’s sottolinea la rilevanza dell’accordo concluso dalla Regione con lo Stato nel dicembre 2018 per gli effetti positivi che determina sugli equilibri finanziari della stessa, in termini di minori trasferimenti nel triennio (circa 900 milioni). Di rilievo le considerazioni sul miglioramento della gestione amministrativa della Regione attraverso quelle che vengono qualificate come “politiche di bilancio credibili e di risanamento”, garantendo trasparenza e dettaglio nelle informazioni.

Ma su Musumeci è tuttavia subito piovuto l’attacco del Presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava nel suo ruolo di Opposizione <<Prendersela con i titoli allarmistici dei giornali e spacciare il rating della. Moody’s “BA1” come un premio o un salvacondotto tacendo che quel bollino, sempre lo stesso dal 2013, ci confina in zona retrocessione (“highly speculative”…), è un modo furbo e reticente per affrontare il disavanzo di 8 miliardi nel bilancio della regione Siciliana>>.

“Ci aspettavamo dal Presidente Musumeci proposte e misure concrete, da un censimento delle partecipate regionali per capire quali liquidare, a una spending review vera, capace di tagliare la ricostruzione dei borghi fascisti e le spese per le fiere equine a Militello. Sono arrivate solo parole autoassolutorie” ha concluso Fava.

Nel corso della relazione di Musumeci è anche arrivata una notizia, che era già nell’aria, ovverosia la Regione non potrà avere un bilancio di previsione 2020 entro la fine dell’anno e sarà inevitabile il ricorso all’esercizio provvisorio.

“Stiamo lavorando alla prossima sessione di bilancio, ma come comprenderebbero anche le pietre, si dovrà fare ricorso per 60 giorni all’esercizio provvisorio” ha annunciato il Presidente Nello Musumeci, nella sua relazione all’Ars sulla situazione finanziaria della Regione. Musumeci ha evidenziato, infatti, che dopo la parifica del rendiconto 2018 da parte della Corte dei conti, prevista il 13 dicembre “ci sarà il voto sull’assestamento di bilancio e poi quello sul rendiconto”. Impossibile, dunque, approvare la manovra finanziaria entro fine dicembre.

“Per sapere l’esatta quantificazione del disavanzo dobbiamo aspettare la parifica del rendiconto 2018 prevista, come mi ha comunicato personalmente la Presidente della Corte dei Conti, solo il 13 dicembre prossimo. Occorrerà, allora, comprenderne gli effetti” ha aggiunto Musumeci.

Musumeci ha fatto una lunga relazione, concentrandosi sul disavanzo, quantificato dal Governo in circa 7 miliardi di euro, e sulla questione dei residui attivi e passivi. Il Presidente ha sottolineato che si è ritrovato a dover gestire una situazione finanziaria pesante e determinata dalle scelte compiute dal precedente Governo Crocetta, in particolare sulla reimputazione dei residui.

Ma, intanto, anche l’Inps batte cassa alla Regione. Tra i debiti fuori bilancio che il governo Musumeci ha inserito in un disegno di legge trasmesso all’Ars e all’esame della commissione Bilancio, c’è una voce pari a 96 milioni di euro. Li chiede l’Istituto di previdenza per obbligazioni non versate dalla Regione. A rivelare l’ammontare del debito con l’Inps è stato il deputato Giovanni Di Mauro di Popolari ed Autonomisti,  intervenendo in aula durante il dibattito sulla situazione finanziaria della Regione.

Parlando della situazione finanziaria della Regione in Parlamento e attribuendo le responsabilità del disavanzo di oltre 7 miliardi al precedente governo Crocetta, il Presidente Nello Musumeci ha, poi, fatto un paragone finito immediatamente al centro di ulteriori polemiche “Porto la croce” ha detto.

Un’espressione che non è piaciuta al deputato del Pd, Nello Dipasquale, che ha replicato “La croce l’ha portata uno solo, più di duemila anni fa: per favore non si paragoni”. “La croce non la porta lei, la croce la portano i siciliani per ogni giorno che lei rimane in quella poltrona”, ha concluso Dipasquale rivolgendosi al governatore.

“Il Presidente della Regione ha fornito cifre, ma erano cifre sbagliate. E soprattutto non ha risposto sui punti più critici che abbiamo evidenziato: 142 milioni di euro bloccati durante l’approvazione della legge di stabilità ed altri quasi 400 milioni di euro di disavanzo. Da mesi continua a nascondere la polvere sotto il tappeto” ha affermato il capogruppo Pd Giuseppe Lupo.

“Siamo alla paralisi politica, legislativa ed amministrativa – ha continuato Lupo – il risultato di questa situazione è sotto gli occhi di tutti: l’Ars non è nelle condizione di poter approvare neppure un euro di spesa ulteriore. Ed a pagarne le conseguenze sono migliaia di lavoratori e cittadini che aspettano risposte. Le vere responsabilità – ha concluso Lupo – sono di chi governa la Sicilia non da un giorno, ma da ben 2 anni: la coalizione guidata dal presidente Musumeci”.

“La relazione di Musumeci? Un lungo, estenuante trattato sul nulla. La verità è che la Regione non sa come uscire dal tunnel in cui si è infilata e ora brancola nel buio” commenta Francesco Cappello, capogruppo del Movimento 5 stelle all’Ars, che sintetizza un po’ la linea degli interventi dei suoi colleghi che lo hanno preceduto e seguito sullo scranno di sala d’Ercole “Basta col rifugiarsi sotto l’ ombrellone delle responsabilità da attribuire ai precedenti governi, la verità è che il governo Musumeci non sa dove andare a parare. Quali sono le azioni che ha in programma? Cosa possiamo andare a raccontare agli anziani, ai disoccupati, ai giovani con la valigia in mano, pronti a lasciare la Sicilia in cerca di un futuro, ai turisti, al cospetto dei quali, abbiamo perso la faccia, a causa della montagna di rifiuti che li accolgono nelle nostre città? Nulla, assolutamente nulla”.

“L’unico successo di cui Musumeci va orgoglioso – conclude Cappello – è avere lanciato lo stemma della Regione nello spazio. Ricordiamo al presidente che i siciliani aspettano con ansia il suo primo successo sulla terra”.

Se la prende col governo Crocetta, invece, il capogruppo di Diventerà Bellissima Alessandro Aricò “Chi oggi qui dai banchi dell’Ars predica bene, in passato agì molto male: con il governo Crocetta la Sicilia fu svenduta, rinunciando a contenziosi con lo Stato per un totale di ben 8 miliardi di euro. Noi e tutti i siciliani non abbiamo certo dimenticato i 5 anni da incubo di quell’esperienza a guida Pd, con protagonisti molti di quei deputati che ora hanno l’ardire di accusare il governo Musumeci, che a quel disastro sta rimediando”.

“Moody’s pochi giorni fa ha certificato – ha ulteriormente detto Aricò – per la Sicilia stabilità, equilibrio finanziario e riduzione del debito. Lo dice una società internazionale al di sopra delle parti, eppure dalle opposizioni qui all’Ars nessuno lo ricorda. Inoltre né dal Pd né dai Cinque Stelle, ora insieme al governo nazionale, stanno sollecitando la nomina dei due componenti nella commissione paritetica Stato-Regione, in colpevole ritardo con grave danno per la Sicilia. Invece che di sterili polemiche la nostra Regione ora più che mai ha bisogno di un’Ars compatta, che rivendichi in maniera trasversale e con forza i diritti finora negati alla Sicilia”.

L’esercizio provvisorio comporta, detto in modo riassuntivo, che nel corso della gestione provvisoria l’Ente può assumere solo obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi, quelle tassativamente regolate dalla legge e quelle necessarie ad evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’Ente medesimo. Nel corso della gestione provvisoria l’Ente può disporre pagamenti solo per l’assolvimento delle obbligazioni già assunte, delle obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi e di obblighi speciali tassativamente regolati dalla legge, per le spese di personale, di residui passivi, di rate di mutuo, di canoni, imposte e tasse, ed, in particolare, per le sole operazioni necessarie ad evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi all’ente.

Anche l’anno passato la Regione Siciliana dovette ricorrere all’esercizio provvisorio “28 Dicembre 2018 Il Governo siciliano non avendo approvata la Finanziaria dall’Ars ripiega sull’esercizio provvisorio” e non sono mancate le solite decennali e risapute “cose”, eloquente per tutti “13 Febbraio 2019 Alla Regione Siciliana con un votato escamotage i soldi per i burocrati ci sono sempre”.-

A

dduso Sebastiano

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