La Questura di Messina ripercorre le operazioni di polizia giudiziaria e le sue altre attività significative dell’anno che sta per terminare.
16 GENNAIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ARRESTA MESSINESE. AVEVA APPENA RAPINATO L’UFFICIO POSTALE DI VIA CATANIA.
È
durata poco la fuga dell’uomo che ieri, intorno alle 19.00, si è reso autore di una rapina ai danni dell’ufficio postale di via Catania.
I poliziotti delle Volanti, allertati dalla Sala Operativa, hanno rapidamente raggiunto l’agenzia Messina 3, circondato lo stabile e dato il via alle ricerche.
Ricerche fruttuose perché, in una delle vie limitrofe, ad appena 100 metri, gli agenti hanno individuato un soggetto che corrispondeva perfettamente alla descrizione del rapinatore.
La prova che lo ha inchiodato sono state le sue mani, ancora sporche dell’inchiostro rilasciato dalla forzatura dal sistema di sicurezza degli sportelli bancomat da cui il rapinatore aveva poco prima sottratto il denaro. Trattasi di GANGEMI Giovanni, messinese, 30 anni.
Il malvivente aveva fatto irruzione all’interno dell’ufficio postale e, travisato e armato di pistola, aveva portato via le cassette porta-banconote all’interno dell’ATM che il personale dell’ufficio, in orario di chiusura, stava rifornendo.
Vistosi scoperto, ha ammesso le proprie responsabilità e indicato il luogo dove aveva nascosto le due cassette porta-banconote con ancora il denaro dentro, 70 euro, e la pistola, una beretta semiautomatica con matricola abrasa, perfettamente funzionante e con 4 colpi nel caricatore.
Il rapinatore, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato trasferito presso la locale Casa Circondariale.
16 GENNAIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE A CARICO DI QUARANTADUENNE. AGLI ARRESTI DOMICILIARI L’AUTORE DI UNA RAPINA MESSA A SEGNO LO SCORSO OTTOBRE.
È stata eseguita, ieri, dai poliziotti delle Volanti della Questura di Messina con l’ausilio della Sezione Falchi della Questura di Catania, la misura cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina a carico di MARLETTA Fausto, nato ad Augusta, residente a Catania, 42 anni.
L’uomo è l’autore di una rapina perpetrata lo scorso 10 ottobre presso un’autofficina messinese, dove il malvivente aveva sottratto un’autovettura approfittando di un attimo di distrazione da parte del titolare. Quest’ultimo, compreso quanto stava accadendo, ha rincorso l’auto aggrappandosi allo sportello per un breve tratto di strada ma è poi caduto rovinosamente a terra. Il rapinatore, infatti, con una serie di manovre, riusciva a sbalzarlo via, causandogli lesioni giudicate guaribili in 7 giorni.
I poliziotti delle Volanti, coordinati dalla locale Autorità Giudiziaria, hanno ricostruito la dinamica dei fatti e sono risaliti all’identità del malfattore grazie all’analisi delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza presente sul posto, riconoscendo il quarantaduenne, già noto alle Forze dell’Ordine.
Il rilevatore GPS, installato a bordo dell’auto, permetteva inoltre di localizzare il mezzo nel territorio del comune di Giarre.
Ieri mattina l’esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con apposizione del braccialetto elettronico. In casa sono stati rinvenuti anche gli indumenti indossati durante la rapina.
27 GENNAIO 2020 – MARITO VIOLENTO ARRESTATO DALLA POLIZIA DI STATO. MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA E LESIONI PERSONALI AGGRAVATE I REATI CONTESTATI.
E’ stato arrestato stanotte dai poliziotti delle Volanti accorsi dopo la richiesta di aiuto della vittima. Trattasi di un cinquantenne messinese resosi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie e dei tre figli conviventi. L’uomo è altresì responsabile del reato di lesioni personali aggravate nei confronti della moglie per averla ripetutamente colpita percuotendola con un bastone e afferrandola per il collo, cingendole la gola con entrambe le mani.
Dalla ricostruzione effettuata dai poliziotti intervenuti, è emerso che sono futili i motivi che hanno scatenato la lite tra marito e moglie e che la stessa è solo una delle tante ripetutesi nel tempo.
Sono, inoltre, apparse evidenti le tracce della colluttazione in tutto l’appartamento con danni alle porte e ad altre suppellettili. L’uomo, peraltro, ha continuato ad inveire contro la moglie anche in presenza degli agenti.
Dopo l’arresto, il cinquantenne, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della caserma Nicola Calipari, in attesa di rito direttissimo previsto per stamani.
4 FEBBRAIO 2020 – NUMEROSI D.A.SPO. EMESSI DALLA QUESTURA DI MESSINA. NOVE LE PERSONE RAGGIUNTE DAI PROVVEDIMENTI FIRMATI DAL QUESTORE VITO CALVINO.
Sono nove le persone raggiunte dai provvedimenti di Divieto di Accesso ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni Sportive a firma del Questore della provincia di Messina, Vito Calvino, e sono tutte ritenute responsabili dei violenti fatti accaduti lo scorso 19 gennaio, in occasione dell’incontro di calcio Città di Naxos – ASD Football S.2018, disputatosi presso il campo di calcio di Giardini Naxos.
Nel corso della partita, infatti, a seguito dell’espulsione di un giocatore della squadra ospite A.S.D. Football S.2018, otto giocatori della squadra, unitamente al dirigente della società, hanno aggredito verbalmente e fisicamente l’arbitro, raggiunto da minacce e sputi, colpito con calci e pugni in varie parti del corpo e, pertanto, costretto a rifugiarsi negli spogliatoi in attesa dell’intervento delle Forze dell’Ordine.
Alla luce dell’accaduto, il personale della Divisione Anticrimine della Questura di Messina ha effettuato una ricostruzione dettagliata dell’episodio, sulla scorta dell’attività informativa posta in essere dai militari dell’Arma dei Carabinieri intervenuti sul posto.
Grazie a quanto emerso, il Questore ha irrogato, a carico dei responsabili, i provvedimenti di D.A.SPO. della durata di due anni, con contestuale obbligo di comparizione presso gli uffici di polizia in occasione degli incontri, giocati in casa o in trasferta, disputati dalla squadra interessata.
5 FEBBRAIO 2020 – ESTORSIONE E STALKING PLURIAGGRAVATI. INTIMORIVA E MINACCIAVA LA VITTIMA CON LE SUE CONOSCENZE MAFIOSE. LA POLIZIA DI STATO TRAE IN ARRESTO UN PREGIUDICATO DI TORTORICI.
In esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Capo d’Orlando hanno arrestato un pregiudicato di Tortorici. Il provvedimento cautelare, emesso dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Patti Eugenio Aliquò, su richiesta della locale Procura della Repubblica capeggiata dal dott. Angelo Cavallo, è stato adottato per i reati di estorsione e stalking pluriaggravati ai danni di una ex.
L’attività d’indagine diretta dal sostituto procuratore Andrea Apollonio ha consentito di ricostruire l’intera vicenda, consistita in una lunga serie di minacce seguite puntualmente da danneggiamenti, pedinamenti, aggressioni verbali e talvolta fisiche ad danni della vittima; si sono inoltre registrati singolari ed inquietanti episodi di monitoraggio dell’autovettura in uso a questa con strumenti tecnologici.
L’uomo non si era arreso di fronte alla fine di una storia, e a fini intimidatori e ritorsivi utilizzava le proprie conoscenze nell’ambito della criminalità organizzata e mafiosa di Barcellona, tanto da far percepire alla donna di essere in serio e costante pericolo di vita.
Tali azioni delittuose venivano poste in essere quotidianamente; ciò in quanto la vittima avrebbe intrapreso una nuova frequentazione con un altro uomo. La situazione ha generato nell’arrestato un accanimento che è sfociato in episodi di violenza fisica e psicologica seguiti da atti intimidatori di natura estorsiva: la donna, in particolare, veniva costretta a non recarsi più sul posto di lavoro, nel barcellonese, in quanto senza la sua “protezione” non avrebbe più potuto lavorare. Infatti l’uomo faceva espresso riferimento a “persone che contano nell’ambito criminale” di Barcellona P.G., capaci di avere il controllo del territorio locale, territorio in cui lei non era più gradita dopo l’affronto fattogli. Anzi, avrebbe dovuto lasciare immediatamente il posto di lavoro ad altri del luogo, indicati dagli “amici” di Barcellona. Le indagini hanno poi accertato la stretta vicinanza dell’arrestato a noti boss mafiosi, tortoriciani e barcellonesi.
Da ultimo l’odierno arrestato, al fine di rendere maggiormente incisiva la sua azione delittuosa, ha minacciato di morte la vittima facendogli recapitare un cordino annodato a mo’ di cappio, esasperandola a tal punto da superare le paure e denunciare l’uomo, facendo partire subito le indagini.
Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto a disposizione dell’AG competente.
6 FEBBRAIO 2020 – CONVALIDATO L’ARRESTO OPERATO DA POLIZIA DI STATO E POLIZIA MUNICIPALE DELL’AUTORE DELLA RAPINA PERPETRATA LO SCORSO 4 FEBBRAIO. LE INDAGINI HANNO RICOSTRUITO L’INTERA DINAMICA DELL’EPISODIO.
Convalidato oggi l’arresto a carico di ROBERTO Antonino, 34 anni, messinese, autore del reato di rapina. I fatti risalgono al 4 febbraio scorso quando il trentaquattrenne, dopo aver rubato della merce presso un negozio sito in via I Settembre, è scappato a tutta velocità a bordo di uno scooter incurante del fatto che uno dei dipendenti, nel tentativo di bloccarlo, veniva trascinato per diversi metri e cadeva rovinosamente sull’asfalto sbattendo il capo contro il cordolo della linea tranviaria.
Le successive indagini, operate dai poliziotti della Squadra Mobile congiuntamente agli operatori del Comando Corpo Polizia Municipale, hanno dato un’identità al rapinatore e stabilito che, in realtà, la dinamica dei fatti si era svolta in due tempi. L’uomo era entrato all’interno del negozio una prima volta intorno alle 11.00 rubando merce – delle batterie – del valore di circa 16 euro. Era quindi fuggito a bordo di uno scooter quando i sensori anti taccheggio avevano emesso il segnale di allarme. Poco dopo, però, aveva fatto ritorno presso l’esercizio commerciale preso di mira, minacciando e urlando contro il proprietario e i dipendenti, responsabili, a suo dire, di averlo accusato di furto e tentato di evitarne la fuga. In quel momento, una pattuglia del corpo di Polizia Municipale, notando l’accesa discussione, è intervenuta innescando la seconda fuga del malvivente.
L’analisi delle immagini del sistema di video sorveglianza ha confermato l’intera dinamica degli episodi e permesso di risalire al malvivente, peraltro gravato da precedenti di polizia a suo carico e pertanto già noto alle forze dell’ordine. Allo stesso è stato contestato altresì il reato di omissione di soccorso, nonché guida senza patente perché revocata. Lo scooter, sottoposto a fermo amministrativo, era privo di revisione.
11 FEBBRAIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO CHIUDE TEMPORANEAMENTE UNA DISCOTECA DI MONFORTE SAN GIORGIO. A FIRMARE IL PROVVEDIMENTO IL QUESTORE VITO CALVINO.
È stato notificato, dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Milazzo, il decreto di sospensione dell’attività di trattenimenti danzanti, emesso dal Questore di Messina, Dott. Vito Calvino, a carico di una discoteca di Monforte San Giorgio.
Il provvedimento è scaturito dai controlli amministrativi effettuati lo scorso 2 febbraio dagli agenti del Commissariato congiuntamente ai militari della Guardia di Finanza.
In quella circostanza sono state riscontrate diverse irregolarità, che creavano grave e concreto pericolo per l’incolumità degli spettatori.
Nello specifico, al momento del controllo, 1000 erano gli avventori che si trovavano all’interno del locale, a fronte dei 576 consentiti. Peraltro, dei mille presenti, 300 erano sul soppalco che sovrasta la pista da ballo.
Nella medesima occasione è stata, inoltre, riscontrata l’assenza di personale qualificato abilitato alla manutenzione degli impianti di sicurezza, come prescritto dalla Commissione Comunale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo.
Quanto accertato ha permesso, dunque, al Questore, sulla base della proposta elaborata dalla Divisione Polizia Amministrativa della Questura, di disporre la sospensione della relativa licenza nonché la chiusura per 8 giorni del locale, con il preciso scopo di prevenire situazioni pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza pubblica.
13 FEBBRAIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE AGLI ARRESTI DOMICILIARI NEI CONFRONTI DI UN GIOVANE DI PATTI. LESIONI PERSONALI AGGRAVATE IL REATO CONTESTATO.
È stata eseguita nella mattinata di ieri, dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Patti, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Patti, nei confronti di SCAFFIDI Andrea, 32 anni, ritenuto responsabile del reato di lesioni personali aggravate, perpetrato ai danni di un ventiquattrenne.
Il provvedimento è scaturito a seguito dell’attività d’indagine condotta dagli agenti, coordinati dalla Procura della Repubblica, che hanno ricostruito i fatti ed accertato le responsabilità dell’autore.
Nel mese di maggio dell’anno scorso, la vittima, per futili motivi, era stata colpita al volto con un pugno, mentre si trovava all’interno di un locale pubblico. Il colpo, che era stato inferto dallo Scaffidi impugnando un oggetto acuminato, ha procurato alla vittima lesioni dalle quali è derivato un indebolimento permanente dell’occhio e una notevole perdita di vista.
La persona offesa ha deciso di sporgere querela, rivolgendosi immediatamente alle Forze dell’Ordine. Il racconto è risultato attendibile e tutte le testimonianze consequenzialmente acquisite hanno portato a descrizioni dettagliate, perfettamente coincidenti, degli episodi occorsi. Pertanto, il GIP presso il Tribunale di Patti, considerando la gravità dei fatti commessi, l’aggressività manifestata, i numerosi precedenti penali, anche specifici, annoverati dall’indagato ha ritenuto di applicare immediatamente la predetta misura cautelare.
22 FEBBRAIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. AGLI ARRESTI DOMICILIARI IL CAMIONISTA CHE ACCOLTELLÒ UN COLLEGA PER UN SORPASSO AZZARDATO.
La misura cautelare degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico, emessa dalla Sezione dei giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, a carico di MARCELLINO Salvatore, nato in Belgio e residente ad Adrano, 39 anni, di professione camionista è stata eseguita ieri dai poliziotti delle Volanti.
L’uomo è ritenuto responsabile dei reati di tentato omicidio e porto di strumenti atti ad offendere perpetrati lo scorso novembre, presso il molo di Tremestieri, ai danni di un secondo camionista.
La ricostruzione effettuata dai poliziotti delle Volanti intervenuti e le successive indagini coordinate dalla locale Magistratura hanno permesso di stabilire che tra odierno indagato e vittima è scaturita una violenta lite a causa di un sorpasso azzardato operato dal primo e di cui l’altro chiedeva spiegazioni.
Durante la colluttazione tra i due, il trentanovenne non ha esitato ad estrarre un coltello da giardinaggio e a colpire per ben due volte l’avversario causandogli lesioni non letali solo per un caso fortuito.
2 MARZO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. CONTESTATO IL REATO DI ESTORSIONE
Sono due le persone raggiunte da ordinanza di misura cautelare emessa dal Tribunale di Messina ed eseguita ieri dai poliziotti della Squadra Mobile.
Entrambi di nazionalità Srilankese. Il primo, WARNAKULASURIYA FERNANDO Sujith Prisman, 47 anni, è stato sottoposto agli arresti domiciliari; per la complice, è stata decisa la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G.
Le indagini, eseguite dalla Squadra Mobile e coordinate dall’Autorità Giudiziaria, hanno permesso di delineare le responsabilità di entrambi quali estortori ai danni di un terzo connazionale per il quale si erano attivati affinché trovasse un lavoro in Italia e potesse, così, ottenere il visto di ingresso.
In cambio del suddetto “interessamento”, i due avevano preteso la somma di 10.000 euro, metà della quale versata prima dell’arrivo in Italia, la restante da corrispondere una volta giunto a Messina.
Per essere certi che anche la seconda parte venisse consegnata, i due avevano trattenuto il passaporto della vittima e alle lamentele di quest’ultima, gli aguzzini non avevano esitato ad aggredirla e a minacciarla di non rivolgersi ad alcuno, né tanto meno a sanitari o alle forze dell’Ordine.
Infine, al malcapitato era stato comunicato che la cifra pattuita non era più la stessa in ragione degli interessi maturati che, nei mesi, aumentando, avevano fatto lievitare la somma fino a 8.000 euro.
L’ultimo episodio, lo scorso febbraio, quando la vittima, aggredita, aveva riportato lesioni giudicate guaribili in 8 giorni.
3 MARZO 2020 – MESSINA, OPERAZIONE “OTTAVO CERCHIO”
ESEGUITE DALLA POLIZIA DI STATO 11 MISURE CAUTELARI
Nella notte appena trascorsa, decine di operatori della Polizia di Stato sono stati impegnati in una vasta operazione che ha portato all’arresto di 11 persone.
L’azione investigativa, convenzionalmente denominata “Ottavo Cerchio”, rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina su fattispecie delinquenziali poste in essere nel campo della corruzione, della rivelazione di segreto d’ufficio e della fittizia intestazione di beni.
L’indagine aveva inizio la notte di Capodanno del 2019 allorquando la saracinesca di un esercizio commerciale, una tabaccheria nella titolarità dei fratelli Ferrante, veniva attinta da alcuni colpi di arma da fuoco.
Ritenendo potesse trattarsi di intimidazione a fini estorsivi, la Squadra Mobile avviava una mirata azione investigativa che, al netto delle evidenze afferenti all’episodio del danneggiamento alla Tabaccheria, consentiva – fin da subito – di portare alla luce l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva, a vario titolo, soggetti operanti sia nel settore pubblico che in quello privato.
Dei 14 soggetti indagati, undici di venivano raggiunti dalla misura cautelare oggetto di odierna esecuzione.
Tra i destinatari della misura, particolare rilievo assume la figura di TAVILLA Marcello, socio di FERRANTE Pietro e di un cittadino tunisino nella Blu Marine Service S.R.L., attività di import-export con l’estero di prodotti ittici.
Il TAVILLA, persona che annovera precedenti giudiziari e di polizia, con il concorso di FIORENTINO Cinzia e FERRANTE Pietro, aveva modo di partecipare ad un accordo corruttivo con D’AGOSTINO Felice, funzionario del Genio Civile di Messina, affinché quest’ultimo – in cambio di denaro – favorisse nell’aggiudicazione di lavori pubblici, le ditte edili degli imprenditori MICALI Giuseppe e FRANCALANZA Giovanni.
Specificamente, TAVILLA, FIORENTINO e FERRANTE, improvvisandosi “mediatori” e chiaramente senza averne alcun titolo, “segnalavano” al D’AGOSTINO, per l’effettuazione di lavori pubblici, le ditte riconducibili al MICALI ed al FRANCALANZA, promettendo al funzionario del Genio Civile la somma di 2.000 Euro per ogni appalto eventualmente aggiudicato.
Ancora, TAVILLA Marcello e FIORENTINO Cinzia risultavano coinvolti in un grave episodio di corruzione in concorso con MUSCOLINO Giorgio (già assessore comunale), amministratore del complesso di edilizia popolare denominato “Sottomontagna”, come noto facente parte del patrimonio immobiliare del Comune di Messina e gestito dall’Agenzia per il Risanamento della città (A.Ris.Me.).
Difatti il MUSCOLINO, in assenza di una preliminare ed effettiva selezione, e dunque in violazione di legge, affidava alla ditta di TAVILLA Marcello i lavori per la sistemazione del parcheggio di “Sottomontagna”, percependo indebitamente la somma di 400 Euro corrisposta dallo stesso TAVILLA e da FIORENTINO Cinzia.
TAVILLA Marcello, punto di riferimento in molteplici e variegati contesti – politici, imprenditoriali e criminali – intratteneva “un rapporto privilegiato”, così definito dal Giudice nella sua ordinanza, con l’indagato PARIALÒ Angelo, dipendente del Ministero della Giustizia, autista a disposizione di Magistrati in servizio a Messina.
Nello specifico, il PARIALÒ si rendeva disponibile verso il TAVILLA e la FIORENTINO Cinzia a fungere da intermediario con impiegati di quell’Ufficio del Tribunale di Messina deputato alla nomina di amministratori di condominio e ciò al fine di consentire l’affidamento degli incarichi a persone vicine ai predetti TAVILLA e FIORENTINO. Un meccanismo che avrebbe poi permesso a questi ultimi di beneficiare dell’eventuale assegnazione di lavori di manutenzione degli ascensori nei condomini in favore di una ditta riconducibile alla FIORENTINO Cinzia. Secondo un consolidato schema di do ut des, il PARIALÒ otteneva l’assunzione, presso una delle tante imprese del TAVILLA, di una persona a lui vicina.
Inoltre, il PARIALÒ aveva parte attiva nella rivelazione, al TAVILLA Marcello, di notizie riservate in merito ad indagini svolte, nei confronti di quest’ultimo, dall’Autorità Giudiziaria, diffondendo altresì informazioni sugli spostamenti di Magistrati sottoposti a tutela.
Nel corso delle indagini, poi, emergevano strettissimi ed illeciti rapporti tra TAVILLA Marcello e BONAFFINI Antonino, inteso “Ninetta”, imprenditore del settore ittico conosciuto agli atti di polizia per i precedenti.
Il BONAFFINI ed il TAVILLA, all’evidente fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, orchestravano poi la fittizia attribuzione a quest’ultimo della titolarità dell’impresa individuale denominata Mareblu e di un conto corrente nonostante si trattasse di azienda e di denaro di cui il BONAFFINI conservasse, di fatto, piena e totale disponibilità: società, utilità economiche ed anche un bene mobile registrato dei quali il Giudice per le Indagini preliminari disponeva, contestualmente all’emissione della misura cautelare personale, il sequestro preventivo.
Altra figura centrale nell’indagine poteva rilevarsi in capo al già citato MICALI Giuseppe, attivo nel mondo della imprenditoria. Difatti, oltre a concorrere, come detto, nella corruzione del Funzionario del Genio Civile di Messina D’AGOSTINO, il MICALI raggiungeva un pactum sceleris con FRIGIONE Giuseppe, funzionario del Comune di Messina in servizio presso il Dipartimento Immobili Comunali.
Segnatamente, il MICALI prometteva al FRIGIONE – che ovviamente accettava – una somma di denaro compresa tra i 500 ed i 1.000 Euro in cambio dell’affidamento diretto, in somma urgenza, dei lavori di manutenzione straordinaria da effettuarsi presso il Mercato cittadino Sant’Orsola.
Ma l’azione dal MICALI non si limitava alla città metropolitana di Messina, si estendeva anche “fuori provincia”, allorquando l’imprenditore otteneva l’aggiudicazione dei lavori di dragaggio nel porto di Mazara del Vallo (TP), per il rilevante importo di oltre un milione di Euro.
In questa circostanza, il MICALI, in concorso con altri due imprenditori (indagati ma non destinatari di provvedimenti restrittivi), intesseva illeciti rapporti con TERESI Giancarlo, Ingegnere Capo del Genio Civile di Trapani, responsabile dei lavori nel porto di Mazara del Vallo.
Il MICALI, al fine di assicurarsi l’interessamento nella procedura di aggiudicazione definitiva dei lavori di dragaggio del porto-canale della menzionata cittadina trapanese, elargiva al TERESI una somma di denaro pari a 700 Euro per l’acquisto di un’autovettura Alfa Romeo d’epoca nonché un soggiorno gratuito presso un Hotel di Messina ed una cena per lui e per altre cinque persone presso un noto ristorante di Milazzo.
La corruttela ed il malaffare emersi dall’indagine illustrata risultavano certamente caratterizzati da alti livelli di integrazione e di infiltrazione nell’attività politica, amministrativa ed economica della città.
Il sistema del compromesso, dell’intrattenere rapporti con soggetti dalla dubbia reputazione – o, addirittura, dal noto spessore criminale – avrebbero potuto, ove non immediatamente ed adeguatamente arginati, indurre le persone alla convinzione che comportamenti illeciti, quali la prestazione o la promessa dell’indebito, possano far parte di una prassi consolidata, esercitata da tutti e facendola apparire – se non lecita – acquisita e/o “normale”.
Condividendo l’imponente quadro indiziario raccolto dagli investigatori della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica di Messina, nella persona dei Pubblici Ministeri titolari delle indagini, richiedeva ed otteneva – dal competente Giudice per le Indagini Preliminari – la misura cautelare del massimo rigore per 3 indagati e quella degli arresti domiciliari per 8 di essi.
Il provvedimento cautelare restrittivo della libertà personale emesso a carico di detti indagati dell’Operazione convenzionalmente denominata “Ottavo Cerchio” è stato eseguito
– con rintraccio e traduzione in carcere nei confronti di:
- BONAFFINI Antonino, inteso “Ninetta”, cl. ‘74;
- MICALI Giuseppe, cl. ‘63;
- TAVILLA Marcello, cl. ’71.
– con rintraccio e sottoposizione agli arresti domiciliari per:
- D’AGOSTINO Felice, cl. ‘58;
- FERRANTE Pietro, cl. ‘67;
- FIORENTINO Cinzia, cl. ‘68;
- FRANCALANZA Giovanni, cl. ‘68;
- FRIGIONE Giuseppe, cl. ‘66;
- MUSCOLINO Giorgio, cl. ‘80;
- PARIALÒ Angelo, cl. ‘56;
- TERESI Giancarlo, cl. ‘58
É in corso di esecuzione il sequestro preventivo del complesso di beni e di utilità economiche della società Mareblu, formalmente intestato al TAVILLA, ma di fatto riconducibile a BONAFFINI Antonino.
er portare a termine l’azione di rintraccio e cattura dei destinatari del provvedimento restrittivo in parola, la Squadra Mobile si è avvalsa della collaborazione di unità del Commissariato di P.S. di Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nonché delle Squadre Mobili di Palermo e Monza-Brianza.
4 MARZO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. IN CARCERE PUSHER.
I poliziotti del Commissariato Sezionale Messina Nord hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Messina, a carico di SARANITI Natale, 32 anni, messinese. L’uomo è ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio nonché di cessione di sostanza stupefacente.
Grazie alle indagini effettuate dai poliziotti del Commissariato di Messina Nord, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, è stato possibile ricostruire una serie di episodi di spaccio, oltre che delineare lo scenario in cui il pusher agiva e incontrava i “clienti”.
Nel corso dei controlli, gli operatori di Polizia hanno rinvenuto cocaina pari a circa 34 dosi singole, occultata all’interno di un’intercapedine ricavata in un muro in prossimità dell’abitazione dell’arrestato, insieme a due bilancini di precisione e altro materiale utile al confezionamento delle singole dosi.
I poliziotti hanno anche evidenziato la presenza di un sofisticato impianto di videosorveglianza che il trentaduenne aveva installato lungo il perimetro dell’abitazione finalizzato, verosimilmente, a monitorare l’area circostante e prevenire eventuali controlli a sorpresa da parte delle Forze dell’Ordine.
Oggi, l’applicazione della misura cautelare in carcere.
10 MARZO 2020 – OPERAZIONE OTTAVO CERCHIO. LA POLIZIA DI STATO ARRESTA L’UNDICESIMO UOMO.
Lo hanno rintracciato presso l’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania di rientro
dall’estero. I poliziotti della Squadra Mobile di Messina, con l’ausilio di personale della Polizia di Frontiera Marittima ed Aerea di Catania, hanno tratto in arresto D’AGOSTINO Felice, messinese, 62 anni, destinatario di misura cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria nell’ambito della più vasta operazione di polizia Ottavo Cerchio. L’uomo, che non è stato rintracciato lo scorso 3 marzo, quando l’operazione ha avuto luogo, è stato arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari appena rientrato sul territorio nazionale.
17 MARZO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI NEI CONFRONTI DI UN QUARANTACINQUENNE PER ATTI PERSECUTORI AGGRAVATI DALLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE NEI CONFRONTI DI UNA RAGAZZA E DI UN GIOCATORE DI BASKET DI COLORE DI CAPO D’ORLANDO.
Dovrà rispondere anche di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale. Pesantemente minacciati anche un secondo cestista orlandino, anch’egli di colore, e la sua compagna.
È stata eseguita ieri, dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Capo d’Orlando l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa su richiesta del sostituto procuratore Andrea Apollonio dal GIP presso il Tribunale di Patti Andrea La Spada, nei confronti di un quarantacinquenne di Capo d’Orlando.
L’uomo è stato sottoposto alla misura perché resosi responsabile di atti persecutori ai danni di una ragazza e di un giocatore della squadra di basket “Orlandina”, militante nel campionato di basket di serie A2. I due erano perseguitati per identiche ragioni: il giocatore per avere la pelle nera, la ragazza per avere simpatie nei confronti della locale squadra di basket e quindi anche per i giocatori di colore. Coinvolti nella deplorevole vicenda anche un secondo giocatore di basket, anch’egli di colore, e la sua compagna.
Quanto ricostruito, grazie alle indagini degli agenti di Polizia coordinati dal sostituto Apollonio della Procura della Repubblica di Patti, capeggiata da Angelo Cavallo, ha evidenziato che l’uomo, dal mese di gennaio di quest’anno, attraverso la creazione di falsi profili su social network e tramite post pubblici su profili di altri utenti, perseguitava ossessivamente le sue vittime con continue minacce di morte, nascondendo sempre la propria identità, spingendo la ragazza e i due cestisti a rivolgersi alla polizia, denunciando i fatti.
L’hater inoltre istigava anche altri utenti social a commettere atti di violenza per motivi razziali ed etnici nei confronti delle persone di colore, rendendosi altresì responsabile di gravi minacce di morte ai danni delle quattro vittime, cagionando loro un grave stato d’ansia e di paura, nonché un fondato timore per la loro incolumità e quella dei loro amici e conoscenti, inducendole, inoltre, a modificare le proprie abitudini di vita.
“Vi brucerei vivi”, “muori negro”, “sono un razzista convinto” sono solo alcune delle frasi minacciose che l’uomo, ossessionato da sentimenti di invidia e di disprezzo per la pelle nera, rivolgeva alle sue vittime. Faceva inoltre intendere che sapeva dove abitassero e che sarebbe passato presto alle vie di fatto, salvo essere tempestivamente arrestato e ristretto ai domiciliari, con divieto assoluto di comunicare con l’esterno.
21 MARZO – EMERGENZA CORONAVIRUS. LA POLIZIA DI STATO, UNITAMENTE ALLE ALTRE FORZE DI POLIZIA, PROSEGUE E INTENSIFICA L’AZIONE DI CONTROLLO PER LA PREVENZIONE DEL CONTAGIO.
Com’è noto, con il DPCM del 9 marzo sono state estese a tutto il territorio nazionale una serie di misure volte al contenimento del contagio da Coronavirus.
In particolare, sono state imposte limitazioni concernenti lo spostamento delle persone fisiche, che deve essere rigorosamente ridotto ai soli casi di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e rientro presso il proprio domicilio, residenza o abitazione.
Sono altresì state previste limitazioni alla mobilità, con riduzione e soppressione dei servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, aereo e marittimo sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali.
In tale contesto, le Forze di Polizia sono in prima linea per garantire che tutte le misure adottate dal Governo vengano rispettate.
A tal fine, sono stati disposti servizi di controllo ai varchi, agli approdi degli aliscafi, ai trasporti ferroviari, ai terminal bus, alle attività commerciali.
Nel corso dei controlli svolti, durante la settimana appena trascorsa, a Messina e in provincia, la Polizia di Stato, nelle sue varie articolazioni, comprese le specialità della Polizia Ferroviaria, Polizia di Frontiera Marittima, Polizia Stradale, unitamente all’Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Polizia Metropolitana, ha sottoposto a controllo 9864 persone, di cui 246 sono state deferite all’Autorità Giudiziaria per avere violato l’art. 650 c.p. e 3 sono state deferite per violazione degli art. 495 e 496 c.p.
242 sono stati gli esercizi commerciali controllati.
Nel corso dei controlli effettuati durante la settimana, gli operatori dell’U.P.G. e S.P. hanno, tra l’altro, arrestato due uomini, di cui uno, con pregiudizi di polizia, resosi responsabile dei reati di tentato furto, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e un altro, sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, sorpreso fuori dalla propria abitazione senza giustificato motivo, a bordo di uno scooter peraltro privo di assicurazione. Un altro giovane è stato denunciato perché sorpreso durante la notte ad aggirarsi tra le auto in sosta con arnesi atti allo scasso.
Tanti gli episodi di persone controllate che non hanno saputo fornire valide giustificazioni circa la loro presenza fuori casa o che hanno fornito dichiarazioni mendaci, come coloro che, sostenendo di avere appena sostenuto spese sanitarie in Farmacia, poi sono stati smentiti dall’assenza di prove e dalle verifiche effettuate sulle attività commerciali indicate.
Sono stati intensificati, inoltre, i servizi anti-assembramento, prevalentemente svolti, per la parte di competenza della Polizia di Stato, dal personale della DIGOS e dalla Squadra Mobile, con acquisizione delle autocertificazioni delle persone controllate per la successiva verifica del contenuto delle stesse.
2 APRILE 2020 – PATTI. LA POLIZIA DI STATO ARRESTA RAPINATORE. INDAGINI SERRATE PER RISALIRE ALL’IDENTITÀ DELL’UOMO
È stato sottoposto agli arresti domiciliari l’uomo che lo scorso 6 febbraio si era reso responsabile dei reati di rapina aggravata e lesioni ai danni di un allevatore di Montalbano Elicona. Trattasi di PETREA Marius Viorel, nato in Romania, 27 anni, alla cui identità è stato possibile risalire grazie alle indagini effettuate dai poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Patti.
Intervenuti sulla scena del crimine e soccorsa la vittima, i poliziotti, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, sono infatti riusciti a ricostruire la dinamica dei fatti e a risalire all’autore dell’efferata aggressione, permettendo così l’emissione dell’ordinanza di misura cautelare da parte del GIP presso il Tribunale di Patti, su richiesta del Sostituto Procuratore.
Il ventisettenne, senza fissa dimora, bracciante stagionale e ospite presso la vittima, l’ha aggredita alle spalle mentre si trovava nell’ovile del proprio fondo agricolo, colpendola con un forcone alla testa per derubarla del portafogli contenente 400 euro. Le ha altresì sottratto il telefono cellulare per impedirle di chiedere aiuto.
Il rapinatore, peraltro recidivo, giacché colpevole di un’altra rapina perpetrata nel 2014 per la quale era stato condannato a quasi tre anni di carcere, è stato rintracciato nel Comune di Barrafranca (EN). Con l’ausilio degli operatori della Squadra Mobile della Questura di Enna è stata eseguita la misura cautelare.
8 APRILE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. AGLI ARRESTI DOMICILIARI L’AUTORE DELLA RAPINA A UN TABACCHI DELLO SCORSO 14 MARZO.
Nella giornata di ieri, gli investigatori della Squadra Mobile hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Messina, nei confronti di FUSCO Santo, 45 anni, messinese.
L’uomo è ritenuto responsabile della rapina messa a segno nel pomeriggio dello scorso 14 marzo ai danni di un tabacchi in centro città, presso cui era riuscito a farsi consegnare dai dipendenti la somma di 900 euro e gratta e vinci per un valore di 1200 euro minacciandoli con un grosso coltello. L’arnese era stato poi abbandonato durante la fuga e recuperato dai poliziotti immediatamente intervenuti.
Le successive indagini, esperite dalla Polizia di Stato e coordinate dalla locale Magistratura, hanno permesso di individuare l’identità del malvivente e ricostruito le differenti fasi dalla rapina, dall’ingresso dell’uomo nel tabacchi fino alla fuga a bordo di un’autovettura.
Decisive le immagini di video sorveglianza registrate all’interno e all’esterno del tabacchi, che hanno fornito elementi basilari circa i tratti somatici del reo, il suo abbigliamento e l’auto con cui si era allontanato con manovre rocambolesche e azzardate e alla cui proprietà i poliziotti sono velocemente risaliti.
Inutile poi il tentativo maldestro con cui il rapinatore ha tentato di depistare le indagini denunciando il furto dell’auto, avvenuto, secondo quanto sostenuto, in luogo, tempi e con modalità del tutto inverosimili e contrastanti con quanto emerso dal lavoro dei poliziotti.
Il quarantacinquenne messinese, con precedenti di polizia e già condannato in passato per reati contro il patrimonio e in materia di traffico di sostanze stupefacenti, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
14 APRILE 2020 – CONTROLLI STRAORDINARI DELLE FORZE DELL’ORDINE A MESSINA E PROVINCIA DURANTE LE FESTIVITÀ PASQUALI. PIÙ DI 4000 PERSONE CONTROLLATE ED ELEVATE PIÙ DI 200 SANZIONI.
Alla luce dell’attuale contesto emergenziale sanitario, contraddistinto dall’applicazione di specifiche disposizioni restrittive della libertà di circolazione, si è resa necessaria – in occasione delle appena trascorse festività pasquali – la predisposizione di mirati piani di rafforzamento della vigilanza sui movimenti delle persone, sui flussi di traffico sull’intera rete viaria, in particolare sulle autostrade e sulle principali arterie di collegamento extraurbano del nostro paese.
Nell’ambito del Comitato Provinciale per l’Ordine e Sicurezza Pubblica è stata convenuta l’adozione di un piano specifico di intervento, con l’impiego di tutte le forze di Polizia territoriali, volto a garantire il rispetto delle restrizioni in atto, anche al fine di impedire eventuali trasferimenti verso località a richiamo turistico, o seconde case, assicurando un presidio del territorio diffuso e percepito dalla cittadinanza.
Sono stati predisposti servizi a terra, mediante pattuglie impegnate nei servizi di vigilanza e posti di controllo, anche presso le stazioni marittima e ferroviaria, a mare per impedire movimentazioni a mezzo di natanti, nonché per monitorare eventuali presenze sui litorali dei versanti jonico e tirrenico ed è stata inoltre effettuata una vigilanza aerea.
Ai predetti servizi hanno concorso la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, l’Esercito Italiano, la Capitaneria di Porto, il Corpo di Polizia Municipale e la Polizia Metropolitana.
Nello specifico, sono state impiegate, tra città e provincia, nel giorno di Pasqua più di 350 pattuglie e nel giorno di Pasquetta più di 380 pattuglie.
Inoltre, per la giornata di lunedì 13 aprile, l’attività di vigilanza e controllo del territorio è stata svolta anche attraverso l’utilizzo di due droni.
Al fine di impedire le movimentazioni a mezzo di natanti, nonché per vigilare su eventuali presenze sui litorali dei versanti jonico e tirrenico, è stata disposta la vigilanza dal mare operata sia dalla Guardia di Finanza, per mezzo della Sezione Operativa Navale di Milazzo, sia da parte di Arma dei Carabinieri e Capitaneria di Porto che hanno disposto l’impiego di motovedette dipendenti, la cui attività in mare è stata coordinata dal Comando Guardia di Finanza.
È stata effettuata inoltre una vigilanza aerea. Nel pomeriggio del giorno di Pasqua, a cura dell’elicottero dell’Arma dei Carabinieri; il giorno di Pasquetta a cura di elicotteri della Guardia di Finanza, sia nella fascia antimeridiana che pomeridiana.
Inoltre, per la Polizia di Stato hanno concorso nei servizi le Specialità della Polizia Stradale, Ferroviaria e Marittima.
Con riferimento al Capoluogo, tutti gli equipaggi hanno operato con particolare attenzione alla riviera nord e sud della città, nonché nelle zone dei villaggi e nei luoghi tradizionalmente individuati essere centri di aggregazione sociale durante le festività pasquali. La stessa attenzione è stata dedicata a tutte le località della Provincia, con particolare riferimento alle zone litorali, sia joniche che tirreniche.
Sono state controllate nell’arco dei due giorni in totale 4183 persone, di cui 204 sanzionate e sono stati controllati 534 esercizi commerciali.
22 APRILE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE ORDINANZA DI APPLICAZIONE DELLA MISURA CAUTELARE IN CARCERE A CARICO DI DUE SOGGETTI RITENUTI RESPONSABILI DEI REATI DI FURTO AGGRAVATO E DETENZIONE ILLEGALE DI ESPLOSIVO.
Ieri, i poliziotti delle Volanti hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, a carico di CIPRIANI Alessandro, 44enne originario di Taurianova, già detenuto per altra causa, e FERRO Salvatore, messinese di 40 anni, ritenuti responsabili in concorso tra loro del reato di furto aggravato. Il Ferro anche del reato di detenzione illegale di esplosivo.
A seguito di diversi furti commessi in città nei mesi di marzo e maggio del 2018, è stata avviata dagli agenti delle Volanti una attenta attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina, che ha permesso di ricostruire la dinamica di un episodio criminoso risalente al maggio 2018, anche attraverso la visione delle immagini di sistemi di videosorveglianza, accertando la responsabilità degli autori.
In particolare, i due soggetti arrestati, dopo essersi introdotti all’interno di una cartoleria/edicola, tagliando la saracinesca e forzando la porta d’ingresso, avevano asportato un cassetto del bancone contenente “gratta e vinci” e la somma di denaro ammontante a circa 400 euro. Nella medesima circostanza, i due si erano, inoltre, impossessati di un camion di una ditta di traslochi che avevano poi parcheggiato davanti all’ingresso dell’esercizio commerciale, per evitare di essere visti da eventuali passanti. Le successive perquisizioni effettuate sui mezzi in uso ai malviventi e presso le rispettive abitazioni permettevano di rinvenire e sequestrare attrezzi atti allo scasso utilizzati per commettere il furto, i capi di abbigliamento indossati da uno dei due malfattori, parte del denaro sottratto presso l’edicola, una cesoia utilizzata verosimilmente per tagliare la saracinesca, nonché una bomba carta detenuta illegalmente del peso complessivo di 406 grammi.
14 MAGGIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI. VENTISETTENNE RESPONSABILE DEL REATO DI MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA E LESIONI PERSONALI.
Nella giornata di ieri, i poliziotti delle Volanti hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal GIP presso il Tribunale di Messina, nei confronti di un messinese di 27 anni resosi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia.
La vittima è la madre a cui il ventisettenne non ha risparmiato vessazioni fisiche e morali con insulti e aggressioni, facendola ripetutamente segno di espressioni offensive e minatorie nonché di percosse e lancio di oggetti, danneggiando suppellettili all’interno dell’abitazione.
I ripetuti atti di violenza e minaccia del reo, scatenati per futili motivi, hanno costretto la donna a vivere in uno stato di ansia e paura per la propria incolumità.
Il lavoro di indagine svolto dai poliziotti delle Volanti, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, ha permesso di delineare le condotte delittuose e di emettere la misura cautelare.
16 MAGGIO 2020 – FERMO DI INDIZIATO DI DELITTO NEI CONFRONTI DI UN CITTADINO TUNISINO PER TENTATO OMICIDIO, SEQUESTRO DI PERSONA, VIOLENZA SESSUALE, RIDUZIONE IN SCHIAVITÙ E LESIONI PERSONALI. GRAVI GLI INDIZI DI COLPEVOLEZZA A SUO CARICO. LA POLIZIA DI STATO SULLE SUE TRACCE DA GIORNI.
Nella giornata di ieri, i poliziotti delle Volanti della Questura di Messina, con l’ausilio dei militari dell’Arma dei Carabinieri, hanno eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina nei confronti di BEN AMIR Anis, cittadino di nazionalità tunisina di 39 anni, senza fissa dimora e con precedenti di polizia, su cui gravano evidenti e concordanti indizi di colpevolezza per i reati di tentato omicidio, sequestro di persona, violenza sessuale, riduzione in schiavitù e lesioni personali ai danni di un connazionale e di una coppia senza fissa dimora.
Tutto ha inizio lo scorso 2 maggio quando i poliziotti delle Volanti sono intervenuti nella zona di San Raineri a seguito di una richiesta di aiuto di un tunisino che era stato aggredito e accoltellato al volto, per futili motivi, da un connazionale che successivamente si dava alla fuga. Dagli immediati accertamenti effettuati nonché dalle indicazioni fornite dalla vittima, i poliziotti sono riusciti a risalire all’identità dell’aggressore. Trattandosi di soggetto già noto, gli agenti si recavano presso la grotta ove lo stesso abitualmente risiede ma di lui non vi era alcuna traccia. La dimora si presentava in disordine facendo ritenere che quel luogo fosse stato abbandonato frettolosamente.
Le ricerche del malvivente sono proseguite fino a quando lo scorso 12 maggio gli agenti sono venuti a conoscenza del fatto che il tunisino si nascondeva in un’altra grotta della zona di San Raineri dove di fatto abitava una coppia di senza tetto che era stata dallo stesso sottoposta a sequestro. L’attività di indagine, eseguita dai poliziotti e coordinata dalla Procura della Repubblica, ha permesso di ricostruire i fatti. La coppia dal mese di aprile viveva in un incubo essendo stata sequestrata dal tunisino, il quale con violenze fisiche e continue minacce di morte l’ha costretta a subire violenze sessuali.
Nel pomeriggio di ieri l’uomo è stato rintracciato nella grotta della coppia dei senza tetto e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, considerati i gravi indizi di colpevolezza nonché il concreto pericolo di fuga, è stato trasferito presso la locale casa circondariale.
Sequestrati tre telefoni cellulari ed un tablet nella disponibilità del trentanovenne contenenti immagini e video comprovanti le sue responsabilità.
La coppia grazie all’intervento dei servizi sociali comunali è stata trasferita presso una struttura di ospitalità in emergenza.
28 MAGGIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. GIÀ IN CARCERE PER RAPINA VIENE RICONOSCIUTO RESPONSABILE DI FURTO IN APPARTAMENTO.
Era stato arrestato lo scorso dicembre in flagranza di reato per una rapina messa a segno ai danni dell’ufficio postale di Via Comunale Santo.
Bonaccorso Davide, 21 anni, messinese, aveva già razziato quasi 69.000 euro dopo aver sequestrato un dipendente dell’ufficio, costringendolo ad riaprire l’ufficio al termine della giornata lavorativa, quando i poliziotti delle Volanti avevano fatto irruzione e proceduto all’arresto.
Il successivo lavoro di indagine ha confermato che il ventunenne era altresì autore di un furto in appartamento perpetrato nella notte del 17 maggio 2019. La comparazione tra foto segnaletiche e immagini registrate durante il furto ne ha confermato le responsabilità. L’uomo si era introdotto nella casa presa di mira forzandone una portafinestra e aveva razziato oggetti per un valore di circa 10.000 euro.
La misura cautelare che lo riconosce autore del furto in appartamento è stata notificata all’interessato presso la locale casa circondariale dove si trova ristretto.
28 MAGGIO 2020 – MILAZZO. AGLI ARRESTI DOMICILIARI LANCIA <SFIDA ALCOLICA> SUI SOCIAL. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA DI AGGRAVAMENTO IN CARCERE.
Non aveva esitato a offendere e insultare alcuni appartenenti alle Forze dell’Ordine e a violare l’obbligo di dimora cui era sottoposto.
Già agli arresti domiciliari, MAIORANA Giuseppe, 27 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto, in aperta violazione del divieto di comunicare con persone estranee, ha lanciato una <sfida alcolica> su Facebook e registrato l’evento taggando gli amici.
Nella giornata di ieri, i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Milazzo hanno proceduto all’esecuzione dell’aggravamento della misura cautelare emessa dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto e trasferito l’uomo in carcere.
4 GIUGNO 2020 – ARRESTATO 18ENNE PER FURTO CON STRAPPO AI DANNI DI UN’ANZIANA DONNA. TRADITO DALLE TELECAMERE.
Lo scorso fine settimana ha scippato un’anziana donna, all’interno dell’androne del palazzo della sua abitazione, impossessandosi con violenza della sua borsa, contenente la somma di denaro pari a cinquanta euro, e successivamente si è dato alla fuga.
Le telecamere presenti nello stabile però lo hanno tradito permettendone l’individuazione.
Si tratta di HAJRUSI Adem di 18 anni, messinese, soggetto già noto alle forze di polizia.
I poliziotti delle Volanti, intervenuti immediatamente sul posto, dopo avere soccorso la vittima in evidente stato di shock, hanno raccolto indizi e testimonianze e, visionando le immagini del sistema di videosorveglianza, lo hanno riconosciuto.
Il diciottenne è stato rintracciato presso la sua abitazione dove a seguito di perquisizione sono stati rinvenuti e sequestrati i capi d’abbigliamento indossati al momento dell’evento criminoso.
Il giovane è stato arrestato e condotto presso il carcere di Messina Gazzi a disposizione dell’A.G. che successivamente ha convalidato l’arresto e la misura cautelare in carcere.
10 GIUGNO 2020 – AGGRESSIONE AD UN CONTROLLORE ATM. LA POLIZIA DI STATO ARRESTA UN TRENTENNE.
È finito in manette MAJOLO Emanuele, trentenne di Reggio Calabria, per avere insultato, minacciato ed aggredito un controllore in servizio sul tram.
Il fatto si è verificato intorno alle 20.30 di ieri.
L’uomo è stato sorpreso a bordo del tram sprovvisto del titolo di viaggio. Lo stesso decideva quindi di acquistare il biglietto per non scendere dalla vettura, ma nonostante l’invito a vidimarlo, il trentenne si rifiutava, irridendo e minacciando l’incaricato di pubblico servizio. Durante la discussione l’uomo, dopo avere tentato di sferrare un calcio al verificatore, scendeva dal mezzo.
Il tram ripartiva e giungeva al capolinea nord, dove il controllore notava la presenza dell’uomo che poco prima lo aveva minacciato, che lo invitava allo scontro fisico. Dopo una breve colluttazione, il tram proseguiva la sua corsa. Il trentenne rimasto fuori dal mezzo pubblico, con un tondino in ferro recuperato nei pressi della fermata tramviaria, colpiva la vettura danneggiandone la carrozzeria. Non contento, a bordo della sua macchina, raggiungeva il tram all’altezza del Municipio dove riaggrediva il controllore.
Quando i poliziotti delle Volanti, nel frattempo allertati, sono giunti sul posto l’aggressore era ancora nelle vicinanze in evidente stato di agitazione. È stato, pertanto, fermato e arrestato. Su disposizione dell’A.G. è stato trattenuto in caserma in attesa di essere giudicato con rito direttissimo. Dovrà rispondere dei reati di lesioni personali aggravate. Inoltre, è stato denunciato in stato di libertà per violenza e minacce a P.U., danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio.
Rinvenuto e sequestrato il tondino in ferro utilizzato per l’aggressione.
La vittima ha riportato ferite giudicate guaribili in 7 giorni dai sanitari del pronto soccorso dell’Ospedale Papardo.
Il servizio di trasporto pubblico ha subito un’interruzione di circa 45 minuti.
12 GIUGNO 2020 – BARCELLONA POZZO DI GOTTO. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE IN CARCERE. IN MANETTE GLI AUTORI DI UNA RAPINA IN APPARTAMENTO.
È stata eseguita nelle prime ore di stamani dai poliziotti del Commissariato di Barcellona P.G., coadiuvati da personale della Squadra Mobile di Messina e Catania, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, nei confronti di tre individui ritenuti responsabili, in concorso con una quarta persona allo stato ignota, dei reati di rapina aggravata e lesioni personali.
Trattasi di PUGLISI Francesco, 41 anni, PUGLISI Giuseppe, 22 anni, rispettivamente padre e figlio, PARISI Giacomo, 41 anni, tutti catanesi.
I fatti risalgono al maggio dello scorso anno quando tre dei malviventi sono stati sorpresi a rubare dentro casa dal proprietario di un appartamento a Barcellona Pozzo di Gotto. Vistisi scoperti non hanno esitato a intimidire la vittima facendogli credere di essere in possesso di una pistola e ad aggredirla causandole lesioni successivamente giudicate guaribili in 6 giorni.
Sono quindi riusciti a guadagnare la fuga sottraendo i preziosi, gioielli e orologi, razziati all’interno dell’appartamento. Ad attenderli, il quarto componente a bordo di un’auto pronta a partire.
Le indagini, condotte dai poliziotti del Commissariato di Barcellona P.G. e coordinate dal Sostituto Procuratore dott. De Micheli, hanno permesso l’identificazione dei colpevoli e la ricostruzione della vicenda, nonché delineato la caratura criminale del gruppo, non nuovo a fatti di questo tipo.
Preziose le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nell’area dove è ubicato l’appartamento relative all’automobile utilizzata, peraltro a noleggio. L’attività tecnica espletata ha poi permesso di monitorarne gli spostamenti. Infine, il controllo dei tracciati telefonici ha confermato e completato il quadro investigativo.
I rapinatori sono stati trasferiti presso la casa circondariale di Catania.
1 LUGLIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ARRESTA DICIANNOVENNE. DOVRÀ RISPONDERE DEI REATI DI TENTATA RAPINA E LESIONI, MINACCE, POSSESSO DI ARMI.
Lo hanno arrestato ieri, intorno alle 23:00, nei pressi di via Santa Marta, dopo una rocambolesca fuga. BARAKAH Anass, nazionalità marocchina, 19 anni, aveva appena tentato di rapinare una donna e di aggredirne il compagno con un coltello. I poliziotti delle Volanti, nonostante i ripetuti tentativi di fuga, lo hanno raggiunto e arrestato trasferendolo presso la caserma Calipari in attesa di convalida dell’arresto.
La donna, alla guida della sua autovettura, era stata bloccata in strada dal diciannovenne che gesticolava e tentava di attirare l’attenzione delle auto in transito. La vittima, certa che il diciannovenne avesse bisogno d’aiuto è scesa dall’auto e solo una volta fuori dall’abitacolo ha compreso le intenzioni del ragazzo che ha, dapprima, sbattuto una bottiglia di liquore sulla carrozzeria mandandola in frantumi e ha poi cominciato ad inveire e a minacciare la donna affinché gli desse del denaro.
La vittima terrorizzata è riuscita ad allertare la Sala Operativa della Questura e a chiedere aiuto. Nel frattempo è sopraggiunto il compagno della donna che ha tentato di bloccare il malvivente ed è stato aggredito con un coltello. L’arrivo dei poliziotti delle Volanti, impegnati nei servizi di controllo del territorio, ha scongiurato il peggio e messo in fuga il reo, raggiunto poco dopo e arrestato.
3 LUGLIO 2020 – CAPO D’ORLANDO. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. IN CARCERE STALKER.
Il quarantacinquenne di Capo d’Orlando era stato già arrestato e ristretto ai domiciliari lo scorso marzo dai poliziotti del Commissariato di Capo d’Orlando perché responsabile di atti persecutori ai danni di una ragazza e di un giocatore della squadra di basket “Orlandina”, militante nel campionato di basket di serie A2.
I due erano perseguitati per identiche ragioni: il giocatore per avere la pelle nera, la ragazza per avere simpatie nei confronti della locale squadra di basket e quindi anche per i giocatori di colore. Coinvolti nella deplorevole vicenda anche un secondo giocatore di basket, anch’egli di colore, e la sua compagna. Quanto ricostruito, grazie alle indagini degli agenti di Polizia coordinati dalla Procura della Repubblica di Patti, aveva evidenziato che l’uomo, dal mese di gennaio di quest’anno, attraverso la creazione di falsi profili su social network e tramite post pubblici su profili di altri utenti, perseguitava ossessivamente le sue vittime con continue minacce di morte, nascondendo sempre la propria identità e costringendo le vittime a chiedere l’intervento della Polizia.
Nella giornata di ieri i poliziotti dello stesso commissariato hanno eseguito una nuova ordinanza di misura cautelare emessa, su richiesta del Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Patti dott. Andrea Apollonio, dal GIP del Tribunale di Patti dott. Andrea La Spada.
Il quarantacinquenne, anche se sottoposto a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria con i quali si disponeva il divieto assoluto di avvicinamento e di comunicazione con le vittime, ha continuato a vessare la ragazza avvicinandola in strada e spaventandola ripetutamente. Ha poi ripreso a pubblicare messaggi e frasi intimidatorie sui profili social con evidenti riferimenti alla donna e commenti razzisti. Dai commenti è poi passato a chiare minacce di morte con immagini inequivocabili quali bare da morto.
Quanto accertato da nuove indagini ed approfondimenti ha evidenziato la necessità di una nuova misura maggiormente restrittiva. Lo stalker è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
4 LUGLIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE PER TENTATO OMICIDIO. IN CARCERE MADRE E FRATELLO DELLA VITTIMA.
Eseguita dai poliziotti delle Volanti la misura cautelare emessa dal Tribunale di Messina con la quale si dispone il carcere per una donna, 60 anni e il figlio, 34, entrambi messinesi, resisi responsabili dei reati di tentato omicidio in concorso, violenza privata e minacce nei confronti del, rispettivamente, figlio e fratello.
I fatti risalgono al maggio scorso quando, a seguito di un banale alterco, entrambi hanno aggredito il congiunto: il fratello immobilizzandolo con le gambe e cingendogli le braccia con forza al collo fino a fargli mancare l’aria, la madre colpendolo ripetutamente sul tronco e sulla testa con un pesante attrezzo da lavoro.
La vittima ha riportato un trauma contusivo facciale con frattura delle ossa nasali, escoriazioni e contusioni diffuse, un trauma distorsivo alla caviglia con una prognosi di 30 giorni.
La presenza della moglie della vittima al momento dell’aggressione, che ha dato l’allarme e chiesto l’intervento delle Volanti, e il provvidenziale intervento di un poliziotto libero dal servizio, hanno impedito ben più gravi conseguenze.
Le indagini esperite dalla Polizia di Stato, coordinata dall’Autorità Giudiziaria, hanno permesso di ricostruire la vicenda e di risalire alle motivazioni della brutale aggressione, riconducibili a controversie ereditarie legate all’uso di una porzione di terra attigua alle abitazioni di entrambe le parti, già in passato oggetto di cause civili.
27 LUGLIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. IN CARCERE L’AUTORE DI UNA SERIE DI FURTI E TENTATI FURTI IN CITTÀ. PRESI DI MIRA UFFICI, ESERCIZI COMMERCIALI, CASE DI CURA, SACRESTIE.
I poliziotti delle Volanti hanno proceduto sabato scorso all’esecuzione della misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Messina a carico di ANACLIO Pasquale, nato a Palermo, 34 anni.
L’uomo è ritenuto responsabile di una serie di furti e tentati furti perpetrati in città ai danni di attività commerciali, case di cura, parrocchie e persino della locale università, in un arco temporale assai ristretto che va da aprile a giugno 2020.
Grazie all’accurato lavoro di indagine della Polizia di Stato, coordinata dalla locale Magistratura, è stato possibile risalire all’identità del reo e a contestare le evidenti responsabilità per ogni singolo episodio.
Il trentaquattrenne ha, in più occasioni, forzato porte e distrutto arredi arraffando quanto presente di valore. Presi di mira distributori automatici, un erogatore di gettoni, gli armadietti degli operatori in servizio presso una casa di cura. Rubati pc portatili, telefonini, denaro contante.
L’analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza presenti negli uffici, esercizi commerciali e sacrestie, ha di volta in volta dimostrato la presenza dell’uomo e la crescente capacità a delinquere. Le testimonianze dirette e il riscontro sui tabulati telefonici hanno quindi confermato quanto emerso. In un caso ad incastrare il ladro è stato un telefonino che lo stesso ha utilizzato subito dopo averlo rubato all’interno di una chiesa.
Fondamentale l’immediato intervento del personale del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica di Messina e i successivi riscontri presso quello Regionale di Catania, grazie a cui è stato possibile rilevare le impronte e le tracce biologiche presenti. Gli accertamenti tecnici esperiti hanno comprovato che quanto rinvenuto era riconducibile al trentaquattrenne.
L’autore dei furti, già agli arresti domiciliari, era stato altresì arrestato due volte venerdì scorso, nell’arco della stessa giornata, per il reato di evasione, rintracciato a bordo di una bici circa la cui provenienza non aveva saputo fornire spiegazione alcuna. I poliziotti delle Volanti sono risaliti al legittimo proprietario e hanno riconsegnato il mezzo.
Il precitato è stato trasferito presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
6 AGOSTO 2020 – PARCO GIOCHI SOTTO SEQUESTRO. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO.
Scatta il sequestro del parco giochi sito a Santa Margherita. I poliziotti delle Volanti hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Messina. Convalidato altresì, il sequestro di quattro giostre ubicate all’interno della suddetta area, considerate inidonee a garantire l’incolumità pubblica contrariamente a quanto attestato.
Le misure scaturiscono dagli accertamenti effettuati a seguito di due distinti incidenti, del 28 e del 31 luglio scorsi, ai danni di utenti del parco che hanno riportato lesioni giudicate guaribili rispettivamente in 5 e 30 giorni.
10 AGOSTO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. AGLI ARRESTI DOMICILIARI VENTITREENNE MESSINESE. FURTO E DANNEGGIAMENTO AI DANNI DI ESERCIZI COMMERCIALI IN CITTÀ.
Ieri, i poliziotti delle Volanti hanno eseguito la misura cautelare, emessa dal Tribunale di Messina, a carico di LAURIA Domenico Ivan, 23 anni, messinese.
Agli arresti domiciliari l’autore di una serie di furti e tentati furti ai danni di svariate attività commerciali messinesi perpetrati in una sola nottata, quella del 20 maggio scorso.
I poliziotti delle Volanti intervenuti hanno ricostruito ogni singolo episodio partendo da quello ai danni di un panificio sito in via Lago Grande a Ganzirri, la cui porta d’ingresso è stata presa a calci e distrutta. Il colpo non è andato a segno solo perché, all’interno, il malvivente ha trovato un dipendente già al lavoro ed è pertanto fuggito via dirigendosi verso il centro città.
Il ventitreenne si è dunque fermato lungo il viale della Libertà dove ha preso di mira una macelleria di cui ha distrutto la porta d’ingresso con le stesse modalità e, all’interno della quale, ha rubato la somma di 100 euro custodita in cassa.
Il reo, gravato da plurimi precedenti specifici e sottoposto agli arresti domiciliari sino a pochi giorni prima dell’accaduto, ha quindi raggiunto il centro città e provato a forzare la porta d’ingresso di un bar in via Tommaso Cannizzaro sferrando calci e manomettendone la serratura. In questa occasione non è riuscito ad entrare nell’esercizio commerciale.
Il lavoro d’indagine effettuato dai poliziotti, coordinati dalla locale Magistratura, ha permesso di risalire all’identità dell’uomo e portato all’emissione dell’odierna ordinanza. Ad incastrare il messinese le numerosi immagini estrapolate dagli apparati di video sorveglianza che ritraevano l’uomo e l’autovettura utilizzata.
FERRAGOSTO 2020. LA POLIZIA DI STATO POTENZIA SERVIZI DI CONTROLLO ANTI COVID A MESSINA E IN TUTTA LA PROVINCIA.
Nuovi controlli disposti dal Questore Vito Calvino presso discoteche, lidi e luoghi di ritrovo della movida hanno impegnato Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza nel weekend di ferragosto appena trascorso.
Obiettivo dei servizi il rispetto delle norme anti Covid 19 e la massima sicurezza nei luoghi di maggiore aggregazione.
I controlli hanno interessato la città e tutta la provincia: operatori della Questura di Messina e di tutti i Commissariati di Pubblica Sicurezza hanno monitorato il numero di persone presenti all’interno di locali notturni e di intrattenimento e la regolamentazione del flusso di avventori. Particolare attenzione affinché fosse evitato ogni tipo di assembramento e garantito il corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza.
In città, durante le verifiche effettuate presso attività commerciali, non sono emerse violazioni e non sono state elevate sanzioni.
A Giardini Naxos si è invece rilevato il mancato rispetto delle norme anti Covid presso una discoteca, di cui è stata disposta la sospensione dell’attività per 5 giorni.
Nello specifico, all’interno dell’attività è stata rilevata la violazione delle disposizioni relative al distanziamento personale e sono state inoltre contestate le seguenti sanzioni amministrative: assenza di regolare licenza di P.S., mancata esposizione della licenza di somministrazione alimenti e bevande e omessa comunicazione al Prefetto dell’impiego di steward.
Intensificazione anche dei servizi di vigilanza a mare volti a garantire il corretto traffico marittimo nonché l’osservanza delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, nelle acque antistanti la spiaggia di Capo d’Orlando e aree limitrofe, attraverso l’impiego degli acquascooter della Polizia di Stato.
Le moto d’acqua della Polizia di Stato hanno, inoltre, partecipato alla giornata dedicata alla sicurezza in mare in favore dei ragazzi diversamente abili dell’Associazione “La Rosa Blu”. In particolare, alcuni giovani dell’associazione hanno vissuto – pur nel rispetto delle attuali limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria – l’emozione di essere “marinai” per un giorno a bordo delle motovedette della Guardia Costiera, prendendo successivamente parte ad una simulazione di soccorso, svolta con l’ausilio cani specializzati della Scuola Italiana Cani Salvataggio e delle moto d’acqua della Polizia di Stato.
18 AGOSTO 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. IN CARCERE L’AUTORE DI UNA SERIE DI FURTI IN ABITAZIONE.
I poliziotti delle Volanti hanno eseguito l’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina a carico di CIRAOLO Claudio messinese di 62 anni.
L’uomo, che a suo carico annovera precedenti per associazione mafiosa ed omicidio, è ritenuto responsabile di una serie di furti in abitazione commessi in Messina tra gennaio e giugno 2020.
La scrupolosa attività d’indagine della Polizia di Stato, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha permesso di risalire all’identità del reo e a contestargli le responsabilità per ogni singolo episodio.
Il sessantaduenne, utilizzando sempre lo stesso modus operandi per far allontanare le sue vittime, presentandosi come postino con missive da firmare, è riuscito in più occasioni ad introdursi nell’abitazione presa di mira, arraffando quanto di valore.
In una circostanza, per assicurarsi ciò che aveva rubato nonché l’impunità, ha addirittura innescato una colluttazione con la vittima tentando di chiuderle la mano in una porta, cagionandole delle lesioni.
L’analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza presenti nelle zone interessate e le testimonianze acquisite, hanno consentito l’identificazione del malvivente. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire e sequestrare gli indumenti indossati dal ladro in occasione dei furti consumati, ad ulteriore conferma della riconducibilità al Ciraolo delle condotte delittuose.
11 SETTEMBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. IN CARCERE I RESPONSABILI DI GRAVI E ALLARMANTI EPISODI RICONDUCIBILI A MOTIVI DI GELOSIA.
Eseguita all’alba di stamani dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Messina la misura cautelare emessa dal Tribunale di Messina a carico di CAPRIA Salvatore, 39 anni e CALARESE Fabio, 31, entrambi messinesi e gravati da pregiudizi di polizia, ritenuti responsabili dei reati di danneggiamento aggravato, minacce aggravate, porto e detenzione illegale di armi da sparo, detenzione illegale di munizioni, detenzione illegale di arma comune da sparo clandestina ed alterata.
In carcere i responsabili di una vera e propria faida familiare insorta per motivi di gelosia che ha causato gravi episodi verificatisi nella zona sud di Messina a partire dallo scorso ottobre.
Il lavoro di indagine della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, ha permesso di ricostruire la vicenda e attribuire le responsabilità a carico degli odierni arrestati.
La richiesta di applicazione della misura di massimo rigore scaturisce dall’evidenza di una condotta allarmante e assai grave. Gli odierni arrestati non hanno esitato in più occasioni ad affrontarsi pubblicamente, minacciandosi vicendevolmente, utilizzando armi a scopo intimidatorio ed esplodendo colpi di arma da fuoco in strada e in pieno giorno, noncuranti del rischio di poter attingere eventuali passanti ignari.
Gli accertamenti effettuati nel corso delle indagini sui luoghi, nonché sui predetti e gli abiti indossati, al fine di rilevare la presenza di eventuali residui di polvere da sparo (cosiddetto Stub), hanno confermato l’utilizzo di armi da fuoco.
Il rinvenimento su una terrazza condominiale sovrastante l’abitazione di uno degli arrestati di un fucile a canne mozze con matricola abrasa, nonché di bossoli e cartucce, seppur sequestrati a carico di ignoti, ha consentito di raccogliere ulteriori elementi idonei a definire i contorni della vicenda.
Al termine delle formalità di rito, i destinatari della misura cautelare sono stati trasferiti alla locale casa circondariale.
11 SETTEMBRE 2020 – PATTI. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA ALL’ORIGINE DELLA MISURA.
Dovrà lasciare la casa familiare e non potrà avvicinare il coniuge. È quanto stabilito dalla misura cautelare emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti, a carico di un cinquantottenne indagato del reato di maltrattamenti in famiglia.
Vittima la moglie costretta a subire sistematiche vessazioni psico-fisiche reiterate negli anni.
Le indagini esperite dai poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza del Commissariato di Patti, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, hanno evidenziato una condotta caratterizzata da episodi di violenza e sopraffazione verbale e fisica ai danni della donna.
I frequenti scoppi d’ira, le minacce, gli insulti e finanche le percosse hanno caratterizzato la quotidianità della coppia costringendo la vittima a chiedere aiuto e denunciare quanto subito.
19 SETTEMBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO DENUNCIA SEI PERSONE PER DETENZIONE E DIVULGAZIONE DI PORNOGRAFIA MINORILE.
La Procura Distrettuale di Messina ha coordinato una attività contro la pedopornografia on-line condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni e conclusasi al momento con sei persone indagate per detenzione e divulgazione di pornografia minorile.
Le investigazioni sono state svolte dalla Polizia Postale di Catania e Messina, sotto la direzione del Centro Nazionale Contrasto Pedo Pornografia on-line (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Esse sono state avviate dopo la denuncia di una donna, residente nella provincia peloritana, e madre di un adolescente, che si era accorta della presenza sullo smartphone della figlia di diverse sessioni di chat effettuate con singoli utenti, con scambio di foto e video di minori nudi in pose erotiche.
La donna consegnava spontaneamente il dispositivo mobile al personale della Polizia Postale che acquisiva con sofisticate strumentazioni forensi il contenuto del telefono e, in particolare, delle comunicazioni WhatsApp. Iniziava, così, un meticoloso lavoro investigativo finalizzato a ricostruire le dinamiche e le eventuali condotte penalmente rilevanti poste in essere dai singoli.
Sono in corso, comunque, approfondimenti per verificare la condotta di adescamento.
Oltre ai sei indagati maggiorenni, sono stati identificati alcuni utenti minori che sono stati segnalati alla competente Procura per i Minorenni.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati computer e smartphone, rinvenendo già in fase di perquisizione informatica immagini di pornografia minorile.
Le province interessate dalle perquisizioni sono state: Messina, Catania, Palermo, Milano, Napoli e Teramo.
28 SETTEMBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. IN CARCERE AUTORE DI RAPINA E AGGRESSIONE.
È stato rintracciato a bordo di un treno proveniente da Monaco e diretto a Verona dai poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza del Brennero.
Il ventiseienne destinatario di ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Messina lo scorso maggio è stato bloccato e trasferito presso la Casa Circondariale di Bolzano.
I fatti per i quali è stata emessa la misura risalgono allo scorso ottobre quando il ventiseienne ha brutalmente aggredito un secondo individuo a Messina colpendolo ripetutamente al capo allo scopo di rapinarlo. Ha quindi continuato ad infierire sulla vittima inerme a terra al fine di strappargli il borsello. Borsello che non conteneva valori e che è stato recuperato poco distante.
Le immediate indagini intraprese dai poliziotti delle Volanti della Questura di Messina, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, hanno permesso di ricostruire la vicenda e di individuare il responsabile dell’aggressione.
Determinanti le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nell’area dell’episodio criminale che raccontano quanto accaduto e i precedenti spostamenti del reo, peraltro già noto alle forze di polizia.
30 SETTEMBRE 2020 – PATTI. TRUFFA AL TABACCHI. LA POLIZIA DI STATO ARRESTA MESSINESE. NON ERA LA PRIMA VOLTA.
C’era quasi riuscito e non era la prima volta. Il trentaseienne messinese si è recato ieri mattina presso una rivendita di tabacchi sita in Patti e ha chiesto una ricarica su carta Postepay. Quando, al momento del saldo, i diversi tentativi di pagamento non sono andati a buon fine, ha provato ad allontanarsi inscenando un preciso copione ma il dipendente dell’esercizio commerciale ha compreso quanto stava accadendo e chiesto l’intervento della Polizia di Stato.
I poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Patti intervenuti hanno ricostruito l’accaduto ed evidenziato che i documenti forniti a garanzia erano in realtà intestati ad altri, che la carta di credito utilizzata per il pagamento non andato a buon fine era bloccata con uno scoperto di migliaia di euro e non era riconducibile in alcun modo al saldo mostrato al dipendente con un attivo di 900 euro.
Inoltre l’auto con cui il truffatore aveva raggiunto il tabacchi e che lo stesso sosteneva di dover spostare per allontanarsi, era stata noleggiata per garantirsi l’impunità.
Il braccio fasciato che il reo ha ripetutamente mostrato alla vittima sostenendo di dover raggiungere al più presto il vicino ospedale, creando confusione e distraendola, faceva parte del canovaccio utilizzato, così come il tentativo fallito di prelevare al bancomat. Tutto era stato orchestrato per convincere il dipendente della sua buona fede.
Ulteriori accertamenti effettuati dai poliziotti hanno infine dimostrato che il truffatore aveva messo a segno altre due truffe con le medesime modalità in due diversi comuni del messinese nei giorni scorsi.
È scattato pertanto l’arresto in flagranza di reato. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria il trentaseienne messinese è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
1 OTTOBRE 2020 – TRUFFE ON LINE. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE A CARICO DI TRENTUNENNE MESSINESE.
La Squadra Mobile della Questura di Messina ha eseguito ieri la misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Messina, a carico di un trentunenne messinese resosi responsabile del reato di truffa.
Le indagini, coordinate dall’Autorità Giudiziaria, hanno permesso di ricostruire un numero allarmante di episodi di truffa messi in atto dal trentunenne in un arco temporale che va dal 2018 sino a pochi mesi fa.
Episodi che si sono ripetuti nel tempo con le stesse modalità: il truffatore metteva in vendita oggetti di vario tipo sui principali portali di e-commerce, stabiliva un contatto con l’acquirente, concordava le modalità di pagamento ma, al momento del saldo, non inviava alcunché rendendosi irreperibile.
Riusciva così a farsi pagare somme ingenti, dai 400 ai 1000 euro circa, per oggetti quali borse griffate, telefonini, elettrodomestici, persino attrezzi per la pesca, in realtà mai esistiti o quantomeno mai recapitati alle vittime della truffa.
5 OTTOBRE 2020 – GIOCO ILLEGALE. LA POLIZIA DI STATO POTENZIA I CONTROLLI IN CITTÀ. DISPOSTA CHIUSURA DI UNA SALA DA GIOCO NON AUTORIZZATA E REGISTRATA COME ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA.
Nuovi servizi volti a contrastare il gioco illegale in città. La Squadra di Polizia Amministrativa della Questura di Messina prosegue nella sua attività di controllo su tutto il territorio al fine di garantire idonei livelli di sicurezza e arginare il dilagante fenomeno della ludopatia.
Di rilievo, nei giorni scorsi, le verifiche effettuate in quella che avrebbe dovuto essere la sede di un’associazione sportiva dilettantistica ubicata nell’area limitrofa al viale Europa, rivelatasi invece una sala biliardi non autorizzata.
Appurata la conduzione dell’attività in difetto di autorizzazione, ex art.86 del TULPS, i poliziotti hanno proceduto a contravvenzionare il gestore dell’esercizio, con precedenti di polizia a suo carico, con sanzione amministrativa pari ad euro 3.000,00. E’ stata pertanto disposta la cessazione dell’attività di sala da gioco abusivamente condotta. Accertata altresì la presenza di pregiudicati all’interno della sala da gioco.
Il predetto locale è il medesimo presso il quale il corteo funebre, in occasione delle esequie di Rosario Sparacio, fratello del collaboratore di giustizia Luigi Sparacio, fece un breve passaggio.
9 OTTOBRE 2020 – MESSINA: TENTATO OMICIDIO DEI CONSANGUINEI FERRARA – ESEGUITA ORDINANZA DELLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE A CARICO DI UNO DEGLI ESECUTORI MATERIALI.
Nel primo pomeriggio dell’11 gennaio del 2016, due giovani riparavano in ospedale, al Posto di Pronto Soccorso del Policlinico Universitario di Messina; entrambi attinti da colpi di arma da fuoco.
I sanitari, oltre a prestare le cure del caso, attivavano gli organi di polizia.
I giovani venivano identificati per FERRARA Francesco e FERRARA Gabriele, nipote e figlio dell’ex collaboratore di giustizia Iano FERRARA.
Secondo la successiva ricostruzione dei fatti, poco prima del ricovero in ospedale, all’incrocio tra le vie Dell’Essenza e Pietro da Messina, mentre i due giovani si accingevano a salire sull’auto dello zio, FERRARA Carmelo, l’anzidetto veicolo veniva raggiunto da due individui, travisati da caschi, che viaggiavano a bordo di uno scooter. Il passeggero del motociclo, armato di pistola, esplodeva diversi colpi all’indirizzo del conducente del mezzo che stava prendendo a bordo i due giovani. Questi riusciva a defilarsi abbandonando l’auto e i colpi dell’arma esplosi finivano con ferire i giovani cui si è accennato, intanto accomodatisi sul mezzo.
Le indagini, a suo tempo attivate dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, svolte attraverso l’escussione di testimoni, accertamenti ed operazioni di captazione permettevano, oltre che di ricostruire l’evento delittuoso, di individuarne il movente che portava a ricondurre il tutto ad un attrito sorto a causa di una relazione non gradita tra lo Iano FERRARA ed una parente di FERRO Tommaso; rapporto energicamente osteggiato da quest’ultimo, ma approvato e difeso dal FERRARA Carmelo.
Gli ulteriori approfondimenti poi svolti da altra forza di polizia, il 2 aprile 2019, portavano all’arresto, fra gli altri, di FERRO Tommaso, collocando peraltro il tentato omicidio ai danni dei FERRARA nell’alveo di quelle azioni aggravate dal metodo e/o dalle finalità mafiose.
Le emergenze dibattimentali di cui al relativo procedimento penale conducevano ad una riapertura delle indagini sul tentato omicidio dei FERRARA. I seguiti d’indagine, svolti dalla Squadra Mobile e coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, evidenziavano elementi indiziari, in ordine alla sopra indicata efferata azione delittuosa, anche a carico di CAMPAGNA Massimiliano cl. ‘89.
Condividendo il quadro indiziario raccolto, la Procura della Repubblica di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia, nella persona dei Pubblici Ministeri titolari delle indagini, richiedeva ed otteneva – dal competente Giudice per le Indagini Preliminari – la misura cautelare del massimo rigore a carico del citato CAMPAGNA.
Il predetto veniva quindi rintracciato e tratto in arresto in questo centro nel pomeriggio di ieri dagli investigatori della Squadra Mobile.
Al CAMPAGNA, la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina ha contestato le ipotesi di reato del tentato omicidio e del porto abusivo di arma da fuoco con l’aggravante di cui all’art. 416 bis .1 del codice penale. Del resto, e come evidenziato nel provvedimento cautelare, al di là delle ragioni sentimentali che avevano animato il FERRO, la compagine malavitosa di riferimento di quest’ultimo, operante nel territorio di Santa Lucia sopra Contesse avrebbe acquistato potere, facendo sparare ad uno dei componenti della menzionata famiglia FERRARA che sul CEP esercitava la propria influenza.
10 OTTOBRE 2020 – S.AGATA MILITELLO. LA POLIZIA DI STATO ARRESTA VENTIDUENNE. AGGREDISCE POLIZIOTTI CHE LO AVEVANO INVITATO AD INDOSSARE LA MASCHERINA.
È accaduto stanotte, intorno alle ore 01.00, durante i controlli effettuati presso esercizi commerciali e luoghi di aggregazione affinché quanto disposto in materia di prevenzione contro la diffusione del Covid 19 venga rispettato.
All’interno di uno degli esercizi commerciali sottoposti a verifica, i poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di S.Agata Militello hanno invitato alcuni avventori ad indossare la mascherina. Uno di questi, un ventiduenne di nazionalità marocchina, in evidente stato di alterazione psico-fisica, si è rifiutato ed ha iniziato ad inveire contro gli agenti.
Ha quindi cominciato a sbattere la testa sull’asfalto e si è scagliato contro i mezzi in sosta sfondando il lunotto posteriore di un’auto. Quando gli agenti hanno provato a fermarlo li ha aggrediti con calci, pugni e testate. Due dei poliziotti hanno riportato lesioni giudicate guaribili rispettivamente in giorni 3 e 7.
Bloccato e arrestato, l’uomo, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
12 OTTOBRE 2020 – MOVIDA. SALE IL LIVELLO DI ATTENZIONE IN CITTÀ E IN PROVINCIA. POTENZIATI I SERVIZI ANTI-COVID.
Ancora controlli delle Forze dell’Ordine nel fine settimana appena trascorso presso i principali luoghi di ritrovo della movida in città e provincia, volti a garantire il rispetto delle norme anti Covid 19 e la massima sicurezza nei luoghi di maggiore aggregazione.
I servizi hanno impegnato Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale in città e nella provincia di Messina.
È stato monitorato il numero di persone presenti all’interno di locali notturni e di intrattenimento e la regolamentazione del flusso di avventori.
Sottoposti a controllo 2729 persone e 52 esercizi commerciali. Particolare attenzione affinché fosse evitato ogni tipo di assembramento e garantito il corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza è stata prestata nelle piazze principali e presso pub e ritrovi. Evidenziata in città sosta selvaggia di numerose autovetture e motocicli e, pertanto, elevate numerose contravvenzioni al Codice della Strada.
In un caso è stata elevata sanzione ex art.4, comma 1, d.l.25.03.20020 n.19. da 400 euro per mancato uso della mascherina. In un altro, a Sant’Agata Militello, la persona invitata ad indossare la mascherina, verosimilmente in stato di alterazione psico-fisica, ha aggredito gli agenti e danneggiato alcune auto in sosta. È stato quindi arrestato.
Ulteriore arresto è stato effettuato dai poliziotti delle Volanti. La persona arrestata, un uomo di 56 anni, in atto sottoposto agli arresti domiciliari, è stato sorpreso in strada, alla guida di un’autovettura. Trattenuto presso le camere di sicurezza della Caserma Calipari su disposizione dell’Autorità, sarà giudicato stamani con rito direttissimo.
14 OTTOBRE 2020 – CONTROLLO DEL TERRITORIO. GIOCAVANO A BILIARDO IN UNA SALA GIOCHI GIÀ SOTTOPOSTA A CHIUSURA, SENZA DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE. LA POLIZIA DI STATO AVVIA ACCERTAMENTI E PROCEDE A SANZIONARE I PRESENTI PER VIOLAZIONE DELLE NORME ANTI-COVID.
La sala giochi presso cui stanotte, alle 04.00, i poliziotti delle Volanti hanno effettuato un controllo a seguito di segnalazione giunta in sala operativa, è la stessa per la quale era stata disposta la cessazione immediata dell’attività pochi giorni fa.
Le verifiche effettuate ai tempi dalla Squadra di Polizia Amministrativa della Questura di Messina avevano accertato che quella registrata come associazione sportiva era in realtà una sala biliardi non autorizzata.
Stanotte, all’arrivo degli agenti, la suddetta sala giochi era aperta e all’interno erano presenti una ventina di persone, alcune delle quali intente a giocare a biliardo, altre impegnate ad assistere.
Nessuno dei soggetti presenti era munito di mascherina di protezione individuale, né tantomeno osservava la distanza interpersonale di almeno 1 metro prevista dalle norme anti-Covid.
Dopo aver proceduto all’identificazione di tutti i presenti, la maggioranza dei quali pregiudicati, gli agenti hanno invitato gli avventori a lasciare la sala giochi e provveduto affinché la stessa fosse chiusa.
In corso di accertamento le eventuali responsabilità in merito all’apertura della sala giochi.
Nei confronti di tutte le persone presenti saranno elevati verbali di contestazione di illecito amministrativo per la violazione delle disposizioni relative al contrasto della pandemia da Covid 19.
15 OTTOBRE 2020 – CAPO D’ORLANDO. LA POLIZIA DI STATO DENUNCIA SETTE TRUFFATORI. SI SPACCIAVANO PER DIPENDENTI ENEL PER SOTTOSCRIVERE NUOVI CONTRATTI PER ALTRE COMPAGNIE DEL SETTORE ALL’INSAPUTA DELLE VITTIME.
Sono sette le persone denunciate per il reato di truffa da personale del Commissariato di P.S. di Capo d’Orlando e sei gli episodi sinora accertati ma non si esclude che possano aumentare nei prossimi giorni.
Gli accertamenti finora effettuati hanno infatti confermato il modus agenti dei sette denunciati che nei giorni scorsi si sono presentati alla porta delle vittime quali operatori del servizio elettrico nazionale indossando maglie, giubbotti e persino mascherine riportanti la dicitura Enel.
Col pretesto di dover controllare contatori e bollette, procedevano all’attivazione di nuovi contratti per altra compagnia ai danni degli ignari sottoscrittori.
15 OTTOBRE 2020 – BARCELLONA POZZO DI GOTTO. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE A CARICO DI PUSHER.
Personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barcellona P.G. ha eseguito l’ordinanza di misura cautelare del divieto di dimora e di accesso nelle regioni Sicilia e Calabria, emessa dal Tribunale di quel centro, a carico di un sessantunenne resosi responsabile di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti.
L’uomo, già detenuto per gli stessi reati, era stato arrestato lo scorso giugno dai poliziotti dello stesso commissariato quando fu trovato in possesso di cocaina e la somma in contanti di 9.000 euro, verosimile provento di spaccio.
Le successive indagini, coordinate dall’Autorità Giudiziaria, hanno accertato che l’uomo aveva organizzato presso la sua abitazione un vero e proprio <supermercato> della droga, con decine di <clienti> che giornalmente si mettevano in coda per acquistare droga.
Anche in pieno lockdown centinaia di episodi di cessione sono stati documentati con conseguenti segnalazioni amministrative e sequestri di sostanza stupefacente.
Dalle indagini è emerso inoltre che il sessantunenne, ritenendo delatori alcuni residenti della zona in cui abita, abbia posto in essere delitti minatori danneggiando un portone e lasciando uno strofinaccio nel foro della porta, quale inequivocabile <invito> a non denunciare.
19 OTOBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE DUE MISURE CAUTELARI. VITTIME DUE DONNE TRA LE MURA DOMESTICHE.
Sono due le misure cautelari eseguite nei giorni scorsi dai poliziotti delle Volanti ed emesse dal Tribunale di Messina a carico di un 43enne e di un 84enne. In entrambi i casi la vittima è il coniuge costretto a subire maltrattamenti di natura fisica e morale nel corso degli anni; in entrambi i casi la vittima non ha mai denunciato nella speranza che la situazione potesse migliorare.
La situazione è invece peggiorata e culminata in un episodio ben più grave dei precedenti: nel primo caso le minacce e le ingiurie si sono trasformate in aggressione alla presenza dei figli minori costringendo la donna a cercare rifugio presso un vicino e rendendo necessario l’intervento dei poliziotti delle volanti; nel secondo caso la vittima è stata aggredita con una chiava inglese: solo l’intervento dei vicini l’ha salvata.
Le successive indagini eseguite dai poliziotti, coordinati dall’Autorità Giudiziaria, hanno evidenziato condotte reiterate negli anni e portato all’emissione delle misure.
Ai destinatari è fatto divieto di avvicinare in alcun modo i congiunti.
24 OTTOBRE 2020 – SICUREZZA IN AUTOSTRADA. LA POLIZIA DI STATO EFFETTUA CONTROLLI STRAORDINARI SULLA A20.PARTICOLARE ATTENZIONE AL TRASPORTO PUBBLICO NEL PIENO RISPETTO DELLE NORME ANTI COVID.
La giornata di ieri ha visto impegnati operatori della Sezione Polizia Stradale e della Sottosezione Autostradale di Messina in servizi straordinari effettuati sull’autostrada A20 in direzione Palermo/Messina.
In particolare, otto pattuglie hanno attivato un dispositivo speciale all’interno dell’area di servizio denominata “Divieto Nord”, realizzato grazie a idonea segnaletica apposta sulla sede viaria da personale addetto alla viabilità e manutenzione del Consorzio Autostrade Siciliane. In tal modo il traffico veicolare è stato rallentato ed indirizzato all’interno del dispositivo consentendo ai poliziotti di visionare tutti i veicoli in transito e selezionare quali sottoporre al controllo.
Durante il servizio, effettuato nelle ore intermedie della mattinata, sono stati controllati un centinaio di veicoli ed elevate 76 contravvenzioni per infrazioni al Codice della Strada, in special modo per mancato uso di cintura di sicurezza e utilizzo di telefono cellulare alla guida.
Il dispositivo attivato dalla Polizia Stradale ha permesso altresì di verificare che a bordo di mezzi atti al trasporto pubblico fossero garantite e rispettate le norme anti covid. Nel corso del servizio sono stati controllati infatti i bus di linea in transito, cinque per la precisione, appurando il pieno rispetto delle disposizioni e accertando che tutti i passeggeri e l’autista indossavano in modo corretto la mascherina.
10 NOVEMBRE 2020 – MESSINA. ARRESTATO DALLA POLIZIA DI STATO UN CITTADINO MAROCCHINO CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA PER TENTATO OMICIDIO
Nel pomeriggio del 30.10.2020, la Squadra Mobile della Questura di Messina, coadiuvato da personale dell’omologo organo investigativo della Questura di Brescia, ha dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Messina a carico del cittadino marocchino ABOUFARIS Miloudi, classe ’80, condannato in via definitiva con sentenza della Corte di Appello di Messina alla pena della reclusione di anni nove per il delitto di tentato omicidio in concorso ai danni di un suo connazionale, commesso in Furci Siculo (ME), il 23.05.2004.
La vicenda in parola aveva origine nel novembre 2003, allorquando una donna di nazionalità marocchina, al settimo mese di gravidanza, aveva denunciato delle molestie da parte di un suo connazionale che le aveva formulato esplicite avances, invitandola a lasciare il marito per unirsi a lui.
In quell’occasione, la vittima reagiva respingendo l’uomo e cercando di scappare ma, quest’ultimo, l’afferrava per le spalle strappandole una camicia e la colpiva sul fianco, facendola cadere a terra svenuta.
Non appena risvegliatasi, la donna veniva soccorsa e trasportata in ospedale da personale di altra forza di polizia, per ricevere le cure del caso.
Successivamente, la vittima, aveva denunciato di essere stata nuovamente avvicinata dal suo aggressore, il quale le aveva intimato di ritirare le accuse mosse contro di lui, minacciandola di morte.
Nel maggio del 2004 l’uomo veniva tratto in arresto a seguito di ordinanza di custodia cautelare.
Ma, pochi giorni dopo l’esecuzione della predetta misura, alcuni parenti dell’arrestato, tra i quali figurava anche il citato ABOUFARIS Miloudi, bloccavano per strada il marito della donna che aveva subito le esposte molestie e gli chiedevano se intendesse ritirare le denunce presentate contro il parente.
Di fronte al netto rifiuto da parte dell’uomo, gli aggressori, in numero di quattro, lo assalivano, bloccandolo per le braccia, in modo da non consentirgli la fuga. Contemporaneamente, lo colpivano con sbarre di ferro, calci e pugni.
In particolare, un colpo di spranga cagionava al malcapitato la frattura della gamba sinistra, di fatto, impedendogli di scappare. A quel punto, uno degli aggressori cercava di colpire la vittima al busto con un coltello, ma quest’ultima riusciva ad afferrare la lama con la mano procurandosi, così, una ferita da taglio lungo il palmo.
Quindi, il gruppo si accaniva ancora con le sbarre sulla testa dell’uomo che cercava di bloccare i colpi con le braccia procurandosi, di conseguenza, delle fratture scomposte agli arti.
Solo il tempestivo intervento dei Carabinieri, nel frattempo giunti sul posto, impediva che l’azione criminosa fosse portata a conclusione.
Al rintraccio e all’arresto dell’ABOUFARIS Miloudi, che si era reso irreperibile sin dall’aprile del 2019, si è pervenuti a seguito di mirate e complesse indagini – supportate da operazioni di captazione, analisi di tabulati, attività di localizzazione ed accertamenti di vario genere – condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Messina con il coordinamento della locale Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello.
L’attività investigativa espletata, infatti, consentiva di individuare il ricercato che aveva temporaneamente e riservatamente fatto rientro in un Comune della provincia bresciana, presso l’abitazione della moglie, ove intendeva trascorrere alcuni giorni in famiglia.
La conseguente azione dinamica – attuata dagli investigatori della Mobile messinese coadiuvati dai colleghi della Questura di Brescia – non lasciava vie di fughe all’uomo che, venerdì scorso, veniva tratto in arresto e associato in carcere come disposto dall’Autorità Giudiziaria mandante.
18 NOVEMBRE 2020 – TAORMINA. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE QUATTRO ORDINI DI CARCERAZIONE. ASSOCIAZIONE MAFIOSA, SPACCIO E TENTATO OMICIDIO I REATI CONTESTATI.
Sono quattro gli ordini di carcerazione eseguiti ieri dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Taormina e sono tutti riconducibili ad una importante operazione condotta dalla Polizia di Stato, l’operazione Wolf, che nel 2004 portò all’arresto di 47 persone nelle province di Messina, Catania, Catanzaro, Napoli, Roma, Bologna, Como e Milano.
Una serrata attività di indagine permise allora di smascherare un’articolata associazione mafiosa legata alla consorteria criminale dei Cintorino di Calatabiano (Ct), operante nella zona di Taormina; perquisizioni, appostamenti e intercettazioni provarono l’esistenza di una rete ben organizzata dedita allo spaccio di droga, estorsione ai danni di commercianti e professionisti, furti.
Gli ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, eseguiti ieri, stabiliscono le pene a carico di: CIPOLLA Maurizio, classe 82, in atto sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, che dovrà espiare la pena di anni 10, mesi 6 e giorni 28 di reclusione per i reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e tentato omicidio; ANASTASI Salvatore, del 65, con una pena di anni 3, mesi 6 e giorni 23 di reclusione per il reato di associazione mafiosa, CIPOLLA Francesco, del 75, e GRANATA Claudio, del 78, rispettivamente con una pena di anni 9, mesi 1 e giorni 10 di reclusione il primo, anni 9, mesi 6 e giorni 20 di reclusione il secondo, per il reato di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
19 NOVEMBRE 2020 – LA SQUADRA MOBILE CATTURA IL LATITANTE GIOVANNI DE LUCA
Nella tarda serata di ieri mercoledì 18 novembre 2020, numerosi operatori della Polizia di Stato, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina – Direzione Distrettuale Antimafia, sono stati impegnati nella cattura di DE LUCA Giovanni, da oltre un anno latitante.
Il DE LUCA, già irreperibile dal 7 ottobre 2019 – allorquando si era volontariamente sottratto all’esecuzione del provvedimento di sospensione della misura della semilibertà concessagli a suo tempo dal Tribunale di Sorveglianza di Messina – era attivamente ricercato in quanto destinatario anche all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in ordine a gravi reati (plurima estorsione, rapina e sequestro di persona, tutti aggravati dal fatto di essere stati commessi con metodo mafioso) oggetto dell’indagine convenzionalmente denominata “Flower”, condotta da questa Squadra Mobile nel novembre dello scorso anno.
Come si ricorderà, all’esito dell’operazione in parola è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina l’ordinanza nn.rr. 5294/19 R.G.N.R. e 4751/19 R.G. G.I.P. a carico di 10 (dieci) soggetti – tra i quali, appunto, con ruolo di assoluto rilievo, il DE LUCA Giovanni – appartenenti ad una pericolosissima ed armata cellula criminale locale, siccome ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsioni aggravate dal metodo mafioso ai danni di titolari di locali notturni e rapine in pregiudizio di vari esercizi commerciali della città.
L’anzidetta operazione di polizia giudiziaria aveva a suo tempo costituito l’epilogo di strutturate indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, su una pericolosissima cellula delinquenziale che, nell’ambito della gestione dei servizi di sicurezza presso diversi locali di ritrovo in cui si concentra la movida della città dello Stretto, era risuscita ad imporre – ai responsabili della sicurezza ed ai titolari di pubblici esercizi – la corresponsione di somme di denaro per l’assunzione di personale addetto alla vigilanza, tentando addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro.
Ad alcuni componenti del gruppo criminale scoperto erano pure attribuite, tra i capi di imputazione provvisoria dell’ordinanza di custodia cautelare emessa, due cruente rapine commesse in armi e a volto travisato.
In tempi recenti la Squadra Mobile, con la sua componente di contrasto alla Criminalità Organizzata e Catturandi, ha posto in essere una complessa azione investigativa volta al rintraccio di DE LUCA Giovanni.
La serratissima attività di polizia giudiziaria in argomento, espletata per il tramite di intercettazioni di comunicazioni telefoniche ed ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio ed analisi di tabulati di traffico telefonico, ha consentito ai poliziotti della Squadra Mobile di accertare come DE LUCA Giovanni avesse trovato rifugio nel circondario del Villaggio Santo di questo Centro, e precisamente in una delle abitazioni che insistono nel dedalo di stradine che caratterizza la zona.
Per quanto sopra, fin dal tardo pomeriggio di ieri, è stata disposta una imponente azione di cinturazione della zona e sono state effettuate delle mirate perquisizioni finalizzate alla cattura del latitante.
Intorno alle 22:00, nell’abitazione di MICALIZZI Elena – anch’ella tratta in arresto siccome ritenuta responsabile del reato di favoreggiamento personale aggravato dalle modalità mafiose – all’interno di una intercapedine, abilmente dissimulata da una finta parete decorativa montata su un sistema di chiusura basculante, ricavata tra il tetto ed il vano scala, è stato rintracciato e catturato DE LUCA Giovanni, che, vistosi braccato dagli investigatori della Squadra Mobile, altro non ha potuto fare che arrendersi.
Del resto, numerose “tracce” della presenza del latitante erano presenti nell’abitazione-covo, come indumenti, calzature maschili e farmaci che, sulla scorta delle evidenze investigative collazionate dalla Squadra Mobile, erano certamente riconducibili al latitante.
Il DE LUCA ha tentato, fino all’ultimo, di rimanere nascosto, ma la morsa degli operatori della Polizia di Stato, ormai certi di essere vicinissimi alla sua cattura, non si è mai affievolita, al punto che, con l’ausilio dei Vigili del Fuoco, gli investigatori si sono portati sulla terrazza dell’abitazione scorgendo una piccolissima presa d’aria che consentiva al latitante di respirare all’interno dell’ingegnoso nascondiglio.
La tenacia e la caparbietà dei poliziotti è stata, del resto, oggetto dell’unico commento fatto dal DE LUCA e concernente il fatto che gli investigatori non avevano mai mollato, ma sarebbero comunque stati costretti a sudare per conseguirne la cattura.
Il DE LUCA Giovanni e la MICALIZZI Elena sono stati, quindi, condotti presso gli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Messina e, dopo l’espletamento delle formalità di rito, tradotti presso la locale Casa Circondariale di Messina-Gazzi a disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia.
21 NOVEMBRE 2020 – RUBAVA PREZIOSI IN CASA DELL’ANZIANA PRESSO CUI PRESTAVA SERVIZIO E LI RIVENDEVA. LA POLIZIA DI STATO ESEGUE MISURA CAUTELARE. AGLI ARRESTI DOMICILIARI ANCHE IL COMPAGNO COMPLICE.
Per mesi ha sottratto preziosi in casa dell’anziana signora presso cui prestava servizio come badante. Un vassoio, un set di cucchiaini, una statuetta, un anello che successivamente venivano rivenduti con l’aiuto del compagno presso attività di compro oro.
Furti reiterati nel tempo e messi a segno grazie alla buona fede della padrona di casa che solo nel settembre scorso ha capito quanto stava accadendo e chiesto aiuto alla Polizia di Stato. Il valore totale della refurtiva stimato dalla persona offesa è di circa 100.000 euro.
Le immediate indagini espletate da Volanti e Squadra Mobile, coordinate dall’Autorità Giudiziaria, hanno sin da subito evidenziato che la responsabile aveva fornito un indirizzo falso al datore di lavoro e che di lei si erano quindi perse le tracce.
Tracce che i poliziotti hanno ad ogni modo seguito risalendo all’identità del compagno della donna che ha tentato inutilmente di negare ogni addebito e sostenuto che la storia fosse finita da tempo.
Continuavano invece a stare insieme e a condividere casa e proventi dei ripetuti furti. Vistisi scoperti, hanno ammesso le proprie responsabilità.
La misura cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Messina ed eseguita da personale di Volanti unitamente a personale della locale Squadra Mobile e di quella di Catania dove la donna è stata rintracciata, ha stabilito che entrambi fossero sottoposti agli arresti domiciliari. I reati contestati sono furto per lei e ricettazione per lui.
Con l’ausilio della locale Sezione di PG della Guardia di Finanza si è proceduto altresì, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria, al sequestro preventivo delle somme giacenti sui conti correnti di entrambi gli arrestati pari a quanto ricevuto dalla vendita documentata dei preziosi presso le attività di compro oro.
21 NOVEMBRE 2020 LA POLIZIA DI STATO ARRESTA COPPIA IN FLAGRANZA DI REATO. TRASPORTAVANO PIÙ DI DUE CHILI DI MARIJUANA A BORDO DELLA PROPRIA AUTOVETTURA.
Lui 25 anni, lei 24. Viaggiavano a bordo di una Fiat Panda e sono stati sottoposti a controllo presso la barriera autostradale Messina Sud della A18 da operatori della Sottosezione di Polizia Stradale di Messina impegnati in servizi straordinari finalizzati al contrasto della diffusione del virus Covid 19.
Interrogati sul perché si trovassero al di fuori dei rispettivi comuni di residenza non hanno saputo fornire giustificazione alcuna.
Il successivo controllo sull’autovettura ha permesso il rinvenimento di una valigia posta nel vano portabagagli contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di 2091,07 grammi.
Dopo l’arresto, i due, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sono stati sottoposti ai domiciliari.
La coppia è stata altresì sanzionata per aver violato quanto previsto dalle attuali normative anti covid19.
28 NOVEMBRE 2020 – ATTIVITÀ DI PARRUCCHIERE ABUSIVA. PIEGHE E COLORE SENZA ALCUNA AUTORIZZAZIONE IN UN GARAGE ADIBITO A SALONE DI BELLEZZA.
Esercitava l’attività di parrucchiere senza alcuna autorizzazione. È quanto emerso da un controllo effettuato dai poliziotti delle Volanti nel rione Mangialupi di Messina. Al momento della verifica il <salone di bellezza> era in piena attività con clienti e dipendenti all’opera.
Le ulteriori verifiche effettuate con personale della Sezione Annona della Polizia Municipale hanno confermato l’assenza delle prescritte autorizzazioni. Si è pertanto proceduto a contestare la violazione di cui all’art.5 della L.174/2005 elevando verbale di 500 euro e a sospendere l’attività.
Contestata, altresì, la violazione del DPCM anti Covid del 3 novembre scorso: nessun rispetto delle linee guida che prevedono l’accesso su prenotazione e in numero adeguato alla capienza del locale, nessun elenco dei clienti da conservare per un periodo di 14 giorni, nessun impianto adeguato per consentire un costante ricambio d’aria degli ambienti interni.
30 NOVEMBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ARRESTA QUARANTANOVENNE. SORPRESO A TRASPORTARE DROGA DOPO INCIDENTE AUTONOMO SULLA A20.
Trasportava mezzo chilo di marijuana e 23 grammi di cocaina a bordo di un’auto presa a noleggio. Auto con la quale ha avuto un incidente autonomo sulla A20 in zona Villafranca Tirrena sabato mattina, intorno alle 12.00. Ai poliziotti della Sottosezione Polizia Stradale A20 di Messina è parsa eccessiva l’attenzione dell’uomo per l’auto, il netto rifiuto a farsi trasportare in ospedale da personale 118 e un evidente nervosismo.
La perquisizione del mezzo ha confermato i sospetti degli agenti e portato al rinvenimento della sostanza stupefacente, distribuita in cinque sacchetti.
C.F, 49 anni, con precedenti specifici, in atto sottoposto alla misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali, privo di patente perché revocata, è stato arrestato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sottoposto agli arresti domiciliari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, sarà giudicato stamani con rito direttissimo.
2 DICEMBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ARRESTA SESSANTACINQUENNE PER VIOLAZIONE DI DOMICILIO E PORTO ABUSIVO D’ARMI.
Si è introdotto in casa della vittima, forzando la porta d’ingresso di cui ha sfondato il vetro con una pesante statuetta e terrorizzandola, col capo travisato da cappello e mascherina chirurgica. È quanto accaduto ieri, alle 16.00 circa, in zona villaggio San Michele.
Quando la vittima ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato, ha minimizzato sostenendo che si trattava di un <momento di nervosismo> dovuto a problemi di natura privata da risolvere con la vittima.
La successiva perquisizione estesa all’autovettura del reo ha portato al rinvenimento di due coltelli, una pistola Beretta, un caricatore e cartucce compatibili con entrambi.
L’uomo, 65 anni, incensurato, con regolare porto d’armi per uso sportivo, ha dichiarato di aver dimenticato l’arma dopo averla utilizzata al poligono tempo addietro.
Ulteriori accertamenti da parte dei poliziotti di Volanti e Squadra Mobile hanno permesso il rinvenimento di uno zaino contenente un ulteriore caricatore, altre cartucce e attrezzi di varia natura tra cui un martello, cacciaviti, cannello completo di bomboletta di gas propano, guanti, fil di ferro, nastro da imballaggio, corde, una pinza, fascette da elettricista.
Il reo è stato arrestato per i reati di violazione di domicilio e porto abusivo di arma comune da sparo e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, trasferito presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Ritirato porto d’armi e sequestrate tutte le armi in possesso dell’arrestato.
10 DICEMBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO DENUNCIA MESSINESE. IN STRADA CON UNA CARABINA AD ARIA COMPRESSA SOTTO BRACCIO.
È stato rintracciato dai poliziotti delle Volanti impegnati nel controllo del territorio.
R.C., messinese, 62 anni, pluripregiudicato, non aveva con sé l’arma quando è stato raggiunto.
Le segnalazioni pervenute in sala operativa descrivevano un uomo dall’apparente età di circa sessanta anni parcheggiare un’auto e aggirarsi armato nei pressi di via Catania.
Grazie alle verifiche effettuate sull’auto indicata, gli agenti sono risaliti all’identità dell’uomo descritto che però, interrogato, nulla ha raccontato circa la carabina.
Ulteriori controlli sui sistemi di video sorveglianza hanno invece confermato che a tenere sotto braccio la carabina sulla pubblica via era proprio lui e la carabina ad aria compressa immortalata, con tanto di piombino già camerato, era proprio quella rinvenuta poco distante, abbandonata accanto al marciapiede e nascosta da un’autovettura in sosta.
L’uomo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per possesso di armi o oggetti atti ad offendere.
11 DICEMBRE 2020 – LA POLIZIA DI STATO ARRESTA PUSHER. SEQUESTRATI MARIJUANA E MATERIALE VEROSIMILMENTE UTILIZZATO PER IL CONFEZIONAMENTO DELLE SINGOLE DOSI.
I poliziotti della Squadra Mobile hanno arrestato ieri F.C., 46 anni, messinese, perché trovato in possesso di 230 grammi di marijuana.
La sostanza stupefacente è stata rinvenuta durante una perquisizione domiciliare a suo carico, nascosta dietro suppellettili varie nel cortile di pertinenza della casa. In un frigorifero abbandonato nello stesso cortile c’era il materiale verosimilmente utilizzato per il confezionamento delle singole dosi; in un pensile della cucina il bilancino di precisione atto al medesimo scopo.
Un’ulteriore perquisizione presso l’abitazione dei genitori dove al momento il pusher dimora ha permesso il rinvenimento di sostanza stupefacente dello stesso tipo. Ce n’era in camera da letto sotto la biancheria e negli indumenti dell’arrestato. Rinvenuta e sequestrata altresì la somma di 140 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
L’uomo, giudicato ieri con rito direttissimo, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
QUESTURA DI MESSINA
POLIZIA DI PROSSIMITà
1 FEBBRAIO 2020 – CAMPAGNA DI PREVENZIONE DELLA POLIZIA DI STATO A SCUOLA.
I poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di S. Agata Militello impegnati in un’attività di prevenzione, che ha visto protagonisti gli studenti degli istituti scolastici locali.
Gli incontri, mirati ad una attività dimostrativa e di prevenzione, sono stati caratterizzati da momenti di confronto con i ragazzi, ai quali sono stati illustrati i rischi connessi all’assunzione delle droghe, oltre che le conseguenze giuridiche, amministrative e penali. Nel primo caso, ad esempio, il ritiro della patente e l’obbligo di presentarsi presso le commissioni mediche, ogni anno, per il rinnovo della stessa; nel secondo caso, l’integrazione del reato di guida in stato di alterazione psico-fisica a seguito di assunzione di sostanze stupefacenti.
Uno specifico riferimento è stato fatto all’aumento del numero delle vittime della strada a seguito di incidenti in cui è stato accertato che il conducente fosse sotto l’effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti. È stato ricordato, infatti, come sia sempre attuale il fenomeno delle “stragi del sabato sera” che riguarda, in particolar modo, i più giovani.
11 FEBBRAIO 2020 – 11 FEBBRAIO 2020 – SAFER INTERNET DAY
Nella giornata mondiale della sicurezza in rete, la Polizia di Stato ha incontrato gli studenti dell’Istituto Comprensivo Enzo Drago.
Nel corso dell’iniziativa, l’Ispettore Mario Crisafulli ha parlato ai ragazzi delle potenzialità comunicative del web e delle community, con l’obbiettivo d’insegnare loro a usarle senza incorrere in comportamenti scorretti e pericolosi per sè e per gli altri.
14 FEBBRAIO 2020 – LA POLIZIA DI STATO HA INCONTRATO GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO DI TORREGROTTA.
Nel corso dell’iniziativa, organizzata dal Kiwanis – Divisione 1 Sicilia dei due Mari Valdemone, il Commissario della Polizia di Stato Francesca Bongiovanni del Commissariato di P.S. di Milazzo ha parlato ai ragazzi delle potenzialità comunicative del web e dell’uso responsabile della rete, al fine di insegnare loro a usarle senza correre i rischi connessi al cyberbullismo.
20 FEBBRAIO 2020 – CONTINUA L’ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA #POLIZIADISTATO NELLE SCUOLE SUI RISCHI LEGATI ALL’UTILIZZO DELLE NUOVE TECNOLOGIE. IERI, AL SALONE DELLE BANDIERE DI PALAZZO ZANCA L’INCONTRO CON GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO SCOLASTICO MAZZINI DI MESSINA.
25 NOVEMBRE 2020 – GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE. CAMPAGNA PERMANENTE DELLA POLIZIA DI STATO “QUESTO NON È AMORE”.
Nella giornata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Polizia di Stato ricorda il suo impegno costante e attivo nella lotta alla violenza di genere contro le donne.
Prosegue la campagna permanente promossa dalla Polizia di Stato “Questo non è amore” con l’obiettivo di dare un messaggio chiaro a quante sono vittime di violenza: “Non siete sole”.
Accanto alla tutela offerta dalla legge, occorre fornire prevenzione e informazione, strumenti indispensabili per un rinnovamento culturale e perché, chi è vittima di violenza, possa intercettare comportamenti violenti e intimidatori. Preziosa si è dimostrata la collaborazione dei Servizi Sociali, dei Centri Antiviolenza e dei Presidi Ospedalieri dislocati sul territorio che, con il loro operato, completano e sostengono costantemente l’attività degli operatori di polizia.
Quali sono i campanelli d’allarme? A chi si può chiedere aiuto? In che modo? Cosa accade dopo?
Dal lavoro di analisi espletato dalla Direzione Centrale Anticrimine, di cui si fornisce una brochure informativa, emerge la volontà delle donne a denunciare. Tanti i casi presi ad esempio di donne che ce l’hanno fatta. Aumenta la consapevolezza di essere vittime e di poter trovare una via d’uscita ma sono ancora tanti i casi di femminicidio che segnalano la presenza forte e tangibile del problema.
Nella provincia di Messina, nel periodo gennaio-settembre 2020, sono 184 i casi di atti persecutori emersi, 240 quelli di maltrattamenti contro familiari, 33 le violenze sessuali, un femminicidio.
Una nuova importante iniziativa, finalizzata alla gestione delle richieste di aiuto delle vittime di violenza, in concomitanza con l’emergenza COVID-19 e nel periodo del lockdown, è stata l’implementazione della APP della Polizia di Stato YouPol, attraverso la quale i cittadini possono “chattare”, anche in modo anonimo, con le Sale Operative delle Questure per segnalare situazioni di disagio, trasmettere messaggi e immagini. Creata per contrastare il bullismo e lo spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, è stata aggiornata, nel mese di marzo 2020, prevedendo la possibilità di segnalare anche i reati di violenza domestica.
QUESTURA DI MESSINA
Risultati conseguiti dalla Polizia di Stato nel 2020
- Dato aggiornato al 7 dicembre 2020
Arresti | 256 | |
Persone denunciate in stato di libertà | 1453 | |
Persone identificate | 80666 | |
Veicoli controllati | 56007 | |
Posti di controllo effettuati | 5963 | |
Controlli domiciliari a persone sottoposte a misure di prevenzione, di sicurezza, cautelari e misure alternative alla detenzione | 17547 | |
Delitti commessi | ||
Omicidi | // | |
Omicidi tentati | 5 | |
Lesioni dolose | 122 | |
Violenze sessuali | 16 | |
Furti | 516 | |
Ricettazione | 11 | |
Rapine | 38 | |
Estorsioni | 19 | |
Usura | 2 | |
Truffe e frodi informatiche | 388 | |
Danneggiamenti seguiti da incendio | 38 | |
Danneggiamenti | 210 | |
QUESTURA DI MESSINA
UFFICIO MISURE DI PREVENZIONE | |
Avviso Orale | 60 |
Sorveglianza Speciale | 43 |
Fogli di Via Obbligatori | 34 |
D.A.S.P.O. | 49 |
Ammonimenti | 38 |
UFFICIO ANTIMAFIA | |
Pratiche trattate inerenti la certificazione antimafia | 248 |
UFFICIO MINORI | |
Minori non accompagnati collocati in comunità | 69 |
GABINETTO PROVINCIALE DI POLIZIA SCIENTIFICA | |
Fotosegnalamenti | 2282 |
QUESTURA DI MESSINA
DIVISIONE P.A.S.I.
UFFICIO PASSAPORTI | |
Passaporti rilasciati | 4358 |
UFFICIO LICENZE | |
Licenze rilasciate | 319 |
PORTO D’ARMI | |
Rilasciati/rinnovati | 1844 |
UFFICIO IMMIGRAZIONE
Rilascio\rinnovo permessi di soggiorno | 4215 |
Richieste di cittadinanza italiana | 330 |
Permessi di soggiorno rigettati\revocati\archiviati | 106 |
Provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale di cui | |
– Espulsioni | 54 |
– Respingimenti | 210 |
– Allontanamenti cittadini comunitari | 3 |
Totale sbarchi | 9 |
Persone identificate e accolte durante gli sbarchi | 1087 |
Istanze di protezione internazionale definite | 238 |
QUESTURA DI MESSINA
POLIZIA STRADALE
Persone identificate | 19851 |
Persone denunciate in stato di libertà | 41 |
Persone arrestate | 8 |
Servizi con autovelox | 257 |
Conducenti controllati con precursori ed etilometri | 8758 |
Pattuglie | 7337 |
Verbali al CdS | 14406 |
Veicoli controllati | 9850 |
Posti di controllo | 4850 |
POLIZIA FERROVIARIA
Persone identificate | 22637 |
Persone denunciate in stato di libertà | 22 |
Persone arrestate | 7 |
Pattuglie in stazione | 1761 |
Pattuglie a bordo treno | 321 |
Treni scortati | 664 |
Minori rintracciati | 8 |
POLIZIA MARITTIMA
Persone controllate | 29394 |
Persone denunciate in stato di libertà | 6 |
Persone arrestate | // |
Visti | 20 |
Shore pass (Permessi brevi visita città per i marittimi) | 11998 |
Imbarchi | 591 |
Pattuglie | 708 |
Imbarcazioni (Crociera-Commerciali-Diporto) | 383 |
Posti di controllo | 255 |
QUESTURA DI MESSINA
POLIZIA POSTALE E DELLE COMUNICAZIONI
Truffe on line | 286 |
Pedopornografia | Detenzione | // |
Divulgazione | 3 | |
Adescamenti | 4 | |
Perquisizioni | 7 | |
GByte materiale sequestrato | 4289 | |
Diritto d’autore | Controlli su esercizi | |
Sanzioni amministrative | ||
Reati contro la persona | Diffamazione | 25 |
Molestie | 7 | |
Minacce | 3 | |
Stalking | 1 | |
Sexestorsion | 46 | |
Computer crime | Phishing | 15 |
Furto identità digitale | 78 | |
Attacchi informatici | 22 | |
Pagamento telematico e uso illecito dei codici | 332 |
Lascia un commento